Oldoni Grafica Editoriale
Milano
via Pezzotti, 8
02 8462607 FAX 02 89501194
WEB
Irene Balia e Chiara Paderi
dal 29/5/2012 al 25/6/2012
15.30-17.30

Segnalato da

Chiara Paderi




 
calendario eventi  :: 




29/5/2012

Irene Balia e Chiara Paderi

Oldoni Grafica Editoriale, Milano

Storie incredibili di persone normali. La mostra racconta la quotidianita' che si cela dietro ogni fatto straordinario: Balia, pittrice, e Paderi, fotografa e video artista, raccontano una situazione globale attraverso ritratto e autoritratto.


comunicato stampa

a cura di Annalisa Bergo

Mi colpisce il fatto che nella nostra società l’arte sia diventata qualcosa in relazione con gli oggetti e non con gli individui o con la vita. Ma non potrebbe essere la vita di ognuno di noi un’opera d’arte?
(Michel Foucault)

Quali sono le storie che vale la pena raccontare?

Sono le imprese eccezionali e i fatti sconvolgenti, tutto ciò che colpisce le menti modificando il pensiero e le vite di intere comunità.
Ma dietro ogni storia incredibile, c’è un uomo. Per giunta, un uomo qualsiasi.
Allora, se ogni storia è fatta di persone normali, tutte le storie e le storie di tutti, acquistano l’urgenza di essere narrate.
La mostra vuole raccontare la quotidianità che si cela dietro ogni fatto straordinario, il ripetersi di gesti e azioni che costruiscono, una volta sommati, le vite di ognuno.
Se il momento storico attuale non ha bisogno di eroi solitari, sono la creatività quotidiana, il banale che si ripete uguale a se stesso, a fornire lo scheletro portante per costruirsi, ricominciando ogni mattina, la propria incredibile storia.

Irene Balia, pittrice, e Chiara Paderi, fotografa e video artista, raccontano una situazione globale attraverso la rappresentazione del ritratto e dell’autoritratto.
Nei lavori di entrambe la totalità è scomposta in singoli episodi, nei quali la figura ritratta diventa un tramite per raccontare non la propria storia, ma le storie di tanti.

Irene Balia dipinge ritratti di familiari o persone a lei molto care, spesso anche autoritratti, immersi in un paesaggio naturale, nel quale la ripetizione di elementi geometrici si contrappone alle campiture piatte e alle aree non dipinte.
Nelle sue opere, la relazione tra soggetto e sfondo diventa il pretesto per indagare il nulla, il sentimento del vuoto in cui il confine tra interiorità ed esteriorità si spezza e lo stato di assenza che sopraggiunge diventa un mezzo di conoscenza.
In questi attimi, che Irene traspone sulla tela dilatandone il tempo all’infinito, tutto è immobile quasi l’opera stesse trattenendo il respiro. Soggetti e sfondi presentano una distanza fisica e mentale palpabile: le persone ritratte sono colte in momenti di intimità e riflessione, accentuati dalla posizione statica; gli spazi, quelli aperti dei campi e del mare così come i boschi claustrofobici, rappresentano il vuoto tangibile che ci circonda, la perdita del contatto con la realtà.
L’equilibrio dell’opera si ritrova ad un ultimo sguardo, nella ricomposizione finale dei particolari sospesi all’interno di un’atmosfera di calma e inquietudine insieme.

Chiara Paderi sviluppa, attraverso l’uso del video e della fotografia, una riflessione sul tema dell’identità ponendo se stessa come soggetto-oggetto delle proprie opere.
La sua ricerca non è incentrata sul personaggio ritratto, ma sul personaggio inserito nell’ambiente, costruendosi sul rapporto che si crea fra sé e il contesto, tra corpo e luoghi.
Proprio il luogo esercita un’importante influenza sull’artista e sul suo sentire, tanto da definirne l’identità.
La scelta e la documentazione del contesto diventano per Chiara un modo per riflettere su se stessa, tanto da dedicare una parte di analisi ai rapporti familiari nei luoghi vissuti quotidianamente.
Lungo la successione di immagini fotografiche, strettamente collegate tra loro, si srotola una storia, quella familiare, fatta di persone reali fermate in attimi e spazi vissuti realmente.
L’arte di Chiara vuole superare i limiti della sua natura soggettiva e personale, rappresentando le dinamiche dei rapporti tra gli individui in senso più ampio.

Nella serie di fotografie Dove Vivo, del 2011, Chiara riflette sulle proprie radici familiari. Approfondendo la ricerca sulle origini, l’artista affronta il tema del senso di appartenenza: negli scatti realizzati sullo sfondo di una Milano immobile, città in cui vive, l’artista indossa un abito tradizionale sardo, identificandosi con la terra di origine della famiglia. Chiara indaga il legame tra passato storico e personale, l’attaccamento ad una terra cui lei non è mai appartenuta, ma che rappresenta la sua memoria familiare.

Nel video del 2005 Chiarastaizitta, la ricerca dell’identità personale si rivela nella relazione con l’altro. La scena è decontestualizzata, ma l’opera è riempita dalla tensione creata tra i due personaggi che si fronteggiano sulla mezzeria del frame, un uomo e una donna che non possono sottrarsi al contatto e che si muovono l’uno verso l’altra cercando di superare il limite o trovare l’equilibrio poiché il movimento di uno genera una conseguenza per l’altra.
L’opera è composta di una stessa sequenza ripetuta in tre video proiettati contemporaneamente, nei quali la variabile è data dalla differenza di velocità dei frame: velocizzando la scena, infatti, i due personaggi sembrano confrontarsi in modo aggressivo, mentre rallentandola, si assiste ad una sorta di delicato corteggiamento.

Annalisa Bergo

Immagine: Chiara Paderi, 'Presi dentro' c/o Ex carcere “Le Nuove”, Torino, 06.2009. Performance + polaroid + video 3' no audio

Ufficio stampa:
Giovanni Velluto
g.velluto@route42studio.com

inaugurazione mercoledì 30 maggio ore 18:30

c/o Oldoni Grafica Editoriale
via Pezzotti 8, Milano
dalle ore 15.30 alle ore 17.30

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