Project space Askosarte
Solarussa (OR)
via Trento, 16
342 0063562 FAX
WEB
Ma Maison n'est pas grande
dal 26/5/2012 al 9/6/2012
18-20 tutti i giorni

Segnalato da

Chiara Schirru




 
calendario eventi  :: 




26/5/2012

Ma Maison n'est pas grande

Project space Askosarte, Solarussa (OR)

Collettiva con opere di Anna Rita Chiocca, Marcello Scalas, Silvia Dorascenzi, Gianfranco Mura, Pietro Sedda, Alda Merini, Michele Mereu...


comunicato stampa

GLI ARTISTI

Anna Rita Chiocca con Marcello Scalas
Silvia Dorascenzi con Gianfranco Mura
Ivo Serafino Fenu con Pietro Sedda
Savina Dolores Massa con Tonino Mattu
Alda Merini con Giusy Calia
Gianni Nieddu con Roberta Filippelli
Chiara Schirru con Michele Mereu
Alessandra Pigliaru con Antonella Spanu

"What I carry in my heart brings us so close or so far apart. Only love can make love".
(That Voice_Peter Gabriel)

In molte forme di religiosità riveste particolare valore e fondamento la cultura del cuore, considerato nella sua sostanza, “il luogo” della conoscenza assoluta ed il centro dell'essere umano. Per i sufi il corpo umano è il «tempio» di Dio, e nella «nicchia» del suo cuore, brilla la «lampada», cioè la sua luce, cioè il suo ricordo. Per recuperarne memoria però, colui che cerca Dio, deve aspirare alla purezza del suo cuore, intesa, in primis, come depurazione dagli attributi dell’io e dall’ansia provocata dal peso delle preoccupazioni mondane e dagli insulsi discorsi. Come scrive Jalàlo'd-Din Rumi (1207-1273), mistico e poeta fondatore dell'ordine dei dervisci danzatori, per contemplare la propria essenza e trovare tutte le scienze dei profeti, senza libri, senza professori, senza maestri, è sufficiente guardare un cuore bianco come la neve. Il cuore è la via che unisce l'uomo a Dio anche per chi segue la parola di Gesù, che nel sermone sulla montagna – secondo il Vangelo di Matteo – afferma, beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Per vedere Dio dunque, non è necessario essere belli, ricchi o potenti, basta avere un cuore semplice, unico vero centro dell’uomo a cui Dio si rivolge, che diventa nella sua forma più pura, punto di raccordo tra cielo e terra, tra spirito e corpo, tra umano e divino. Questo spiegherebbe il perché quest’organo, dotato di memoria, fonte della pienezza, della coscienza e di tutti i pensieri dell’io, sede dello spirito e del ricordo di Dio, debba essere considerato anche il nucleo dell’amore. Anzi, proprio perché contiene l'amore, diventa sede naturale dello spirito che non potrebbe sopravvivere, né tanto meno essere eterno, in un cuore che ne fosse privo. In un simile scenario, dunque, il senso del nostro vivere diventa un viaggio di ritorno al solo luogo che possiamo chiamare “casa”: il cuore spirituale. Anche gli antichi Egizi sembra fossero convinti che il cuore fosse la casa dell’anima; alla loro morte essi dovevano presentarsi dinanzi al Dio Anubi, che solo dopo averne pesato il cuore, ne decideva la sorte. Il peso del nostro cuore parrebbe pertanto determinante per la salvezza spirituale, ma anche qui, vivi sulla terra, il tipo di "carico" appare importante, se è vero, come afferma Peter Gabriel in in That Voice, che è ciò che portiamo nel nostro cuore a renderci con gli altri, così intimi, o al contrario così distanti. E un carico d’amore è il solo che possa generare altro amore.
(Chiara Schirru)

opening ore 27 maggio 19.00

Project space Askosarte
via Trento, 16 - Solarussa (OR)
aperto tutti i giorni dalle 18.00 alle 20.00
Ingresso libero

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