Volume 1, a cura di Gilles Verneret. L'esposizione collettiva presenta i lavori recenti di quattro giovani artisti francesi che si relazionano in modo personale alla fotografia: Aurelie Petrel, Karim Kal, Delphine Balley e Julien Guinand.
a cura di Gilles Verneret
Bloogallery ha il piacere di presentare Tendenze Contemporanee della Giovane Fotografia vol.1, la prima esposizione collettiva in Italia dai recenti lavori dei giovani artisti francesi. Dall’esplosione della fotografia all’inizio degli anni novanta e dalla sua entrata nel campo dell’arte contemporanea, osserviamo in Francia, a grandi linee quattro differenti approcci di lavoro, che illustrano, ciascuno a suo modo, questi fotografi: Aurélie Pétrel con l’approccio plastico a scopo concettuale; Karim Kal con l’approccio documentario a scopo sociologico; Delphine Balley con l’approccio letterario a scopo fittizio e Julien Guinand con l’approccio spirituale a scopo poetico. Ciascuno utilizza la fotografia nell’ambito che ha scelto, debitore alle proprie origini, allo spirito e all’evoluzione delle proprie formazioni di partenza, cammino che li ha impegnati in un percorso professionale.
Aurélie Pétrel nata nel 1980 a Venissieux vive e lavora tra Lione e Parigi. Si è formata presso la Scuola delle Belle Arti di Lione e utilizza l’immagine fotografica come un mezzo di riflessione concettuale integrato in spazi espositivi, che rimandano, con le sue istallazioni all’approccio plastico della fotografia. Il supporto e la sua spazializzazione nell’edificazione dell’opera, rimangono comunque fedeli allo spirito di commissione o di residenza che li hanno, la maggior parte delle volte, generati. Si riferisce allo stesso tempo a tutto un “arsenale” critico, inerente alle posizioni critiche attuali della pratica artistica nelle nostre società. Il suo lavoro si adatta alle molteplici esigenze del mercato sviluppando questo tema globale sotto forma di scultura visuale tanto cara allo spirito museale; dove la tiratura fotografica è abbordata come oggetto interdipendente del discorso e percepita come uno degli elementi del suo approccio polivalente. Ha scelto di mostrare Una Camera a Tokyo che è una “mise en abyme” del suo lavoro, nell’ambito della sua vita quotidiana in questa residenza, il tutto concepito con una particolare cura e ricreato nel quadro stesso dell’opera con una grande esigenza estetica, dove la forma prende il sopravvento sul fondo, o piuttosto si limita allo stesso.
Karim Kal nato a Ginevra nel 1977 attualmente vive a Parigi. Diplomato presso la Scuola di Fotografia di Vevey (Svizzera), parte invece dal punto di vista della convinzione personale. Il mezzo ai suoi occhi “is not only the message” contrariamente a Aurélie Pétrel, infatti, ci parla di una riflessione sociologica sulla società attuale. Paradossalmente l’emozione è il fondamento di tutto il suo lavoro, che si struttura in un discorso legante descrizione visuale e come avallo l’analisi antropologica e sociale. Il suo approccio s'inquadra tra i suoi interessi per il fabbricato e l’ambito urbano, dove cerca di aprire la visione del pubblico sulle nozioni d’identità sociale e di migrazioni territoriali.
Presenta varie recenti immagini sull’architettura delle periferie di Lione e una vista della sua serie “Città d’urgenza”: Algeri, di notte, con una fattura tendente all’espressionismo sulla linea di Gabreile Basilico.
Delphine Balley e Julien Guinand evidenziano più di un approccio quasi-letterario e letterale della fotografia. Diplomati presso la Scuola Nazionale di Fotografia di Arles, il cui insegnamento è focalizzato sul mezzo fotografico preso nel suo insieme e inserito nel quadro storico; si collocano ancor più nella corrente tradizionale della pratica fotografica.
Delphine Balley nata nel 1974 a Romans, vive e lavora a Lione. Persegue dall’inizio del suo percorso una ricerca interiore, che associa alla storia psicologica delle persone che fotografa, mettendole in scena attraverso dei frammenti biografici, immaginati, o prelevati. Il suo lavoro tratta della finzione per la forma sull’onda dei lavori surrealisti, con delle immagini assemblate con accuratezza alla maniera di un Gregory Crewdson ma senza l’approccio sociale. Descrivendo la storia delle famiglie o dei luoghi, si finisce per raggiungere lo spirito dell’epoca e della poesia di atmosfere secolari.
Nelle sue immagini, che si tratti di riflessi, di ombre o di evocazioni del passato, queste donne sembrano reinterpretare delle scene di muto delle quali la chiave ci sfugge. Ci invitano, in una luce artificiale o crepuscolare, a lasciarci trasportare in questo immaginario postumo, prima di lasciarne emergere la decodifica.
Julien Guinand, nato nel 1975 a Lione dove attualmente vive e lavora, cerca di captare in un registro apparentemente identico, il momento presente dove si ondeggia nel vuoto tra passato fermo e futuro incerto. La sua fotografia potrebbe imparentarsi all’approccio documentario se cercasse di descrivere degli istanti, quando invece mira alla sensazione interiore. In questo senso, si riunisce alla “postura spirituale” nella sua cancellazione delle significanti multiple, per conservarne soltanto un tenue soffio ricentrato sull’oggetto o sull’istante unico.
Le sue immagini fermano il tempo e il nostro sguardo, come fuochi destinati a spegnersi, divenuti muti segnali come quest’edera nella quale ci si può perdere come annegati dalla vegetazione, in quello che potrebbe essere un “trompe l’oeil”, se non fosse foresta e groviglio di segni muti.
Immagine: Delphine Balley l'enfant transparent près du radiateur, 134x107 cm, 2010
vernissage / Venerdì 27 Aprile 2012 / 19.00-21.00. Con la presenza degli artisti
Bloogallery
Via Tiburtina, 149 San Lorenzo, Roma
Orari: martedì-sabato 14-19
ingresso libero