Utopia del Sembiante. Ispirandosi al cosmo e alla tradizione alchemica, Curto 'dipinge' i suoi lavori utilizzando cristalli declinati in una vastissima varieta' di forme per raccontare paesaggi lontani. A cura di Stefano Cecchetto.
a cura di Stefano Cecchetto
“In fondo ciò che è davanti a me non è una cosa nuova, è simile, se non identico a quello che ho portato con me, quello che è con me da sempre, forse fin dall’infanzia e che però ogni tanto sbiadisce, minaccia di andarsene e in quel momento ho bisogno di un nuovo impulso, di un aiuto, di un nuovo ‘vedere’ per farlo uscire rinforzato e fresco”.
Zoran Music
Stefano Curto, noto al pubblico per la sua tecnica espressiva luminosa, si affaccia nuovamente sulla scena espositiva con la partecipazione alla mostra collettiva Utopia del Sembiante in programma al Museo del Paesaggio di Torre di Mosto (Ve) dal 23 giugno prossimo. La rassegna propone un’indagine su ciò che vediamo - o meglio su ciò che crediamo di vedere quando osserviamo l’iconografia dell’arte - per esplorare il dialogo ininterrotto tra il soggetto e il ‘riguardante’ sino a diventare un approfondimento della visione stessa.
L'esposizione si apre con un dialogo serrato tra i maestri del Novecento e le nuove generazioni dell'arte contemporanea, proponendo un percorso inconsueto e stimolante intorno al tema del paesaggio e alla sua proiezione nel mondo dell’arte moderna. Concepita come un arcipelago, la mostra è divisa in isole tematiche dove la rappresentazione dei diversi linguaggi rivela una ricerca artistica in cui il paesaggio è trasformato e reinterpretato secondo un punto di vista concentrico: dove lo spazio prende forma - o la perde - dentro e fuori il luogo che ci ospita, per ritrovare la dimensione di una memoria inconsueta.
A rappresentare il segno contemporaneo all’interno dell’esposizione si inseriscono le opere di Stefano Curto, selezionato dal curatore perché protagonista di un percorso personale che indaga i temi del paesaggio secondo una rilettura concettuale che pone in primo piano la visione dell'artista rispetto al soggetto rappresentato. Ispirati al cosmo e alla tradizione alchemica, i suoi lavori nascono da una tavolozza rara e preziosa che costituisce il tratto distintivo dell’artista. Curto, infatti, "dipinge" utilizzando migliaia e migliaia di cristalli, declinati in una vastissima varietà di forme, dove ogni singola gemma viene scelta come fosse una pennellata sulla tela e disposta nella cornice da lui designata per raccontare paesaggi lontani. Il suo universo immaginifico cattura l’osservatore e lo coinvolge in una condivisione creativa per mezzo di un linguaggio affascinante; lo accompagna verso una continua ricerca che si sviluppa secondo un punto di vista nuovo, che varia secondo i dettami di un rinnovato linguaggio dell’arte
Stefano Curto, come afferma il curatore Stefano Cecchetto, riflette la figura dell’artista di concezione rinascimentale: d’altronde Artifex, era il termine designato nel Rinascimento per individuare la figura dell’artigiano-artista - o artista-artigiano - in una simbiosi che conferma, nella sua personalità, tutto il valore di questo duplice significato. Le opere di Stefano Curto si inseriscono in questa esposizione nella concezione di un procedimento alchemico che trova la sua collocazione nella tipologia del non colore: il bianco e il nero. La trama lucente di questi lavori è il risultato stupefacente di un passaggio obbligato attraverso le due diverse fasi dell’annullamento del colore: l’opera al nero (nigredo), il buio, il negativo e l’opera al bianco (albedo), la luce, il positivo.
In questo contesto, anche tutte le altre opere degli artisti contemporanei che partecipano al progetto della mostra, ritrovano il loro spazio in un dialogo aperto con i Maestri del Novecento; perché solo attraverso una sinergia operativa tra passato e presente sarà possibile dare voce al futuro e far emergere il lavoro delle nuove generazioni, per un segnale di rinnovamento e per una nuova Vitalità dell’arte.
Ufficio stampa - Laura Doronzo, 335204948, 0265589021, laura.doronzo@gmail.com
Inaugurazione 23 giugno
Museo del Paesaggio
via Boccafossa Torre di Mosto, (Ve)
Orari: sabato ore 16.00 / 19.00 domenica ore 10.00 / 12.00 – 16.00 / 19.00 altri giorni su prenotazione
Ingresso: libero