Tempus edax rerum. Disegni, sculture, fotografie, carte, video e performance concorrono nel lavoro di definizione di un modus operandi che gli consente di indagare la relazione tra atto creativo e controllo.
a cura di Gino Pisapia
LUMI project è lieto di inaugurare negli spazi di Via di Montoro, 8 in Roma, il secondo evento
espositivo dal titolo 'Tempus edax rerum', il tempo che tutto divora (Ovidio, Metamorfosi, XV,
234), mostra personale di Emanuele Becheri (Prato, 1973) a cura di Gino Pisapia.
Dalla nascita dell'universo e secondo la “sensibile” conoscenza umana inizia il trascorrere del
tempo. I cambiamenti materiali e spaziali regolati dalla fisica e dalla chimica determinano pertanto
secondo l'osservazione, un passare, uno scorrere e un trascorrere che identifichiamo con il nome
di tempo.
Esso diviene dato certo dell'esperienza e si fa regolatore di tutte le attività degli uomini, degli
animali, della materia.
Tutto per effetto del tempo è soggetto a trasformazione.
Da questo assunto tempus edax rerum viene sì inteso, nell'opera di Emanuele Becheri, come il
tempo che tutto divora, ma più nello specifico intende far luce sul processo di trasformazione che
il tempo innesca, alimenta e porta a termine.
L'esposizione si presenta come un continuum logico e coerente che, attraverso un percorso
articolato tra le ampie sale del seicentesco Palazzo Montoro, intende proporre una selezione dei
lavori più significativi che hanno segnato le tappe del suo percorso artistico.
Disegni, sculture, fotografie, carte, video e performance concorrono nel suo lavoro alla definizione
di un modus operandi che gli consente di testare, sperimentare e trasformare le relazioni esistenti
tra l'atto creativo e il suo controllo, l'impersonalità del fare e l'opera d'arte, tra il tempo di
riflessione e il tempo di creazione.
Il fulcro centrale attorno al quale si sviluppa l'opera di Emanuele Becheri è costituito dal disegno
quale semplice elemento descrittivo che, inscindibile dal suo supporto, mostra un tempo o una
frazione di esso nel quale il “momento decisivo”, quindi l'atto creativo, viene registrato. All'interno
dell'esposizione ne troviamo un'ampia prova fornita dalle Carte Piegate del 2004, dove l'artista
utilizza dei grandi fogli rettangolari piegati più volte in maniera regolare, sui quali interviene
graficamente segnandoli.
Questi segni, linee e piccoli tratti vengono eseguiti al buio mediante un ago che graffia e incide la
superficie della carta copiativa che l'artista frappone tra l'acuminato corpo “scrivente” e il candido
supporto cartaceo. Da questa operazione ne risulta un disegno “astratto” che viene svelato solo
dopo averlo scoperto attraverso la sottrazione della carta copiativa che allo stesso tempo è
matrice e corpo impedente, che nega il controllo dell'opera nel suo divenire.
Si prosegue quindi con i Senza Titolo 2004-06 (dalla serie di 80 carte carbone) che documentano la
creazione dell'opera rivelando i segni impressi sulla propria superficie.
Ci troviamo in tal senso al cospetto di un'opera che potremmo definire di “prima mano” che
conserva nella sua materia fisica una duplice valenza, quella di matrice dalla quale si generano i
segni e quella di opera autonoma.
Ufficio stampa
Valentina Grandini
press@lumiproject.com
Inaugurazione mercoledi' 23 maggio 2012 ore 18
LU MI project Palazzo Montoro
via di Montoro, 8, Roma
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