Museo della Ceramica dell'Istituto d'Arte ''De Fabris''
Nove (VI)
via Giove, 1 (Istituto d'Arte ''De Fabris'')
0424 590022
WEB
Giovanni Petucco
dal 11/5/2012 al 26/5/2012
lun-sab 10-12.30 e 15-18.30

Segnalato da

Giovanni Petucco




 
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11/5/2012

Giovanni Petucco

Museo della Ceramica dell'Istituto d'Arte ''De Fabris'', Nove (VI)

Mostra dedicata alle sculture ceramiche di Petrucco, autore che ha dato fama alla nobile tradizione della ceramica di Nove. A cura di Stefania Portinari, Nico Stringa e Nadir Stringa.


comunicato stampa

a cura di Stefania Portinari, Nico Stringa e Nadir Stringa

Mostra dedicata alle sculture ceramiche di Giovanni Petucco (1910–1961), un pregevolissimo autore che ha dato fama alla nobile tradizione della ceramica di Nove non solo tramite la produzione della sua impresa Petucco e Tolio, ma anche con le sue creazioni artistiche, che furono invitate a partecipare alle principali rassegne del settore, dalla Mostra Ceramica di Vicenza al Premio Faenza, dalla Biennale di Venezia alla Triennale di Milano a varie esposizioni all’estero, fino alla personale presso la galleria Bevilacqua La Masa di Venezia a cura del noto storico dell’arte Guido Perocco.

L’occasione per celebrare la sua breve ma intensa carriera, ricca di suggestioni e di aggiornamento al contemporaneo, è la pubblicazione di un complesso volume che, in qualità di catalogo generale, ricostruisce la sua intera produzione e le tappe del suo successo, facendo valere quanto la bravura dell’artefice fosse stata premiata con alcuni tra i più significativi riconoscimenti dell’epoca. “Giovanni Petucco – ceramiche”, a cura di Stefania Portinari, Nadir Stringa e Nico Stringa, intende infatti porsi come una monografia completa per mettere in luce quanto Petucco ha composto in vent’anni di meritevole carriera e varrà anche a gettar luce sui complessi rapporti tra gli artisti di Nove e i principali rappresentanti del mondo culturale di allora, oltre a delineare un ambiente storico-sociale complesso e talora dimenticato.

L’iniziativa, promossa da Gabriella Petucco e Toni Bernardi, che ne ha curato anche l’apparato fotografico, si è avvalsa della consultazione di archivi e di prestiti di collezionisti significativi, a partire da quelli di Giambattista Petucco, ed è stata supportata anche dalla direttrice del Museo delle Ceramiche di Faenza, Claudia Casali, che per l’occasione ha scritto in catalogo come

“Petucco ha scelto una cifra stilistica che rammenta certi acuti figurativi matissiani e picassiani, tipici dell’epoca, soprattutto nei suoi esordi, o alcune ieratiche raffigurazioni femminili che richiamano scelte stilistiche del pieno Novecento, e nello specifico di Carlo Carrà o di Massimo Campigli, per poi trovare una sua via personalissima e molto riconoscibile, soprattutto negli interventi dedicati all’arte sacra”, sottolineando come l’artista avesse partecipato nel 1952 proprio al Premio Faenza, ovvero l’importantissimo Concorso Internazionale dell’Arte Ceramica di Faenza. Lo stesso Nico Stringa, docente di storia dell’arte contemporanea all’Università Ca’ Foscari Venezia, sottolinea come Petucco, che oltre che ceramista è stato pittore per formazione artistica, abbia fornito una originale soluzione alla diatriba sulla preminenza della scultura o della pittura di cui si discuteva in quegli anni proprio perché ha indagato le potenzialità della ceramica partendo dai "limiti della pittura”, attraverso un “percorso rischioso” perché “passare dalla pittura alla ceramica significa, anche negli anni '40, non essere più pittore e non essere ancora scultore, significa rischiare di essere risucchiati all'interno dell'area dei “decoratori”, di essere annoverati in quel settore ambiguo e di seconda o terza classe delle arti decorative”.

Egli ha saputo invece trovare una sua via personalissima, cogliendo quanto di nuovo vi era nell’aria, innestando invenzioni e citazioni, giungendo a creare pezzi notevolissimi e sperimentali come il Pegaso o la Donna tatuata del 1953 ma trovando anche il successo grazie ai suoi tipici vassoi abitati da acrobate e cavallini, quei destrieri che “a volte monumentali e aristocratici, a volte sorridenti e lievemente folli” hanno sempre accompagnato la sua produzione e che, come ha delinato nel volume Stefania Portinari, gli sono valsi l’approvazione della critica e un posto costante alla Biennale di Venezia che annoverava in quegli anni tra i suoi organizzatori e allestitori personaggi del calibro di Rodolfo Pallucchini, Gio Ponti, Franco Albini e Carlo Scarpa.

Lo studio dell’opera di Petucco, condotto tramite la schedatura di oltre centocinquanta pezzi seguita da Stefania Portinari, docente di storia dell’arte contemporanea all’università Ca’ Foscari di Venezia e dallo storico della ceramica Nadir Stringa, è stata dunque anche l’occasione per rivivere la storia di un tessuto produttivo e artistico, qual è stato quello novese e vicentino tra anni cinquanta e sessanta che, in particolare grazie alla presenza della Mostra Nazionale della Ceramica, poi divenuta Salone Internazionale della Ceramica, era davvero ai primi posti per considerazione ed espansione commerciale.

Patrocinio del Comune di Nove

Brevi note biografiche:
Giovanni Petucco, perduto il padre da bambino per un incidente sul lavoro, dopo aver frequentanto le scuole elementari entra in una fabbrica di ceramica e frequenta i corsi serali di disegno e pittura alla Scuola d’arte per la ceramica “Giuseppe De Fabris” di Nove. Esordisce alla I Mostra sindacale d’arte di Vicenza nel settembre 1933 e alla II Mostra sindacale d’arte di Vicenza del 1937 Antonio Maraini acquista un suo dipinto.
Nel 1938 inizia il corso di pittura all’Accademia di belle arti di Venezia ma preferisce diplomarsi poi maestro d’arte all’Istituto d’arte dei Carmini di Venezia.
Nel 1945 con Andrea Tolio e Gino Cuman apre a Nove in piazza De Fabris un Laboratorio d’Arte Ceramica (poi Petucco & Tolio) che diventerà una significativa azienda artigiana con esportazioni negli Stati Uniti, Canada, Belgio, Inghilterra e Marocco. Partecipa alla Biennale di Venezia dal 1948 al 1959 e alle Mostre Nazionali della Ceramica di Vicenza dal 1949 al 1961, l’anno della sua improvvisa morte precoce. Espone anche all’estero, a Oslo, Stoccolma ed Helsinki, a Parigi, e prende parte ad una serie di mostre dedicate all’arte decorativa veneta organizzate dal Ministero del commercio con l’estero itineranti tra alcune città della Germania occidentale tra cui Kassel, Colonia, Dortmund, Francoforte, Wurburg, oltre che a esposizioni in gallerie con artisti del calibro di Fontana, Melotti, Gambone, Leoncillo, Mascherini.

Inaugurazione sabato 12 maggio 2012 ore 17.30 in cui verra' presentato il volume dedicato al ceramista "Giovanni Petucco (1910-1961)"

Museo della Ceramica dell'Istituto d'Arte ''De Fabris''
via Giove, 1, Nove
lun-sab 10-12.30, 15-18.30
ingresso libero

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