'La sofferenza della luce' documenta trent'anni di carriera di Alex Webb, un reporter che e' riuscito a narrare luoghi e situazioni del mondo nelle loro pieghe piu' insolite. 'Magnum. La scelta della foto' presenta 30 "provini a contatto" dei grandi autori dell'agenzia affiancati dalle corrispondenti immagini scelte. Infine, Massimo Berruti ha raccontato in un reportage la vita quotidiana del corpo di milizia dei Lashkar in Pashtunistan.
Alex Webb
La sofferenza della luce
a cura di Alessandra Mauro
Dal 27 aprile al 17 giugno 2012
La luce infuocata e la potenza del colore sembravano in qualche modo impressi nelle culture con cui stavo lavorando; era un altro pianeta rispetto alla riservatezza grigio-marrone del New England, nella quale ero cresciuto. Da allora ho lavorato quasi esclusivamente con il colore.
Alex Webb
Giovedì 26 aprile 2012 alle 18.30 inaugura, presso Fondazione Forma per la Fotografia, la mostra La sofferenza della luce. Fotografie di Alex Webb.
La mostra raccoglie trenta anni di fotografia e di reportage di questo grande autore che è riuscito a narrare con il suo colore, denso e acceso, luoghi e situazioni del mondo fin nelle loro pieghe più insolite.
All’inizio della sua carriera, a metà degli anni Settanta, seguendo le orme dei suoi maestri, Webb fotografa in bianco e nero ma presto si rende conto che un altro linguaggio, e una diversa cifra stilistica, sono più vicini alla sua sensibilità. In un viaggio ad Haiti del 1975, Webb cambia il suo modo di vedere e di fotografare. Da adesso, il colore diventa una scelta narrativa obbligata, tanto da spingerlo a cercare i luoghi dove la luce e i colori diventano, con una forza a volte anche crudele, elementi di base per comprendere e descrivere un territorio. Entrato a far parte dell’agenzia Magnum nel 1976, Webb non ama definirsi fotogiornalista ma si sente piuttosto un fotografo di strada, per l’approccio empatico con cui affronta ogni viaggio, ogni lavoro.
Haiti, i Caraibi, il Messico, l’Etiopia, il Costa Rica, il Brasile, ma anche la Russia e il New England delle sue origini, sono altrettante tappe delle sue ricognizioni fotografiche. Nelle sue immagini la luce è forte, violenta, esasperata che esalta le ombre e i colori. Le foto di Alex Webb sono complesse, cariche di elementi, di superfici riflesse, di aperture che moltiplicano i livelli di lettura.
La mostra raccoglie un insieme affascinante di immagini a colori e conferma la grandezza di un fotografo tra i più celebri del nostro tempo.
“L'unico modo che conosco per affrontare un posto nuovo è camminare. Perché un fotografo di strada deve camminare e guardare e aspettare e parlare, e poi guardare ancora, cercando di mantenere la fiducia che l'incognito, l'inaspettato o il cuore segreto di ciò che già conosce, lo aspetti dietro l'angolo.”
Alex Webb
La mostra, a cura di Alessandra Mauro, è accompagnata da un catalogo edito da Contrasto.
In occasione della mostra, Alex Webb e Rebecca Norris Webb guideranno un workshop , organizzato presso Forma il 5 e 6 maggio, dal titolo “Milano: trovare la propria visione”.
Biografia
Nato nel 1952 a San Francisco, California, Alex Webb si laurea a Harward in Storia e Letteratura e prosegue la sua formazione iscrivendosi al Carpenter Center for the Visual Arts. Nel 1974, a soli ventidue anni, inizia la sua carriera di fotoreporter professionista e nel 1976 è già un associato dell’agenzia fotografica Magnum. Comincia a pubblicare su importanti testate: Life, Geo, Stern e National Geographic realizzando lunghi e accurati reportage nel Sud degli Stati Uniti. Lavora nei Caraibi e in Messico e poi in America latina e Africa.
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Magnum
La scelta della foto
a cura di Fiona Rogers
Dal 27 aprile al 17 giugno 2012
“Nutro sempre dubbi nel lasciare che i miei provini vengano resi pubblici ma alla fine mi dico che anche io sono spesso curiosa di vedere come lavorano gli altri fotografi… Raramente esprimiamo a parole tutto quello che ci frulla in testa, se non sulla poltrona di uno psicoanalista, e i provini non risparmiamo né l’osservatore né il fotografo stesso. Penso che, se mi lascio violare pubblicando ciò che ho di più intimo, è come se mi prendessi il rischio di spezzare un incantesimo, di svelare un mistero.”
Martine Franck
Trenta tra i più importanti, e preziosi, “provini a contatto” dei grandi autori dell’agenzia Magnum, affiancati dalle corrispondenti foto scelte.
I fogli di contatti selezionati, corredati dai commenti dei diversi autori, raccontano storie, rivelano dettagli, ripercorrono vicende cruciali della storia contemporanea e al tempo stesso, testimoniano il successo di una determinata immagine, ma anche i drammi e le vicende umane che i fatti ritratti evocano.
Questa mostra costituisce una selezione in anteprima ristretta di un progetto espositivo ancora più ampio e complesso su cui Magnum Photos sta lavorando da anni e che verrà presentata in un grande tour mondiale a partire dal 2013.
In mostra sarà possibile ripercorrere il processo creativo che porta alla nascita e alla individuazione de “La foto”: il perché di uno scatto, l’intuizione giornalistica che spinge all’azione, le condizioni spesso difficili di lavoro e, infine, il momento cruciale della scelta dell’immagine che diventerà, magari, simbolo e icona di un avvenimento o di un personaggio.
In un momento in cui l’uso del digitale ha completamente stravolto il metodo di lavoro dei fotografi, Magnum. La scelta della foto documenta e testimonia una pratica totalmente diversa di pensare di lavorare con al fotografia: quando i provini permettevano di rintracciare, a distanza di tempo, la memoria visiva di un avvenimento, un’atmosfera, uno stato d’animo particolare.
La mostra è accompagnata da un libro edito da Contrasto.
La mostra è a cura di Fiona Rogers ed è organizzata in collaborazione con Magnum Photos, Londra.
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Lashkars
Fotografie di Massimo Berruti
a cura di Renata Ferri
Dal 27 aprile al 27 maggio 2012
Giovedì 26 aprile 2012 alle 18.30 inaugura, presso Fondazione Forma per la Fotografia, la mostra Lashkars. Fotografie di Massimo Berruti.
Massimo Berruti ha raccontato in uno straordinario reportage il Pashtunistan, cruciale regione cerniera tra Pakistan e Afghanistan.
Si è immerso nella valle di Swat per seguire la vita quotidiana dei Lashkar, un corpo di milizia civile che combatte in prima linea contro la minaccia talebana per difendere gli abitanti della zona con il sostegno dell’esercito pakistano. I Lashkar contribuiscono a portare la pace e la sicurezza nella regione contro gli attentati e il rischio d’infiltrazione dei ribelli. Berrutti è riuscito a penetrare all’interno di questa comunità di combattenti conquistandone la fiducia e seguendola nel quotidiano.
Il conflitto non è mai visibile esplicitamente negli scatti di Berruti, la sua presenza però è percepibile ovunque: abitazioni ridotte a ruderi, costruzioni abbandonate, interni poverissimi e soprattutto tante armi che accompagnano i Lashkars costantemente, non solo durante i momenti di ricognizione ma anche nel privato delle loro famiglie.
Condividendo la vita quotidiana con i Laskhars, Massimo Berruti ci comunica una potente percezione di attesa. Attesa del fotografo, certo, ma anche attesa dei militari il cui tempo è ritmato dai pattugliamenti notturni. Attesa che qualcosa accada. Questa capacità di riannodare, attraverso il tempo lungo, i fili di una storia che supera l’immediatezza degli scontri o dei combattimenti, aggiunge un valore in più a queste immagini di grande forza documentale. Un valore tanto importante in quanto oggi, prendere del tempo per poter andare fino in fondo alle cose sembra essere, purtroppo, una forma di lusso. A detrimento del senso.
Christian Caujolle
La mostra ospitata a Forma raccoglie gli scatti più significativi di questo lavoro che si è aggiudicato il Premio Carmignac Gestion per il Fotogiornalismo 2010.
Massimo Berruti
Nato a Roma nel 1979, è fotografo dal 2004 e membro dell’agenzia francese VU’ dal 2007. Per il suo lavoro sul Pakistan ha a lungo soggiornato a Islamabad scegliendo di vivere a fianco di una popolazione ostaggio di una violenza estrema, di matrice politica, religiosa ed etnica. Il suo reportage “Bagno di sangue a Karachi (omicidi programmati)” si è aggiudicato nel 2011 il secondo premio del World Press Photo e il terzo premio del Picture Of the Year International. Nel 2009 gli è stato conferito il Premio del Giovane Reporter del Festival Visa per l’immagine.
Premio Carmignac Gestion di Fotogiornalismo
Con questo premio Carmignac Gestion desidera sostenere ogni anno i fotogiornalisti che, attraverso la loro opera, sono in prima linea sui luoghi dell’evento e difendono i valori di coraggio, indipendenza, trasparenza e condivisione a noi cari.
Nel 2009 la Fondazione Carmignac Gestion ha creato il Premio Carmignac Gestion di fotogiornalismo, destinato a finanziare un progetto di reportage su un tema specifico di attualità. Dotato di una borsa di 50.000 euro, il premio si prefigge di promuovere il lavoro svolto in profondità sul campo da un fotogiornalista. Oltre al premio finanziario, la Fondazione Carmignac Gestion accompagna il vincitore nella diffusione del suo reportage con l’organizzazione di una mostra e la pubblicazione di un’opera monografica.
La Fondazione si impegna altresì ad acquistare quattro fotografie facenti parte del lavoro premiato. Una giuria composta da esperti dell’immagine e di questioni geopolitiche seleziona ogni anno un progetto. La scelta di come trattare il tema annuale spetta ai fotogiornalisti, i quali sono liberi di scegliere un’angolatura politica, economica, sociale o culturale.
L’approccio adottato deve inserirsi chiaramente in una tradizione umanista volta a interrogare il reale con sensibilità, rifiutare di cadere nella caricatura e nella tirannia dell’istantaneità, studiare il contesto e comprendere la situazione per presentare la realtà nella sua complessità.
Decidendo di sostenere una professione che risente di una grave crisi di finanziamenti, Carmignac Gestion ha voluto fornire a questi testimoni del mondo contemporaneo i mezzi necessari per andare là dove gli altri non vanno. In armonia con i valori che animano i suoi collaboratori, Carmignac Gestion vuole difendere uno sguardo personale e impegnato, per definizione minoritario e, per questo stesso motivo, indispensabile.
La Fondazione Forma per la Fotografia, creata da Contrasto, si avvale per la comunicazione della collaborazione di Corriere della Sera e ATM che ospita FORMA all'interno dello storico deposito dei tram del quartiere Ticinese.
Forma si avvale dell’indispensabile partecipazione di BNL Gruppo Bnp Paribas e Coop.
Immagine: Alex Webb/Magnum Photos/Contrasto, Bombay, 1981
Anteprima stampa 26 aprile ore 11.30
Inaugurazione 26 aprile ore 18.30
Fondazione Forma per la Fotografia
Piazza Tito Lucrezio Caro, 1 Milano
Tutti i giorni dalle 10 alle 20. Giovedì e Venerdì fino alle 22. Chiuso il Lunedì
Costo biglietto: 7.50 euro Ridotto 6 euro Scuole 4 euro