Solo/Due/Ruote. Il fotografo, viaggiatore vulnerabile e permeabile, riduce al minimo la separazione tra lui e la strada, spostandosi con una bicicletta.
Robert Capa dice che se una foto non è abbastanza bella, allora vuol dire che non si è abbastanza vicini. Marco Di Niscia sembra aver preso alla lettera questo suggerimento, decidendo di rincorrere le sue fotografie attraverso l’Europa. Viaggiatore vulnerabile e permeabile, riduce al minimo la separazione tra lui e la strada, utilizzando come mezzo di trasporto una semplice bicicletta.
Secondo Pavese viaggiare è un’atto brutale: un’atto che allontana dalle certezze ed obbliga a ridiscutere il nostro rapporto con lo spazio e con le persone.
Armato solo di una bicicletta, una tenda ed una macchina fotografica, Di Niscia rende il viaggio un’esperienza ancor più traumatica. Liberandosi di tutto ciò che è superfluo, egli ripone fiducia nelle persone che incontra durante il suo cammino ed affida la sua vita allo scorrere della strada e del tempo. Ed è in questo modo che riesce a “catturare” le cose fondamentali che si presentano davanti ai suoi occhi di fototgrafo: esplora mari e cieli raggiungibili solo attraverso due ruote; le atmosfere pure ed incontaminate sono carpite da occhi limpidi; la stanchezza si riflette in uno sguardo rivolto ad una strada che sembra non avere fine; l’immaginazione vede oltre l’immagine ed affronta con coraggio l’orizzonte come punto fermo che continuamente si allontana, alla ricerca di un’equilibrio nel movimento perpetuo del viaggio.
La serie di scatti che Di Niscia ci mostra sono un diario della sua esperienza, un diario che narra la necessità di esplorare l’infinito, alla ricerca di un’equilibrio che, senza volerlo, si trova in tutte le cose.
Galleria 291 est
viale dello Scalo San Lorenzo, 45 - Roma
mar - ven 11-19, sab 16-22, dom 16-19.30
Ingresso libero