Sabinalbano Modart Gallery
Napoli
vico del Vasto a Chiaja, 52
081 421716 FAX 081 421716
WEB
Rebecca Harp
dal 10/5/2012 al 3/6/2012
tutti i giorni 10-13.30 e 16.30-20, lun 16.30-20, chiuso i festivi

Segnalato da

Victoriano Papa



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Rebecca Harp



 
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10/5/2012

Rebecca Harp

Sabinalbano Modart Gallery, Napoli

Messy Bedrooms: Windows of Time. L'artista, pur concentrandosi su scenari casalinghi, non sente i muri di un'abitazione come costrizioni, ma come occasione e suggerimento di forme, colori, volumi.


comunicato stampa

Sono intriganti passeggiate intra moenia, dentro casa, stanza per stanza, tra oggetti familiari e noti, i soggetti delle 20 creazioni a olio su legno e lino di formato variabile (da 20x20 a 70x100), che compongono l'iter allestitivo che la Harp, pittrice statunitense, propone per la sua nuova personale nella gallery di SABINA ALBANO.

'Paesaggi interni', si potrebbero definire, laddove l'artista, pur concentrandosi su scenari intimi e casalinghi, non sente i muri di un'abitazione come costrizioni, limiti, ma come occasione e suggerimento di forme, colori, volumi e giochi di luce per composizioni ariose. È così che, secondo un approccio scientifico, per un verso, basandosi cioè sull'analisi di linee e nuance, sulle geometrie che animano un ambiente, ed emozionale, per altro verso, ossia in base a suggestioni del tutto istintive e non razionali, è così – si diceva – che agli occhi della creativa americana un soffitto diviene cielo, un letto un fiume e delle coperte possono trasformarsi in montagne e colline. Ciò partendo dall'assunto che campi lunghi e zoommate, istantanei come fotografie e cangianti come una ripresa lenta che dal generale va al particolare, anche se realizzati con oli e pennelli e pur se attenti a una sedia, alla disposizione di un tavolo, alle tinte e ai disegni di un tappeto, possono risultare più interessanti di un paesaggio per cosi dire 'classico'. Il tutto in una visione a 360 gradi, facendo appello a un pittura che, sì, resta figurativa nel senso stretto del termine, ma in quello più ampio è percettiva, multisensoriale, dal momento che la Harp nei suoi lavori prova a catturare odori, rumori, forme, trame di tessuti e giochi di luce, sfumature e atmosfere di una stanza.

Con un'autenticità diretta e immediata, queste specie di scenografie, dipinti che potrebbero essere sfondi e quinte teatrali, testimoniano la presenza umana, pur senza mai raffigurarla, a parte negli autoritratti dell'autrice. Stanze le cui geometrie solo apparentemente scomposte, i cui oggetti, che dialogano con la pittrice, richiamando la sua attenzione e la sua ispirazione, non solo rispecchiano la natura e la personalità di chi abita queste dimensioni domestiche, ma sono tenuti a evocare la sua presenza, per paradosso, con "un'essenza senza presenza". Nei lavori della Harp non sono soltanto luce e colore a dar respiro alla rappresentazione, peraltro sempre molto realistica, ma la costante raffigurazione di finestre, sintomo di apertura, un link spazio-temporale: finestre che preservano il rapporto tra il dentro e fuori, e sono anche affacci sul tempo. Un tempo, peraltro, in divenire: lo si nota di più nelle opere in cui la pennellata, il tratto e il variegato pentagramma cromatico sono più vigorosi, rapidi, densi, quasi pastosi; queste le creazioni in cui si è cercato di afferrare un bagliore di luce pomeridiano o un colore mattutino prima che scompaiano o che mutino. Al contrario delle stanze in cui l'interesse dell'artista indugia sulla minuzia, sul dettaglio, il momento in cui il tratto si fa più preciso, meno impulsivo, più disteso, nitido e limpido, sempre intenso, ma non più magmatico. Suggestioni interiori che si rifrangono in più o meno repentine realizzazioni figurative di interni, con una forte valenza estetica, più che etica, in cui è la vita vissuta e quotidiana, le piccole cose vere a guidare l'ispirazione iconografica, secondo un lessico pittorico semplice ma molto efficace, che chiama a raccolta tutt'e cinque i sensi in una percezione dell'insieme profonda e completa. Del resto, la stessa Harp, da poco trasferitasi a Napoli, sostiene: "nella mia pittura sto iniziando ad avvertire la città: non solo la luce e i colori, ma persino gli odori, i miasmi, i profumi, la polvere, gli strati del tempo e della storia, il caos, i rumori e le voci...". "Questa è una nuova sfida per me" – spiega la pittrice – "includere tutto ciò nelle mie prossime creazioni."

Inaugurazione 11 maggio alle 19:30

Sabinalbano Modart Gallery
vico Vasto a Chiaia n. 52/53, Napoli
tutti i giorni, eccetto i festivi, dalle 10:00 alle 13:30 e dalle 16:30 alle 20:00
lunedì 16:30/20:00
Ingresso gratuito

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