Giancarlo Nucci
Alessandro Grassani
Daniele Portanome
Fabio Barile
Lorenzo Mussi
Pio Tarantini
'Hanno lasciato il segno' di Giancarlo Nucci presenta opere realizzate dal 1989 a oggi a rappresentare fatti importanti che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia, come il crollo delle Torri Gemelle. Per 'Promenade' espongono 4 fotografi accomunati dalla ricerca sul paesaggio declinato in diverse versioni: Alessandro Grassani, Daniele Portanome, Fabio Barile, Lorenzo Mussi.
Giancarlo Nucci
'Hanno lasciato il segno'
L’esposizione di Giancarlo Nucci a Spazio Tadini è una selezione di opere realizzate dall’artista dal 1989 ad oggi a rappresentare fatti importanti che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia e nel modo di vivere dell’uomo contemporaneo, come il crollo delle torri gemelle. Una chiave di lettura che parte dall’artista, ma tocca ciascuno di noi. Durante la mostra i visitatori potranno lasciare anche i loro appunti o disegni per completare il lavoro di “ricostruzione storica delle emozioni collettive” e per costruire una sorta di mappa del bagaglio di avvenimenti positivi o negativi che ormai appartengono al nostro modo di vivere e progettare il nostro futuro.
Le opere in mostra sono state eseguite da Giancarlo Nucci sulla spinta emozionale degli avvenimenti e dense della carica istintiva ed espressiva che contraddistingue il suo lavoro pittorico. Troviamo dunque epoche storiche differenti che portano il visitatore a una sorta di rewind anche su fatti che erano sopiti nella memoria. L’artista è inevitabilmente espressione del suo tempo e Giancarlo Nucci ha usato i suoi colori, le sue spatole e i suoi materiali per fermare l’attimo, per prendere una sorta di “appunto storico pittorico”, così come un giornalista avrebbe fatto sul suo taccuino. Un modo per ritornare ad osservare il fatto senza i dettagli della cronaca, senza la costrizione delle parole, ma solo con la forza della loro emozione e la ricerca del loro significato.
Conologia di 'Hanno lasciato il segno'
Inaugurazione il 12 aprile alle ore 18.30
1989 9 novembre Muro di Berlino. Crollo di un muro, crollo di un mondo
1989 Brecce sul muro. Varchi di fuga, di salvezza: per non dimenticare tanti, uccisi sul punto di intravedere la libertà.
1990 Pace. Iraq: una colomba bacia la terra per liberarla dalla guerra, nelle ampie zone di luce si distende la speranza per la fine di tutte le guerre.
1998 3 febbraio Cermis. Aereo americano trancia fune di funivia: 20 morti. Relitti metallici, resti umani si “impastano” nel chiarore del gelo invernale.
2001 11 settembre Blow up “Quegli aerei che si avventavano contro le altere torri, quel volto a capofitto di vite umane contro altre vite…L’anima di quel cataclisma era l’odio, un rancore antico che si liberava come una sorta di ebbrezza… Era anche un
inno alla morte cantato nel sangue di migliaia di creature sacrificali. E quello che per noi era tenebra per altri era luce ed estasi…
La mente vacilla, l’animo è soverchiato, oppresso. Si preparano, forse sono già venuti tempi in cui sarà richiesto agli uomini di essere altri da come noi siamo stati. Come?” “Contro le altere torri”, Mario Luzi
2008 Riciclo. Segni e colori poetici per la rivitalizzazione di materiali degradati in forme nuove, utili, belle.
2008 Giovanni Paolo II. La linea curva del corpo: un accasciarsi dolente che, nell’offerta sacrificale delle membra consunte, apre alla luce dell’eternità.
2009 Danger. Nelle profondità terrestri e marine nasce e lì i barili di scorie spesso ritornano: petrolio-risorsa e petrolio-minaccia per uomo e ambiente.
2009 Rifiuti sulla città. Città, luogo di consumo e accumulo sfrenati, colata di sporcizia, aria di soffocamento.
2009 Migrazione. Una corriera carica di uomini e cose multicolori, novella arca per la salvezza.
2010 20 aprile Marea nera. Sversamento nel Golfo del Messico di enormi quantità di petrolio: distesa oleosa soffocante.
2010 12 gennaio Haiti 7°. Violente scosse, cumuli di macerie e morti: nello spiraglio bianco qualcuno trovato vivo dopo un mese.
2011 25 ottobre Cinque terre - fra cielo e mare. Nubifragio, alluvione, fiumi di fango e detriti: frane naturali e frane antropiche.
2011 20 agosto Etna I II III IV. Faville, bagliori, scia di magma incandescante: la terra lancia e riaccoglie le sue viscere.
2012 13 gennaio Metafora - nave in crociera. Nel viaggio della vita, naufragio e salvataggio, scoglio e approdo, abisso e riemersione.
Di Gabriella Pesaresi
Poco più di vent’anni, tra il 900 - “secolo breve” ma densissimo di fatti e personaggi memorabili - e il terzo millennio, che già nel primo decennio ne promette un’incalzante sequenza. Il filo rosso che lega fatti e trasposizione artistica è il segno, inteso nella sua doppia valenza di impronta profonda, indelebile impressa nella storia e nella memoria, e di elemento caratterizzante della pittura. L’argomento delle opere è stato, sì, suscitato da notizie ricevute e viste in presa diretta, accompagnate da forte impatto emotivo in tutto il mondo, portatrici di un segno incancellabile (dopo l’undici settembre 2001 si diceva” nulla sarà più come prima”), ma è stato non rappresentato, bensì interpretato dall’artista.
Esplosioni fumiganti, sgretolamenti grigiastri, cumuli sporchi, onde melmose, squarci di santità sofferta, uomini e cose in cammino verso un orizzonte di luce: non interessa la resa cronachistica quanto il significato avvertito dalla coscienza, l’eco interiore che fa meditare sull’operato insensato o eroico dell’uomo e quello imprevedibile o funesto della natura.
Le ampie campiture di colori accesi o scuri, il gesto forte e impetuoso, i solchi graffiati segnalano drammaticità, gravità degli eventi ma non sconfinano nella rassegnazione o nella disperazione: anzi tentano una ricomposizione nella frantumazione delle cose.
La trasposizione artistica pone una certa distanza dagli accadimenti; è una riflessione sul tempo, non tanto attimo fuggente o fermo-immagine, quanto distensione e sedimentazione: la tela, come la pagina, può contenere un’ora come un’intera vita. Ciò è tanto più vero per Nucci che è sempre alla ricerca della sintesi pregnante.
Breve Biografia
Giancarlo Nucci, riminese di nascita, si stabilisce in Lombardia alla fine degli anni 60, prima a Milano, poi a Monza dove la sua naturale inclinazione alla pittura e il tirocinio da autodidatta si precisano nella preparazione acquisita presso la Scuola d’Arte “Paolo Borsa”, sotto la guida dei maestri Oltolina, Comi, Colombo, Triacca. La lezione assimilata e superata lo avvia verso un dinamico e autonomo percorso di studio e sperimentazione, consolidatosi nella stagione del naturalismo astratto, che poi, attraverso una figurazione sempre più essenziale, approda ad un informale materico.
La sua tecnica per esprimere temi significativi che si aggregano in cicli - paesaggio, oro, montagna, mare, Croce, concerto, eventi, ambiente - si avvale in modo originale di pigmenti, olî, catalizzatori, zeoliti, di cui l’artista, esperto chimico, è abile conoscitore e utilizzatore.
Le opere delle varie fasi della sua produzione artistica sono state esposte, fin dal 1976, in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero e hanno meritato consensi e analisi critiche, tra gli altri, di P. Biscottini, G. Casiraghi, F. G. Brambilla, C. De Carli, M. A. Crippa, G. Massari, D. Volontè, S. Zanella, P. Bertazzini, E. Guerriero, S. Arosio, B. Buscaroli, A. Veca, G. A. Vergani, R. Profumo, T. Martucci, M. DeLeo.
E’ membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione e Scuola d’Arte “Paolo Borsa” di Monza.
Dal 2006 è socio pittore impegnato per eventi artistici della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano.
Scheda tecnica dei materiali impiegati nella sua tecnica pittorica
Dopo l’esperienza dei soli tubetti ad olio affrontata negli anni sessanta, nel ‘70 è iniziato il periodo delle sperimentazioni con diversi materiali, uniti all’olio: in particolare catalizzatori, sabbie, pelli, mattonelle, legni, corde, gessi, ceneri, smalti, polveri finissime da 200 micron – le zeoliti – che, indagate nelle loro caratteristiche chimico–fisiche nel mio lavoro di analista chimico, hanno rivelato interessanti proprietà. La zeolite (in greco pietra bollente) è un silico-alluminato poroso e reticolare che, usato con pigmenti, leganti, additivi adatti, diventa plasmabile e ad elevata resa pittorica. Impiegando la spatola la massa cromatica appare materica, rilevata, spessa e conferisce all’impasto forme inedite, grasse e graffiate. Dai test realizzati si è verificato che i comportamenti di questi materiali non danno reazioni indesiderate nel tempo, come distacco e frammentazione.
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Promenade
Di Alessandro Grassani, Daniele Portanome, Fabio Barile, Lorenzo Mussi
Spazio Tadini per la rassegna Photofestival ha scelto di presentare un progetto che vuole promuovere la fotografia italiana all’estero attraverso una galleria web: www.fotonomica.com. Si tratta di una novità sul piano del rapporto tra professionisti del settore perché costituita da soli fotografi che promuovono altri fotografi. Infatti, Fotonomica rinnova periodicamente la propria selezione, guardando alle più interessanti espressioni della fotografia contemporanea, dalla ricerca artistica al reportage d'autore, alla rappresentazione del paesaggio valorizzando il made in Italy. La mostra è l’occasione per presentare il progetto di Fotonomica al pubblico.
La mostra
Promenade
Di Pio Tarantini
Espongono quattro fotografi accomunati dalla ricerca sul paesaggio declinato in diverse versioni, dal realismo e dalla documentazione antropologico-sociale alle visioni più concettuali o di raffinata ricerca formale: Alessandro Grassani, Daniele Portanome, Fabio Barile, Lorenzo Mussi. Nasce così Promenade un progetto espositivo che fa forza sulla diversità di linguaggi per evidenziare il filo rosso che collega l’impianto narrativo dei quattro lavori. I paesaggi di Fabio Barile e di Lorenzo Mussi si situano in un’area di confine tra la documentazione analitica e la visione poetica, con esiti stilistici a volte neopittorialisti, nel senso alto della definizione, per Barile e più concettuali per Mussi che ricorre, tra l’altro, al formato panoramico inclusivo di ambedue gli aspetti, analitico e poetico.
Il formato panoramico è scelto anche da Alessandro Grassani che inserisce la presenza umana in paesaggi fortemente connotati dalle problematiche sociali legate alle trasformazioni dell’Iran. In sintonia con questa impostazione anche Daniele Portanome ottiene un effetto panoramico attraverso il frequente accostamento di due fotogrammi di formato quadrato a comporre dei dittici in cui i due scatti sono in rapporto dialettico, per narrare quel sentimento di malinconia e di solitudine che pervade le vedute di questa collettiva Promenade.
Passeggiata è un termine e un momento di vita che appare desueto nella frenetica vita che caratterizza la nostra civiltà contemporanea, una pratica quasi relegata a classi di età estreme: i pensionati – che si accontentano di raggiungere i giardinetti più vicini o i circoli con bocciofila nei quartieri delle grandi città o le piazze nei paesi – e gli adolescenti e giovani che, ancora fuori dall’impegno lavorativo, percorrono i corsi delle mille città italiane attenti più ai loro immediati interessi, molto spesso legati a una visione consumistica della società. Siamo lontani dai ritmi e dai significati della passeggiata come esperienza di conoscenza, vicina a quella storica dei Gran Tour, i viaggi di formazione degli aristocratici europei che individuarono nel Bel Paese la meta preferita.
Dalla scoperta e divulgazione del procedimento fotografico, alla metà dell’Ottocento, la mirabile invenzione permise a molti più viaggiatori di documentare i luoghi visitati che fino a quel momento potevano essere descritti soltanto dall’abilità manuale dei disegnatori e dei pittori. La storia della fotografia, da quel periodo a oggi, ha declinato nei modi più vari il paesaggio e i linguaggi contemporanei riassumono tutta la complessità accumulata in tanti decenni.
Per l’Italia degli ultimi decenni alcune esperienze restano fondanti e tra queste quel cosiddetto nuovo paesaggio italiano che ebbe nel progetto Viaggio in Italia (1984) la sua manifestazione più compiuta. A quelle esperienze fanno necessariamente riferimento intere generazioni di più giovani fotografi italiani che lavorano sul paesaggio cercando di coglierne letture inedite e dialettiche corrispondenti alle grandi trasformazioni in atto in Italia e in altri Paesi.
Breve presentazione di www.fotonomica.com
“Fotonomica è un progetto che mira a creare un nuovo modello di galleria fotografica d’autore, attraverso i meccanismi e le potenzialità del web. L’idea è di raccogliere in un sito di e-commerce foto di autori italiani contemporanei da vendere direttamente in stampe numerate, abbinandolo alle attività culturali di una “classica” galleria d’arte (mostre, eventi, workshop). In breve, si tratta di aggregare online le esperienze dei fotografi, per offrire un racconto che guardi dietro alle quinte di un’opera, avvicinando l’utente all’artista e valorizzando in questo modo le foto in vendita. Le aree di interesse si concentrano su tre ambiti specifici della fotografia: il paesaggio, il reportage d’autore e la ricerca artistica. Attualmente del progetto Fotonomica fanno parte i fotografi Alessandro Grassani, Fabio Barile, Martino Lombezzi, Pio Tarantini, Lorenzo Mussi, Daniele Portanome, Roberto Toja e Matteo Cirenei.
Immagine: Alessandro Grassani, Journey in Iran
Ufficio stampa: Melina Scalise, ms@spaziotadini.it, cell.3664584532, www.spaziotadini.wordpress.com
Inaugurazione il 12 aprile alle ore 18.30
Spazio Tadini
via Jommelli, 24 Milano
apertura dalle 15.30 alle 19 da martedì a sabato
ingresso liberot