Da Hermes ai protagonisti XX secolo. Nell'antologica i tre elementi cari a Pinelli - spazio, colore e pittura - si fondono. Il Mito Contemporaneo, 2a edizione della Rassegna Internazionale di Scultura e Pittura, e' costruito attorno al fascino di Taormina, Palermo, Lipari e Trapani/Segesta.
La scultura di Gio’ Pomodoro a Taormina e Jiménez Deredia a Trapani, la pittura di Gian Marco Montesano a Palermo e
Pino Pinelli a Lipari trasformano la Sicilia in un grande atelier a cielo aperto.
Sculture monumentali in bronzo e marmo, vetroresine e grandi tele ad olio ospitate in siti archeologici, teatri
antichi, chiese, centri storici, piazze e musei.
La Rassegna d’arte fa parte del calendario de Il Circuito del Mito.
Visitare la Sicilia attraverso la contemporaneità delle arti figurative di Giò Pomodoro e Jiménez Deredia, Gian
Marco Montesano e Pino Pinelli. E’ un percorso sulle orme del Mito, piacevole e suggestivo, quello che Il Mito
Contemporaneo, la Rassegna Internazionale di Scultura e Pittura promossa dall’Assessorato al Turismo, Sport e
Spettacolo della Regione Siciliana, ha costruito attorno alla storia e al fascino di alcune delle sue città più
belle e famose: Taormina, Palermo, Lipari e Trapani/Segesta. La Rassegna Internazionale (Direzione Artistica a cura
di Massimiliano Simoni), giunta alla seconda edizione, rientra nell’ambito del prestigioso cartellone de Il Circuito
del Mito.
L’arte contemporanea trasforma la Sicilia in un grande atelier a cielo aperto. Siti archeologici, templi, teatri
antichi, cattedrali, centri storici e spazi comuni sono i luoghi espositivi deputati. Filo conduttore: il Mito, le
sue declinazioni diverse e più originali che accompagnano la storia (ed il percorso) dell’uomo, da Hermes ai grandi
protagonisti del XX secolo, e lo sguardo contemporaneo di quattro artisti di fama internazionale che lo hanno
continuamente rivisitato, rimodellato e plasmato.
Quattro eventi espositivi destinati a richiamare appassionati, cultori e turisti che da tutto il mondo arriveranno
in Sicilia per scoprire, ammirare ed appassionarsi alle bellezze del nostro paese popolate da una varietà di opere
che spaziano dalla scultura monumentale in marmo bianco e bronzo alla pittura figurativa, dalle resine plastiche
alle grandi tele ad olio.
A Taormina, Gio’ Pomodoro (10 maggio / 8 luglio) esprime la sua rivisitazione acuta e moderna del Mito che è alla
base della civiltà dei popoli del bacino del Mediterraneo, dal mondo ellenico alla Magna Grecia. Era da 25 anni, a
seguito della mostra personale del 1987 tenutasi a Messina, nelle Sale del Palazzo dei Leoni, che il maestro della
scultura astratta non tornava ad esporre in Sicilia. Dislocate nel cuore del centro turistico internazionale di
Taormina tra il Teatro Greco Romano, l’ex cattedrale San Francesco di Paola, il Duomo, Corso Umberto, Piazza IX
Aprile e Palazzo Corvaja, le sculture – alcune di grandi dimensioni – in marmo e in bronzo, affiancate da due grandi
tele, ci accompagnano attraverso un ideale percorso di investigazione del Mito greco incentrato sulla figura di
Hermes, il Dio dei Ladri, partendo dalla rilettura dell’erma greca, uno dei tanti pilastri della ricerca artistica
dello scultore marchigiano. Le opere si mescolano con la storia, con il tempo antico dei luoghi, proiettando nel
presente il riflesso di un fecondo passato. La mostra taorminese regala al grande pubblico anche due sculture
monumentali realizzate in vetroresina, restaurate per l’occasione. Le due sculture sono ospitate all’ingresso del
Parco Archeologico di Naxos.
A Trapani, sul sentiero storico - simbolico che porta al Parco Archeologico di Segesta, uno tra i siti
dell’antichità più belli nel panorama mondiale, lo scultore costaricano Jiménez Deredia (10 maggio / 8 luglio)
presenta un ciclo di sculture e di opere monumentali in bronzo e marmo bianco. Una selezione di opere monumentali
dell’artista latino americano è ospitata all’interno dell’Aeroporto Birgi “Vincenzo Florio” per la prima volta
deputato a luogo espositivo del contemporaneo, il centro storico di Trapani con il Corso Vittorio Emanuele di fronte
alla Chiesa del Collegio dei Gesuiti (accanto all’attuale Liceo Classico “Leonardo Ximenes”) e la Piazza del Mercato
del Pesce. Una parte significativa delle sua produzione artistica è chiamata a sfidare l’Agorà del sito archeologico
- la più grande del Mediterraneo -, il Teatro ed il Tempio Dorico di Segesta, luoghi di culto e di adorazione
dall’intatto fascino, creando un ideale ponte di collegamento tra passato e contemporaneo. Deredia presenta per la
prima volta al pubblico la sua opera Armonia realizzata in marmo bianco di Carrara ed ultimata per l’occasione.
A Palermo, Gian Marco Montesano (11 maggio / 8 luglio) racconta i Miti del XX secolo. Al Teatro Politeama Garibaldi
di Palermo, Sala Gialla, il pittore torinese, caposcuola del medialismo, la corrente di revival pittorico, di
matrice neo pop e fumettista, rivisita in chiave ironica e surreale, quasi grottesca, la storia ed il passato
rileggendo, in modo personale, gli anni drammatici e cruciali della formazione dell'Europa fino al momento della sua
crisi. La Storia e le Storie che Gian Marco Montesano racconta fanno parte di un vero e proprio monumento al
Novecento, la sua creatività attinge da foto, film, giornali e da quell'immensa rappresentazione mediatica che
proprio le dittature – da Hitler a Stalin - hanno così bene saputo usare per fini propagandistici. Nei suoi quadri
Montesano scandisce un percorso visivo esemplare. Una Storia nella Storia, un inno al Mito e alle discipline come lo
sport che è rappresentazione dell'ideologia, ma anche un tributo alla gioventù dei protagonisti. Accanto ai Miti,
esposte nell’accurata selezione palermitana anche immagini dolcissime di bambini, seducenti ritratti femminili,
vasti paesaggi di gusto romantico, vedute urbane di genere cinematografico, che Montesano dipinge con quel suo
inconfondibile stile post-realista. Tra le opere in mostra per Il Mito Contemporaneo, Lui serrò i pugni e rimase
fedele di giorno e fedele di notte, Il coro degli angeli che cantano per lui, Storie del Bosco Viennese, Den fruehen
Morgenstünden in Berlin, Credere, Obbedire, Danzare e la grande tela formata da 100 opere Padiglionitalia presentata
in occasione della Biennale di Venezia.
A Lipari, la Chiesa di Santa Caterina è lo spazio scelto per raccontare quarant’anni di lavoro del pittore Pino
Pinelli (1 giugno / 8 luglio). Una vera e propria antologica, una mostra omnia, dove i tre elementi cari
all’artista, lo spazio, il colore e la pittura si fondono nel contesto del Mito. Pinelli è celebre, ed in questo è
Maestro assoluto, per le sue pitture disseminate che ci portano fin dentro il suo mondo. Se il Mito è una narrazione
sacrale relativa alle origini del mondo, il lavoro di Pinelli (lui nato etneo in via del Teatro greco a Catania) può
essere definito un riavvicinamento a questo momento sorgivo del mondo, i cui protagonisti non sono Dei ed Eroi, ma
la loro stessa azione di interrogare il Cosmo e la Vita. Come un seme la pittura ha anche la funzione di portare
alla luce qualcosa che nasce al buio, ancora inconoscibile, e renderla tattile, concreta. Le opere diventano metope,
il rosso, il nero le cui superfici sono vellutate o ricoperte di cristalli di roccia pungente.
A fianco dei quattro eventi espositivi, Il Mito Contemporaneo propone un ciclo di seminari su “Arte, Mito e Turismo”
in programma a Taormina a cui parteciperanno artisti, critici e giornalisti specializzati, storici, archeologi,
galleristi, tour operators nazionali ed internazionali, ed un simposio di scultura a Lipari dedicato ai giovani
artisti siciliani.
Con la Rassegna Internazionale di Scultura e Pittura il Mito torna a vivere nei luoghi dell’Antichità Siciliana.
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A Lipari, la Chiesa di Santa Caterina è lo spazio scelto per raccontare quarant’anni di lavoro del pittore Pino
Pinelli. Una vera e propria antologica, una mostra omnia, dove i tre elementi cari all’artista, lo spazio, il colore
e la pittura si fondono nel contesto del Mito. Pinelli è celebre, ed in questo è Maestro assoluto, per le sue
pitture disseminate che ci portano fin dentro il suo mondo.
Se il Mito è una narrazione sacrale relativa alle origini del mondo, il lavoro di Pinelli (lui nato etneo in via del
Teatro greco a Catania) può essere definito un riavvicinamento a questo momento sorgivo del mondo, i cui
protagonisti non sono Dei ed Eroi, ma la loro stessa azione di interrogare il Cosmo e la Vita.
Pinelli rompe il concetto di quadro, dal lontano 1976, lasciando che il quadro ridotto a frammento e a grumo di
colore ritorni ad essere tutt'uno con le pareti. Il muro entra così nell'opera o viceversa possiamo dire che il
frammento viene ricomposto dal muro in un tutto integrale. Le opere di Pinelli sono frammenti di colore che vengono
disseminati sulle pareti, gettati sul muro come i semi gettati dal contadino. Anche nell'antichità i rituali legati
al mondo contadino e alle festività agresti venivano fissati sulle pareti delle case o dei templi, oppure sulla
superficie dei vasi; così sugli scudi, le tappezzerie e gli oggetti quotidiani acquistando un valore mitico nel
corso del tempo. La tradizione da tutti condivisa doveva garantire la fertilità dei campi e la prosperità politica.
Il tempo di quelle opere era il tempo ciclico del mondo rurale, in cui ogni anno, alla fine dell'inverno, gli Dei
morti risorgevano alla Vita in Primavera.
Come un seme la pittura ha anche la funzione di portare alla luce qualcosa che nasce al buio, ancora inconoscibile,
e renderla tattile, concreta. Le opere diventano metope, il rosso, il nero le cui superfici sono vellutate o
ricoperte di cristalli di roccia pungente.
Una volta Pinelli ha scritto: “Come un guerriero cieco, cerco la luce”. Si tratta di un'energia ctonia che nasce e
prende corpo, acquista colore alla luce, e sensualità, tattilità sulle pareti delle stanze dove ci interroghiamo sul
senso della vita.
Immagine: Pittura R. (3 elementi), 30 x 72 cm
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Andrea Berti
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IL CIRCUITO DEL MITO
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Chiesa di Santa Caterina
Via del Castello Lipari / Messina
Biglietto: Gratuito