Last drop of Innocence di Valentina Brostean descrive un "diverso" contemporaneo, irreale e materico che ci sorride e disincanta. In mostra anche Leila Ataya, esponente russa del nuovo Surrealismo internazionale.
Valentina Brostean - Last drop of Innocence
Il 14 aprile 2012 assieme alla personale di Leila Ataya si inaugura alla Dorothy Circus Gallery anche il solo show di Valentina Brostean, esponente di origine Serba di un movimento neo surrealista in notevole espansione.
Pur continuando a rappresentare mondi onirici e surreali, da qualche anno a questa parte, prima con “Stories From a Neverland” (2010-2011) e di seguito con “Last Drop of Innocence”, Valentina abbandona l’immagine dilatata della quotidianità per intraprendere un viaggio fiabesco e mitologico nelle foreste del subconscio, nei fuochi dell’amore, nella natura a volte nordica a volte infernale.
I suoi personaggi si trasformano in elfi curiosi, innamorati, talvolta impauriti e talvolta maliziosi, esseri incantati e incantanti che con semplici gesti o enigmatiche espressioni, portano l’osservatore a proseguire il viaggio con loro, anche se solo per qualche istante.
Dunque ci ritroviamo ora in una selva oscura dove l’eroe protagonista del momento sconfigge i mostri della sua amata, per poi allontanarsi come nell’opera “Battle for Love”, ora in una Disney World tetra e insidiosa che scopriamo nell’opera “This Is Not A Disneyland”, ora in una caverna umida abitata da echi e ricordi di amori lontani.
Esseri con orecchie a punta e maschere di Pulcinella, unicorni a pois e creature sghignazzanti, sbucano fuori tra esili fiori azzurri che colano il loro nettare sul capo di amanti e divinità.
Nei sottoboschi animati dai colori ad olio densi e stratificati di Valentina Brostean prende vita un “diverso” contemporaneo, irreale e materico che ci sorride e disincanta sussurrandoci “Hey you lovers what will the future bring?”
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Leila Ataya - Stories from the Hourglass
Il 14 Aprile 2012 la Dorothy Circus Gallery inaugura l’attesissima mostra personale di Leila Ataya, artista neo zelandese di origini russe entrata a far parte dei grandi nomi del nuovo surrealismo internazionale. Come nei ritratti fiamminghi di Jan Vermeer, la bellezza della donna di Leila Ataya, è trasfigurata dall’incanto che suscita, e diviene rappresentazione del Misteroed epifania della creazione. Questa storia comincia nel giardino dell’Eden, il luogo fantastico dove tutto ha inizio. Nasce la Donna, Eva è il suo primo nome e se nulla sappiamo dei tratti del volto, indelebile resta lo sguardo curioso che ha reso immortale la sua giovinezza e che come un fantasma attraversa il tempo. La ritroviamo negli abiti sontuosi di una regina dai capelli rossi ed occhi di ghiaccio che svelano una sottile perfidia, accompagnata dalla posizione delle mani e dal misterioso contenuto del calice da cui fuoriescono preziose farfalle. Lo stesso volto incorniciato da un fantasioso e ricco turbante ci seduce con la dolce pazienza di una concubina orientale che avvolge nella notte le passioni più segrete. Seguiamo i suoi passi che attraversano il Liberty, la sua pelle candida è accarezzata da una volpe dagli occhi vitrei quanto quelli della nostra la misteriosa femme fatale. Arriviamo alla fragile e allo stesso tempo aggressiva donna contemporanea, con fiori tatuati sulle braccia ed i capelli di mille colori diversi. Sulla tela il buio impenetrabile, contrastato dalla luce di grandi occhi spalancati sul mondo, intrisi di ferocia e dolcezza e dall’incarnato diafano, moltiplicati dal riflesso dei gioielli o delle perle, che rimandano ad un’idea di perfezione ed eternità. In ogni dettaglio di questi ritratti, come granelli di sabbia dentro una clessidra, si può tradurre l’Enigma del creato e dell’esistenza stessa, che pur restando segreto inesauribile ci preannuncia un continuo divenire.
Inaugurazione 14 aprile ore 18
Dorothy Circus Gallery (nuova sede)
via dei Pettinari, 76 - Roma
mar-gio 15.30-19.30, ven 11:30 - 22:30, sab 11:30 - 20, domenica 12:30 - 19:30
Ingresso libero