Plus Florence
Firenze
via Santa Caterina d'Alessandria, 15
055 4628934

Scenari
dal 13/4/2012 al 17/10/2012
su appuntamento

Segnalato da

Marisa Settembrini




 
calendario eventi  :: 




13/4/2012

Scenari

Plus Florence, Firenze

Il progetto prevede diversi capitoli nei quali si troveranno a essere coinvolti 6 artisti con mostre personali. I 6 di questo capitolo sono Natale Addamiano, Andrea Bonfini, Giuseppe Ingegneri, Marco Melodia, Alessandro Scarabelli, Marisa Settembrini, ai quali si aggiunge la personale di Giuliano Grottini.


comunicato stampa

Scenari
Sei Mostre a Scenari
Progetto Artistico Internazionale ideato e diretto da Carlo Franza

“Scenari” si campiona ad essere, in una città come Firenze, lo specchio di un’arte di frontiera, assolutamente in movimento, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere l’arte nuova e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi in un clima di saccheggiamento della realtà, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Finestre sul mondo è un punto di partenza. Con “Scenari” si troveranno ad essere coinvolti, ogni volta, sei artisti con sei mostre personali. I sei di questo capitolo sono Natale Addamiano, Andrea Bonfini, Giuseppe Ingegneri, Marco Melodia, Alessandro Scarabelli, Marisa Settembrini.

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Marisa Settembrini
Il Paesaggio abituale

Piano Rosso

Scrive Carlo Franza nel testo : “...Da anni Marisa Settembrini sembra riscrivere a colori un’ Anabasi, cose viste, cose catturate, mescolando cronaca e cultura, arte e mestiere. Il tempo passa ma l’Avanguardia non è fuggita, così Marisa Settembrini vive la sua Avanguardia in un modo che sa d’ altramodernità, portandosi verso orizzonti nuovi senza tralasciare le vecchie orme che si leggono persino nel segreto delle parole, dei segni e delle onde di colore, dalle nuvole laboratoriali che stringono l’immagine, le immagini del mondo, fermate proprio in quella fissità che reclama sia la potenza espressiva, sia il senso intimo dell’apparizione, sia l’espressione del bello che racchiude l’immagine in cornice, sia l’espressione suggestiva della riflessione filosofica. Le opere sono pagine che ci fanno accedere a una natura filtrata da un laboratorio poetico che opera in modi per certi versi analoghi a quelli di un laboratorio scientifico. Segni e macchie, orlature di colore, inserti visivi, recuperano un corpo antico di immagine. Ogni opera è un sopralluogo. In ogni sopralluogo l’artista cattura le immagini più belle del mondo, di quello terrestre e di quello celeste. In ognuna di queste immagini c’è il brusio della storia, la cadenza del quotidiano, la poesia del colore, il segreto delle costellazioni che si specchiano oltre lo zenith. Marisa Settembrini con questo intervento intellettivo e coraggioso, offre della pittura il lato più innovativo, giacchè esso contiene il cuore delle cose, che è quasi un viaggio nell’anima...”.

Cenni biografici dell’artista
Marisa Settembrini è nata a Gagliano del Capo (Lecce) nel 1955. Dopo aver frequentato l’Accademia di Brera e la Kunst Akademie di Monaco di Baviera, oggi è titolare della cattedra di Discipline Pittoriche al Liceo Artistico di Brera, a Milano, città dove vive e che alterna con i riposi nella cittadina salentina di Alessano. La sua attività parte dal 1976 con l’invito alla mostra “La nuova figurazione italiana” al Palazzo dei Congressi di Roma, per conto della Quadriennale Romana. Ha vinto il Premio Lyceum per la grafica nel 1984,il Premio Cortina nel 1994 per la pittura, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio e il Premio Milano nel 1996. Negli ultimi anni Ottanta è stata presente a Milano, al Palazzo Sormani con una mostra di incisioni e nel 1991 il Comune le dedica una importante mostra nel Museo di Milano. Nel 1995, diciotto dipinti sul tema del Paradiso dantesco sono esposti all’Oratorio della Passione della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano e nello stesso anno, quarantasei opere sono esposte all’Università Bocconi. E’invitata alla VI e alla VII Triennale dell’incisione italiana e alla XXXII Biennale d’Arte di Milano con sei dipinti nella sezione del ritratto. Nel dicembre 1997 è invitata alla V Biennale d’Arte di Cremona con tre grandi opere nella sezione del racconto, insieme a Tadini e Adami. Nel 1998 partecipa, su invito, alla mostra “Il giardino della ceramica” a Pietrasanta e alla mostra “Vergine, Madre, Regina” presso la Fondazione Mons. Bello. Sempre nel 1998 è invitata alla mostra “La soglia del silenzio” e nel 1999 alla mostra “Le stagioni della luce” nella galleria Lazzaro by Corsi di Milano, ambedue a cura del critico Carlo Franza. Numerose le mostre personali in Italia (Roma, Firenze, Alcamo, Lecce, Todi, Milano, Erice, San Vito Lo Capo, Pavia, Brescia, Sondrio, Loreto) e all’estero (New York, Monaco di Baviera, Dusseldorf), e le partecipazioni a importanti rassegne. E’ presente in vari Musei stranieri (Berlino, Montreal, New York) e italiani. Per questi ultimi vale ricordare le recenti acquisizioni al Civico Museo del Disegno di Salò (BS), 1993; al M.I.M.A.C. (Museo Internazionale Mariano di Arte Contemporanea) presso la Fondazione Mons. A. Bello di Alessano (LE), 1998, alla Civica Raccolta di Arte Contemporanea di Ruffano (LE), 1998,e al Civico Museo all’Aperto della Scultura di Martano(Le) nel 2004 con la “Porta della Luna”.

Negli ultimi anni che chiudono il Millennio si dedica ad un racconto ove la scrittura transita nella pittura, in un trittico di mostre milanesi (Blanchaert Antiquariato, Chiesa Antiquariato) che culminano nella Rotonda di San Carlo al Corso. Nel 2003 viene collocata una sua grande Croce nel Santuario di San Vito a San Vito Lo Capo in Sicilia. Nello stesso anno espone a Sondrio in Palazzo Martinengo, poi ad Alcamo dai Maestri Evola e a Roma al Centrale Ristotheatre; per poi essere nel 2004 a New York, ancora a Milano con una mostra promossa dalla Provincia nello Spazio Guicciardini e a Roma in Vaticano, chiamata da Giovanni Paolo II per eseguire un grande ritratto che è andato, dopo la sua morte, nella cattedrale della città natale del Pontefice in Polonia. Gli ultimi anni la vedono impegnata nuovamente nel tema del racconto con installazioni all’Otel Ristotheatre nel 2005 e 2006, al Palazzo Borghese (FI) nel 2007 e 2008. Al Creative Council di Milano espone nel 2008 l’installazione “Sussurrando la libertà” e la personale “Cede alla luce di perla il cielo” nel 2010. Ancora nell’estate 2008 è invitata dall’Amministrazione di Loreto con la mostra “Alla corte del tempo” nel Bastione Sangallo. Partecipa a Milano al Circolo della stampa nella rassegna “Panorama Italiano” e allo Studio Comerio con “Canto per Eva” e un esempio di Pont Art e ancora “Solstizio d’inverno”. Nel 2009 è a Firenze dove al Plus Florence, presenta la mostra “Viaggio in Europa”. Nel 2009 l’Amministrazione Comunale di Teglio le ordina in città una mostra personale, partecipando anche a “Nuovi Scenari” una prestigiosissima rassegna dislocata in più luoghi cittadini e curata da Carlo Franza; e nel 2010 è invitata dal MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello alla rassegna “Sentieri di pace”. Il 2011 la trova coinvolta in una grande antologica dal titolo “Novecento e oltre” al Plus Berlin di Berlino e a Borgo Cardigliano, Specchia. Di rilievo la partecipazione alla rassegna internazionale, itinerante, per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Invitata da Vittorio Sgarbi con due grandi installazioni (Libertà e La Colonna di Borges) alla 54.ma edizione della Biennale di Venezia. Ha inoltre elaborato in coedizione con alcuni scrittori varie cartelle di grafica. E’ stata segnalata da Jean Pierre Jouvet nel Catalogo Comanducci n. 14 e da Domenico Montalto nel n. 27. Della sua arte hanno scritto critici e scrittori italiani e stranieri, da Argan a Carluccio, da A. Del Guercio a Fabiani, da Ferguson, a Carlo Franza, da Armando Ginesi a Virgilio Guzzi e a Montalto, dalla Muritti a Ponente, da Russoli a Sanesi, da Evelina Schatz a Walter Schonenberg,da Fulvio Papi a Marco Valsecchi.

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Lorenzo Scarabelli
L'orizzonte dei simboli

Piano Arancio

Scrive Carlo Franza nel testo: “L'indeterminato appare il fattore essenziale della poetica pittorica di Lorenzo Scarabelli, una sorta di orizzonte senza fine, con tutto il senso dello sconfinamento, perchè si vedrà com'egli abbia approfondito i messaggi della materia, il mistero dei segni, le impronte e le ferite del tempo. Meraviglia non poco l'intensa visibilità dei suoi dipinti che, pur giovane, apporta visioni personali alla trasfigurazione della realtà, versioni individualizzate dei riflessi del mondo reale sulla coscienza e la sensibilità. La sua appare una iconografia indistinta, informale, elegante, risolta con notevole maestria, capace di leggersi lirismo intimista,dove tutto abita in uno spazio sfumato, sottile, poetico, e la grandiosità atmosferica è diventata intima e tenera. Il suo procedere è certamente neo- informale perchè vive sull'innesto di quel grande albero dell'informale che dagli anni Sessanta del Novecento ha aperto finestre su molti segni e simbologie, testimoniando le sopravvissute conquiste. Pittura autentica, dove i colori e le diverse tonalità della materia più o meno densa, ma anche elementi poveristici, dell'arte povera e del documento esistenziale e consumistico, annegano in questo mare misterioso. Per Scarabelli il neoinformale è solo lo slittamento provvisorio, un passaggio fra la sottomissione formale e la spoglia poetica del vuoto; e la ricerca della essenzialità pittorica, dopo aver indugiato di fronte all'abisso dove si identificava con il nulla esistenziale,trasformò l'informe in riconquista della struttura ”.

Biografia dell’artista
Lorenzo Scarabelli è nato a Milano nel 1978, ma vive e lavora a Sesto San Giovanni. Dipinge da tempo, ma solo in questo ultimo biennio ha iniziato un percorso artistico di professionalità, facendo vedere e conoscere le sue opere. E' questa la sua prima personale, invitato dal Prof. Carlo Franza, nel Progetto Scenari al Plus Florence di Firenze. Altre mostre personali sono programmate a Milano e a Berlino. E' candidato al Premio delle Arti Premio della Cultura al Circolo della Stampa di Milano edizione 2012.

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Marco Melodia
Il viaggiatore insonne

Piano Azzurro

Scrive Carlo Franza nel testo: “E' toccato a Marco Melodia, di ritorno qualche anno fa da quell'inconfondibile esperienza in territorio indiano, alle prese con una cultura tra il mistico e il filosofico, vestire gli eventi, ma anche personaggi e paesaggi che abitano oggi i suoi dipinti di un'aria tra il certo e il vero, di una sorta di irreale realtà, di fiabesca visione, di bellezza transitoria e talvolta angelicata, incline all'estasi e allo stupore. Figure, demoni carnali e angeli, viaggiatori insonni, vite appartenenti a secoli diversi, tutto subentra e tenta di cambiare aria nel ritrovarsi, attraversati da un fremito, e con gesti a strappi, in una sistematica coloritura che si trascina tra una storia salmica e un mondo di eroi. Marco Melodia è maestro nel rappresentare tutto un mondo, tra reale e ultraterreno, in quel trapestio di mani, di visi, di atteggiamenti, di stoffe, di canti e di ebbrezze, di gesti di passo, per meglio accogliere l’essenza delle metamorfosi umane. E in tutta questa favola reale e colorata rappresentata c’è il credo della loro esistenza, una religiosità essenziale, una bandiera che avvolge le loro vite. Ecco, dunque, una pittura in cui prevale l’impronta documentaria di uno stile oggettivo, che dovrebbe per l’appunto riprodurre fedelmente il mondo che interessa all’artista. In realtà anche questa precisione descrittiva è uno dei tanti modi di leggere la realtà, e quindi è sempre un’interpretazione. Anche nelle certificazioni fotografiche rielaborate, Marco Melodia va in questo modo ad aggiungersi ai più bei nomi della fotografia italiana, da Fontana a Migliori, da Biasiucci, fino a Giacomelli. Ha messo in piedi un romanzo pittorico per immagini, il paradiso del presente ”.

Cenni biografici dell’artista
Marco Melodia è nato a La Spezia nel 1949, ma vive e lavora a Milano. Figlio di Davide pastore protestante, Storico del Cristianesimo e pittore attivo negli anni '60. Si avvicina all'arte con la fotografia, poi intraprende una via spirituale che lo porta in India ; al ritorno in Italia si accosta alla pittura intorno al 2000 partecipando a diverse collettive principalmente a Milano. E del 2011 l'incontro con lo Storico dell'Arte Prof. Carlo Franza che lo invita nel 2012 con una personale dal titolo “Il Viaggiatore insonne” nel Progetto Scenari al Plus Florence di Firenze. E' già in programma per la stagione 2012-2013 una sua mostra a Milano all' Artestudio 26 sempre curata dal Prof. Carlo Franza e una mostra al Plus Berlin di Berlino. Ed è ugualmente candidato al Premio delle Arti Premio della Cultura edizione XXIII del 2012 al Circolo della Stampa di Milano. Del suo lavoro hanno scritto critici tra cui il Prof. Carlo Franza.

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Giuseppe Ingegneri
In cima alla vita

Piano Beige

Scrive Carlo Franza nel testo: “ Una intera vita dedicata all'arte, tanto da arrivare in cima alla vita con i risultati raggiunti per spessore, composizione, liricità, storia, e colori di febbrile poesia. Così Giuseppe Ingegneri artista italiano in giro per il mondo, che ha trascorso decenni nell'Africa Orientale, lo potremmo anche definire pittore etnografico che ci ha ormai lasciato un patrimonio figurale di straordinaria ricchezza e varietà, per cui paesaggi, nudi, squarci di vita e di società africana, sono l'elemento perniante che ritroviamo in tutta la sua produzione. Ingegneri ha avuto diversi periodi, tra cui anche quello africano, e tutti lasciano individuare la maestria e la passione che il maestro italiano ha avuto in tutta la sua esistenza, la grande capacità di disegnare dal vero, mai cogliendone la semplice forma, anzi l'anima di ogni cosa, l'appassionata vitalità romantica che tiene in vita soggetto e colore. Popolarità e tradizione, classicità e ricerca di una perduta armonia, folclore e civiltà pura e incorrotta, tutto si svolge all'insegna della versione moderna del buon selvaggio rousseauiano, tutto si apparenta in lezione che, dai fiamminghi agli olandesi, si porta verso le scuole regionali italiane, facendone un maestro di sensibile caratura, di raffinata poetica, di storia e società, di costume e culture extraeuropee. La lezione di Giuseppe Ingegneri si fa stringente e mirata quando dell'immagine, della figura e del nudo ne fa un capitolo assoluto, talmente alto da significarlo maestro capace di rigorose formule, di elegante rigore e di monumentalità delle forme pure e decantate che traducono la bellezza interna di sguardi e mistica orientaleggiante”.

Biografia dell'artista
Giuseppe Ingegneri è nato ad Adria nel 1913. Nel ’35 parte volontario per l’Africa. Il continente nero, le sue donne, l’intera poesia africana gli danno il mal d’Africa e quindi, terminata la guerra, decide di rimanere: saranno trent’anni di vita e di avventure prima di ritornare in Italia. Nel 1939 espone alla prima Collettiva d’Arte di Addis Abeba. Nel 1940 esegue sculture per la Casa Cattolica di Addis Abeba. Poi, dopo tre anni di prigionia, tra insegnamento e mostre personali. Fino al 1964 rimane in Eritrea. E’ in questo periodo che la stampa di Asmara pubblica recensioni e note critiche. Lo Storico dell'Arte Prof. Carlo Franza così giudica il pittore e le sue opere: Ingegneri lavora scartando le vane immagini, il divenire delle superfici, mentre deposita le immagini pesanti, centrali, plastiche, intime della materia, e come figura e come elemento cosmogonico”. Ha così creato un grande poema africano, insieme realistico e fantastico che si sente palpitare attraverso la respirazione tranquilla di questo mondo con il suo spessore fisico, il suo senso di peso, la sua oscura densità, ricco insomma di quelle forze interne che si condensano in eros. Si pensi e si ammirano i densi paesaggi, le bagnanti e le ragazze etiopico-eritree che diventano il punto in cui l’immagine erotica e l’immagine terrestre coincidono; i cactus e i maestosi baobab che si oscurano e si induriscono in una verde roccia; i cieli carichi di pulsanti alternative tra il giorno e la notte; la luce libera e il groviglio oscuro e denso della pelle delle ragazze africane; la calma ondeggiante delle carovane di cammelli; gli aggregati sociali evidenti dai tucul nel bassopiano etiopico o le città di Adigrat, Massaua e Asmara”. Dopo la morte si sono tenute antologiche a Firenze e a Roma e insignito, alla memoria, del Premio delle Arti Premio della Cultura edizione 2011 al Circolo della Stampa di Milano.

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Giuliano Grittini
Le calligrafie della bellezza

Salone delle regole

In uno spazio ove alberga già il progetto “Scenari ”, a Firenze, è ospitata la mostra “Le calligrafie della bellezza”con opere dell’artista Giuliano Grittini. La mostra, ideata e curata dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, è una sorta di termometro della spettacolarità e della storicità dell’arte nuova, di un'arte che si fa veicolo di novelle idee scolpite nella cultura occidentale, di un'arte capace di rigenerare mondi e uomini, e si fa anche bussola in un mare di proposizioni della cultura e delle arti internazionali.

Scrive Carlo Franza nel testo: “Grittini ha affrontato nel suo percorso capitoli di vivace pregnanza filosofica oltrechè artistica, lavorando intimamente sull'immagine, persino clonandola, e andando oltre quel tessuto di pensiero che era “l'arte nell'epoca della sua riproducibilità”... E' così che con intelligenza e coraggio sfugge le ragioni dello sgraziato, tema graffiante che nel secondo novecento ha contaminato l'arte contemporanea, per riportarsi non solo allo studio e all'iconicità di teatralità e ritualità del nostro tempo, riproponendo figure e vitalismi in cui la rappresentazione del mito, la bellezza eternata, ritrovano novelle stagioni, occasioni e sollecitazioni varie. Ciò avviene non solo con il recupero della cultura e dell'iconografia popolare, e l'esplorazione di temi legati alla memoria di sé e della cultura occidentale, ma anche con l'utilizzo di tecniche diverse che vanno dal fondo oro alle scritture recuperate, calligrafie e pagine di testi antichi interessate ad esplorare la vita come arte. E se ognuno di noi vive e si scopre attraverso gesti, sguardi e calligrafie, ebbene calligrafie e scritture si ritrovano ad essere con Grittini la nostra coscienza visiva moderna, il confine di esperienze e di un tempo che sono una misura dello spazio e dell'essere, una forma di esplorazione culturale e percettiva. I segni del tempo, i segni della bellezza esteriore e interiore, i segni della memoria, i ricordi e gli incontri, tutto è declinato attraverso questi molteplici mezzi espressivi, è l'inizio di un lungo racconto che l'artista lombardo ci porge... L'artista affonda lo sguardo nella grande scuola del mondo, in quelle tracce scrittorie e in quelle icone che sono memoria e stratificazione storica, riproponendo non copie colorite, ma esemplari di grande disciplina, carichi di umana verità, di ricerca sul vero, ed anche di misteriose azioni visive concitate e drammatiche, di epica grandezza. Dei e dee del nostro tempo,donne e madonne come Alda Merini la più significativa e sorprendente poetessa italiana e Marilyn Monroe, ma anche icone della musica mondiale e del rock come i “Beatles” o i “Queen”, tutto porta lungo i sentieri della memoria e intorno a geografie mentali, ricostruendo di fatto il senso delle esperienze e degli oggetti, riprendendone così possesso di quanto viene normalmente portato verso la banalizzazione e l'oblio...Grittini è un grande poeta di inquieti palpiti, poeta di immagini e di scritture, come per agguantare la dolcezza di un volto e i volti della bellezza, sempre resistente, grazie non solo a uno slancio d'amore, ma soprattutto a una sorta di eroicità che riporta a vivere con la memoria il sogno e la rimembranza.

Cenni biografici dell'artista
Giuliano Grottini nasce e vive a Milano dove ha frequentato la scuola di Disegno Grafico e alcuni studi di importanti artisti, lavorando e realizzando libri d'artista e approfondisce l'arte della stampa. Realizza opere con artisti tra cui: Baj, Fiume, Sassu, Guttuso, Scanavino, Tadini, Warhol, Vasarely, Rotella, Ugo Nespolo e altri. Appassionato di fotografia, frequentando studi di artisti li fotografa in vare fasi del loro lavoro e durante le mostre in gallerie d'Arte. Con il critico e scrittore Luciano Prada pubblica il Volume "44 facce d'Autore" Fotografie e aforismi di artisti e personaggi del mondo dell'arte. Fotografie e opere sono state pubblicate da: Rizzoli, Bompiani, Frassinelli, "L'Espresso", "Panorama", "Corriere della Sera", "La Stampa", "l'Unità". Ha tenuto numerose mostre personali e collettive e ha partecipato a fiere nazionali e internazionali. Mostre e avvenimenti: Festival della Parola "VeneziaPoesia", Venezia, 1977 fotografando Alda Merini e Umberto Eco; "Arte oggi in EuropaART, Milano, 1994; MI-ART, Fiera d'Arte Moderna e Contemporanea, Milano, 1997; Biennale di Venezia, partecipa all'interno del "Bunker poetico" fotografia, Venezia, 2001; Festival della Letteratura 2002, partecipa alla mostra "Il lato oscuro della letteratura", con una prefazione di Alessandro Riva, pittura e fotografia; Galleria Bonelli Mantova, "Amore vol mente", Teatro Miela, Alda Merini e Licia Maglietta, Trieste, 2002. Libri: E' già difficile vivere una volta, figuriamoci molte volte" con una prefazione di Carlo Franza (con Alda Merini, CLON - ART, 1997 ); Ringrazio sempre chi mi da ragione (con Alda Merini, Stampa Alternativa, 1997); Il piacere di scrivere (L'Incisione Edizioni d'Arte - Milano ). Donna tra Mito e Società - personale Biblioteca comunale - Boffalora Ticino. Nel 2003 viene pubblicato - Edizione Del Libro Unico - "ANTE LUCEM", Marina Cerati. Per l'edizione "Pulcinoelefante" realizza numerose fotografie di poeti ed artisti, per Dialogo Libri realizza la copertina "Oggi come Ieri". Novembre 2010 allo Spazio Oberdan per la Provincia di Milano "ALDA MERINI - L'anima della luce – Testimonianze", una mostra dedicata ad Alda Merini, con le testimonianze di vari artisti nazionali e internazionali. E' inoltre autore insieme al regista Cosimo Damiano Damato del Film "una donna sul Palcoscenico" con foto e riprese video su Alda Merini e con la testimonianza di Mariangela Melato. Presentato nel 2009 al festival del cinema di Venezia. Dal 18 Dicembre 2010 a Palazzo Reale di Milano presenta una serie di centinaia di immagini dedicati ad Alda Merini con la regia di PierPaolo Venier nella mostra dal titolo "Ultimo atto d'Amore" con Mimmo Rotella e una serie di opere dedicate a Marilyn”.

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Andrea Bonfini
La carta delle febbri

Piano Verde

Scrive Carlo Franza nel testo : “Il giovane Andrea Bonfini giunge all'arte del segno, dell'immagine e del racconto, attraverso l'uso per lo più di carte che sono come attraversate da una febbre incidente, con una sottile determinazione linguistica e poetica. Così Bonfini volge il suo lavoro verso risonanze organiche, filtrate da una lenta e blanda vitalità, alleando il mistero della vita con la sensazione di qualcos'altro che si dibatte fra la speranza e la rovina, fra indecise metamorfosi embrionali. Ecco allora le opere, dalle più iconiche ad altre più informali ed astratte,vivere su un incrocio di tensioni, da una parte la tensione fra la pseudoavanguardia informale e un chiaroscurismo di netta provenienza museistica, dall'altra la poetica elementarmente simbolica di un antagonismo universale fra luce e ombra. Pittura di azione con suggerimenti biomorfici e paesaggistici che stabiliscono un rito esasperato del gesto informale, portando una divisione dell'opera in due zone opposte, in un vasto orizzonte sotto il quale si estende una zona di oscura e bollente attività. Proprio racchiudendo tanti germi artistici la sintesi possiede una autentica qualità esplosiva. La poetica che sostiene il lavoro di questo giovane artista è che dal mostruoso può sbocciare l'immagine metamorfosata di una nuova vita. Da queste carte muovono anche il simbolismo ambiguo, oscillante fra i suggerimenti mistici, l'essere e il nulla esistenziale, le mitologie costruite sopra l'ascetismo,la morte,lo stoicismo e la fatalità. Grandi capacità e vitale laboriosità manuale del segno aprono la personalità artistica di Bonfini a mimetiche accensioni di estrema sensibilità, capaci di fare fermentare lo spirito simbologico che attraversa situazioni di realtà esistenziale. E allora queste opere pungenti e acutissime sono sintesi di vita ma anche repertorio di segni comunicativi”.

Biografia dell’artista
Andrea Bonfini è nato a Teramo nel 1981. Si è laureato presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano dopo essere transitato anche dall'Accademia di Roma. Ha conseguito il Master d'Arte e Fashion Design all'Istituto Italiano della Moda a Roma. Ha partecipato su invito a prestigiose rassegne d'arte nazionali ed estere (Roma, Formello, Cagliari, Pistoia Sulmona, Molfetta, Milano, Aix en Provence- Francia, ecc.). Ha realizzato costumi di scena teatrali per l'Institute Ballet Preljocaj in Francia e per l'Accademia di Belle Arti di Roma e l'Ecole Nationale Superieure des Beaux Arts di Parigi. Nel 2012 tiene la sua prima personale a Firenze al Plus Florence nel Progetto “Scenari” invitato dall'illustre Storico dell'Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza, il quale lo candida anche al Premio delle Arti Premio della Cultura, edizione 2012, al Circolo della Stampa di Milano. Altre sue mostre personali sono programmate a Milano e a Berlino tra 2012 e 2013.

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Natale Addamiano
Viaggio in Puglia

Piano Fucsia

Scrive Carlo Franza nel testo : “La sua pittura da sempre allocata nell'indagine della natura, e per di più di quella pugliese, ritagliata nel fazzoletto delle Murge, racconta non solo l'intensità autobiografica,e la consapevolezza di una motivazione espressiva, ma racconta una condizione un po' inedita, un lungo viaggio attorno a un unico tema esistenziale, che sono in luoghi del vissuto, che diventano riconoscimento, eco e risonanza, amore inesprimibile, attrito, distanza, idea infinita e indecifrabile dei colori segmentati in un perpetuum immobile... Nello spaccato generale e storico del paesaggio italiano, Natale Addamiano ha una sua nicchia significativa, ove la natura è riconsiderata come una pagina di diario vissuto, intrisa di forza sorgiva, di colore, espressione e segno, e soprattutto di un colore che è una sorta di orizzonte misterioso e indecifrabile dell'eros. Nel senso che la descrizione pittorica del naturale, della terra primordiale, il polimorfo sensismo serrato della terra e delle stagioni si contiene nelle sensuali tentazioni materiche e nella declinazione intimista... Addamiano è ancora uno dei pochi artisti italiani che pone il suo accento sulla materia,consegnandoci un paesaggio in cui il grumo diventa segno su ampie e piccole superfici, brancolante in larghe traiettorie e raggrumato in pieghe come di pelle, su cui la luce batte e resta a brillare sommessamente di uno spento riverbero...”.

Cenni biografici dell’artista
Natale Addamiano nasce a Bitetto (Bari), nel 1943. Nel 1968 Si trasferisce a Milano, per frequentare l’Accademia di Brera con il suo amico Michele Zaza. A Brera frequenta i corsi tenuti da Domenico Cantatore, fino al diploma conseguito nel 1972. 1970, tiene la prima mostra di disegni alla Galleria L’Agrifoglio di Milano. 1971, inaugura la nuova Galleria Solferino di Milano con una trentina di dipinti eseguiti a Brera sul tema dei Diari Notturni con testo in catalogo di Giorgio Seveso; in occasione della mostra Dino Buzzati scrive di Addamiano sul “Corriere della Sera”, diventandone amico e collezionista, insieme a Mario Perazzi.. A ottobre viene chiamato da Roberto De Robertis a insegnare presso la sua cattedra di pittura all’Accademia di Bari. 1976, chiamato da Domenico Cantatore a insegnare presso la sua cattedra di pittura di Brera, si trasferisce a Milano. Centinaia le sue mostre personali in gallerie e musei in Italia e in più parti del mondo, dal Giappone alla Grecia. Inizia la sua ricca attività di opere eseguite in litografie con la stamperia La Spirale di Milano, diretta da Franco Ferrarotti. 1990, tiene personale alla Spirale di Franco Ferrarotti a Milano, nell’occasione conosce Kayoko Shimada, che dal quel momento sarà il suo riferimento per il Giappone. 1991, è invitato alla VI Triennale dell’incisione a Palazzo della Permanente di Milano; viene invitato alla XXXII Biennale di Milano, Palazzo Permanente, Milano. Nasce l’archivio di Addamiano presso la Dep Art di Milano. 2003, ottobre, si reca in Giappone dove inaugura cinque personali nelle principali città. 2004, viene invitato a Cracovia dall’Istituto Italiano di Cultura, dove esporrà 30 opere dal 1970 al 2004, catalogo con testo critico di Flaminio Gualdoni. 2005, il Comune di San Vito al Tagliamento gli organizza un’ampia mostra antologica di opere all’Ex Ospedale dei Battuti, con catalogo edito dalla Dep Art di Milano a cura di Andrea Del Guercio. L’Associazione Eleatica Onlus di Salerno organizza un’ampia antologica al Museo Archeologico Nazionale di Paestum con testo di Luca Beatrice. Nell’occasione verrà presentato il secondo volume sulle opere 1970-2005 edito da Dep Art di Milano, con scritti di L. Beatrice, A. Bertani, G. Bruno, D. Cara, G. Cavazzini, A. Del Guercio, F. Gualdoni, C. Franza, P. Marino, R. Sanesi, G. Seveso, T. Trini e G. Zaza.

Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008.

Immagine: Marisa Settembrini

Inaugurazione sabato 14 aprile ore 18

Plus Florence
via Santa Caterina d'Alessandria, 15 Firenze
ingresso libero

IN ARCHIVIO [7]
Daniela D'Orazio
dal 8/11/2013 al 19/3/2014

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