L'Iperrealismo. Nell'associare il reale all'immaginario, la pittura dell'artista diviene espressione metafisica.
L’Iperrealismo nasce negli USA nel Settanta e, tuttora in auge, fra i movimenti che inaugurano la Neoavanguardia, come la Pop-Art, è anche una mozione ideologica: contro la semiotica astratta, depone per l’iconicità. Finché dura lo statuto Concettuale, escluso l’Informale, tutto il flusso postmoderno attiene alla modalità duchampiana del prelievo oggettuale, con le varianti che vanno dall’Installazione all’effige de La Cosa.
Patrizia Zara, giovane e tecnicamente dotata per talento naturale, è già lì per vocazione, ma anche per scelta, perché nel suo curricolo c’è anche un percorso Informale tuttora assiduo, ma, a suo parere e in tutta umiltà, preferisce mantenerlo nell’ambito decorativo, e sono gli splendidi monili che elargisce agli amici. Noi li esporremo con la giusta considerazione.
Nella semiotica di Zara, oltre all’effige de La Cosa, sono esaltate le mani quali icone della sua mozione ideativa; io direi anche come “prova accademica”; è pur vero che già a livello liceale si diceva che la prova attitudinale più decisiva era il “saper fare le mani”; ma nel talento di Zara questo virtuosismo trascende il verismo e, nell’associare il reale all’immaginario, diviene espressione metafisica. (Gustavo Bonora)
Vernissage 8 maggio 2012 ore 18,30
Ex Fabbrica delle bambole
via Dionigi Bussola 6 - Milano
Lunedì-venerdì dalle ore 15 alle ore 19. Sabato e domenica su appuntamento
Ingresso libero