Ou' allons-nous? L'artista utilizza icone e simboli come un alfabeto per immagini per raccontare storie passate che riflettono sul futuro. La mostra e' una domanda che apre a differenti riflessioni sui concetti di identita', differenza, trasformazione ed evoluzione dell'esistenza.
Il 25 maggio 2012 alle ore 19:00 presso la VOICE gallery di Rocco Orlacchio
inaugura la mostra Où allons-nous? dell’artista gabonese Owanto, nome d’arte
di Yvette Berger che esprime due concetti fondamentali del suo percorso: la figura
della madre e quella della donna.
Owanto, infatti è il nome di battesimo della madre e significa donna nella lingua
parlata dalla sua tribù gabonese di appartenenza.
Où allons-nous? / Dove andiamo? sembra essere lo slogan che meglio rappresenta
il processo progettuale di Owanto, una domanda che apre a differenti riflessioni sui
concetti di identità, differenza, trasformazione ed evoluzione dell’esistenza, spazio
d’analisi che l’artista ha affrontato, in maniera profonda ed analitica, nel suo
progetto per la 53^ Biennale di Venezia in occasione della prima presenza del
Gabon in laguna.
Owanto costruisce il suo “teatro” dell’arte utilizzando icone, figure e simboli
come un alfabeto per immagini pronto a narrarci delle storie passate e presenti che
riflettono sulle possibilità del futuro.
Il concetto di memoria diventa il momento fondamentale dal quale partire per
riconfigurare le strutture di un avvenimento possibile, in cui il suo sguardo utopico
ricostruisce “nuovi mondi”.
Le Phare de la mémoire / Il Faro della Memoria è l’emblema del suo
procedimento linguistico in cui gli interventi sulle fotografie preannunciano la
costellazione simbolica di nuovi codici. Così, i segnali stradali assumono nuove
sembianze e nuovi significati trasformando percorsi fisici in percorsi mentali,
creando un cortocircuito visivo tra le immagini consuete e l’intervento iconico
dell’artista.
What, Who, Where, Why are we, è il movente che Owanto utilizza in questo suo
investigare il sè e l’altro da sè, la conoscenza acquisita e l’ignoto, per ridefinire
nuove possibili esistenze; una riflessione che spinge le sue ricerche verso sempre
differenti orizzonti linguistici e strutturali.
E allora Clap your Hands Africa è il nuovo segno in cui le mani rappresentano un
gesto che è insieme un’unione, una preghiera, un’esortazione, un flusso di
energia che risveglia le coscienze del mondo. I colori della bandiera del Gabon
diventano, in questa rilettura dell’artista, lo spazio sul quale si staglia la “grafica
pop” di un gesto ancestrale, un suo “nuovo” simbolo.
Inaugurazione: Il 25 maggio 2012 alle ore 19:00
Voice Gallery
66, Z.I. Sidi Ghanem - Marrakech