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Alex Pinna



 
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9/5/2012

Alex Pinna

Villa di Donato, Napoli

Non c'e' niente da spiegare. I suoi Eroi asessuati si muovono con l'ironia del fumetto e la tragicita' della scarnificazione della figura.


comunicato stampa

Ritorna a Napoli dopo 7 anni Alex Pinna e la sua variegata umanità di personaggi giocosi, silenti e meditabondi.

Con la metafora del gioco Pinna ci pone di fronte ai grandi interrogativi irrisolti; ma non importa! perché c’è sempre l’ironia, il gioco, l’innocenza infantile ad aiutarci nel cammino.

I suoi Eroi asessuati si muovono sulla scena del mondo e della vita con la pesantezza della leggerezza anzi dell’evanescenza! combattono una guerra con l’ironia del fumetto e la tragicità della scarnificazione della figura che tira dritta all’essenza interiore. Sembra di essere innanzi ad un Eroe della mitologia greca, un nuovo Ercole dalle innumerevoli fatiche. A ben vedere in realtà i fumetti sono la nostra nuova mitologia: Pinna ricrea la metafora mitologica con una parola attuale: i suoi omini non sono altro che gli eroi di un tempo e paradossalmente parlano la medesima lingua, soffrono le medesime pene e godono delle medesime gioie. L’artista coglie, descrive e tramuta la condizione esistenziale in gioco, anzi adopera la metafora del gioco per dichiarare la tragicità di una condizione. Un “disegnatore” di fumetti che oscilla tra ironia e dramma.

Paradossi e opposti si unificano nell’arte del “racconto”, dell’affabulazione . Nascono così “i Teatrini”, le nuove opere di Pinna, che accentuano la metafora attraverso l’uso di un mezzo inedito: una moleskine aperta a libro che contiene i personaggi e un intero mondo. In queste ultime opere il mezzo usato è un oggetto adoperato per decenni come “registratore” di esperienze di viaggio: la Moleskine appunto; un diario dove appuntare sensazioni, eventi, incontri, relazioni, notizie : una sorta di “giornale” personale e universale al tempo stesso; un diario in cui l’umanità si riconosce per intero e che, una volta aperto, racconta “storie”: TEATRI appunto.
La “moleskine” perciò diventa al contempo “teatro” e libro; nella forma di un libro si schiude un teatro, un pezzo di vita, un istante o un’eternità del vivere. Una sorta di scenografia teatrale del vivere collettivo e individuale.

E così l’arte di Pinna si dipana e si completa in un unico, grande racconto,una lunga affabulazione, una sottile narrazione fatta da figure silenti. La parola “muta” vale molto più di tanto, inutile parlare. I suoi silenzi comunicano molto di più di tanto “chiacchiericcio” urlato; il fumetto, il mito, la conversazione, il teatro, il disegno: tutto è racconto e tutto serve per raccontare, per parlare di noi, di TUTTI noi, per porci domande, per porci interrogativi che rimarranno invariabilmente senza risposta, ma che ci serviranno sempre, sostanzialmente, per continuare a vivere.

Vernissage 10 maggio ore 19-23

Villa di Donato
piazza Eframo Vecchio - Napoli
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