Harry Smith
Paul Sharits
Stan Brackhage
Peter Kubelka
Hans Richter
Carl Andre
Hans Haacke
Zilvinas Kempinas
Taysir Batniji
Philippe-Alain Michaud
La mostra si propone di raccogliere e confrontare tappeti reali - che attraverso la loro funzione, tessitura o composizione producono un effetto d'animazione delle superfici - con alcuni film, opere di arte contemporanea e spettacoli musicali caratterizzati da complessi intrecci.
a cura di Philippe-Alain Michaud
Cos'è un tappeto volante? Vi sono diverse ipotesi relative alla sua simbologia nella tradizione orientale: è possibile associare i temi della levitazione e del trasporto ad esso legati, alla preghiera o alla guerra, alla magia, al nomadismo (secondo la bella ipotesi di Sergio Bettini, il tappeto non è un oggetto ma un luogo: è la casa di colui che non ha dimora ma nello specifico il tappeto volante è prima di tutto una metafora del tappeto stesso. Se per la tradizione moderna, è servito da modello per l'affermazione della planarità in pittura, il tappeto può anche essere considerato quale dispositivo di messa in moto delle superfici che, utilizzando le proprietà dell'espansione, della rotazione o dello scorrimento, produce effetti di fluttuazione, di disorientamento o di squilibrio. Le bordure che sfumano il limite suggeriscono un prolungamento virtuale indefinito del tappeto al di là dei suoi bordi; la complessità d'intrecci e d'arabeschi ove lo sguardo si perde letteralmente; la sovrapposizione di trame e tralicci che associa, in un'unità ottica contraddittoria, la divisione geometrica del campo con la dispersione aleatoria dei motivi; l'alternarsi di forme positive e negative sulla superficie del campo che ne suggeriscono la profondità. Lo spazio visivo del tappeto riposa su un gioco di proprietà plastiche che mettono in gioco la stabilità della superficie, la limitazione del campo o la bidimensionalità del piano.
Il film nell'era della riproducibilità ci consente di percepire questa trasformazione dello spazio e della rappresentazione del campo che i tappeti producono nella simultaneità della successione. Nel prolungamento del Mouvement des images, questo progetto poggia sull'intuizione che il cinema non si riduce all'esperienza cui lo si è identificato nell'arco del XX° secolo, ossia quella di una proiezione in uno spazio dettato dalle leggi della teatralità, ma al contrario è costituito da un insieme di proprietà o di forze che animano le superfici: scorrimento, proiezione e montaggio, che al di là del dispositivo cinematografico tradizionale trovano una sorta di modello nel processo di creazione del tappeto.
La mostra si propone di raccogliere e confrontare tappeti reali - che attraverso la loro funzione (tappeti di preghiera, tappeti di guerra, tappeti giardino), la loro tessitura (tappeto di seta bouqalemoun dai colori vivaci ma molto armoniosi) o la loro composizione (in grille, in semis, centrati attorno ad un medaglione) producono un effetto d'animazione delle superfici - con alcuni film, realizzati secondo la tecnica dei batik e rivalutati dunque alla luce del loro carattere ornamentale (Harry Smith, Abstractions), composizioni monocrome che evocano i tracciati lineari indefiniti delle coperte navajos (Paul Sharits, Nothing), una pellicola sulla quale dei fili d'erba, delle foglie e le ali dei coleotteri sono direttamente incollati con la stessa tecnica dei tappeti-giardino (Stan Brackhage Mothlight), inversioni positive/negative che producono un effetto identico a quello dei "motifs rentrants" (Peter Kubelka, Adebar), i complessi intrecci di bordure (Hans Richter, Rythmus 21)...
Alcune opere contemporanee, che utilizzano le tecniche di lavorazione formale dei tappeti per dinamizzare il piano o per dissolverlo, saranno ugualmente presenti: motivi a scacchiera e ripetizione modulare (le combinazioni al suolo di Carl Andre), effetti di levitazione o di sospensione (Hans Haacke, Blue Sail), composizioni con medaglioni (Zilvinas Kempinas, Flying Tape), dispersione di elementi su un campo aperto (Taysir Batniji, Hannoun), ecc. Un dipinto fiorentino del XV° secolo dialogherà con opere d'arte contemporanea.
La mostra proporrà infine una dimensione sonora, con la presentazione di una pièce musicale di Morton Feldman che, ispirandosi alla collezione dei tessuti copti del Louvre di Parigi e alla composizione dei tappeti, sostituisce alla nozione di composizione quella di "campo temporale".
Nell'ambito delle aperture serali del giovedì della mostra Tappeti volanti, saranno proposte cinque sezioni di cinema tra giugno e settembre 2012:
Giovedì 7 giugno
19.30 | Il ladro di Bagdad (The thief of Bagdad) di Raoul WASH
Stati Uniti, 1924, 139'
N & B, muto sonorizzato: Gailor Carter
Con: Douglas Fairbanks, Julanne Johnson, Sojin Kamiyama, Anna May Wong
Un noto ladro, Ahmed, si innamora della figlia del califfo, che è la concubina di un barbaro mongolo, il cui scopo principale è quello di impadronirsi del trono. Nei panni di un principe, Ahmed si inoltra nel palazzo per chiedere la mano della principessa ... Un traguardo importante per il cinema muto, grazie al talento di Douglas Fairbanks e Raoul Walsh.
Giovedì 5 luglio
19.30 | Gli ultimi velieri (Die letzten Segelschiffe) di Heinrich HAUSER
Germania, 1932, 69'
N & B, muto
Copia dell'Eye Film Instituut Nederland
Il viaggio di uno degli ultimi grandi velieri mercantili, il Pamir, da Amburgo a Chili, passando per Capo Horn scritto e diretto da un cineasta « amatore ».
Giovedì 6 settembre
19.30 | In compagnia di Sven Hedin attraverso l'Asia oscura (Med Sven Hedin i Osterlad) di Paul LIEBERENZ
Svezia, 1928, 106'
Copia colorizzata, muto
Copia dell'Eye Film Instituut Nederland
Una spedizione di grandi esploratori svedesi attraverso il deserto del Gobi, lungo la frontiera mongola.
Giovedì 20 settembre
19.30 | L'epopea dell'Everest (The epic of Everest) di J.B.L. NOEL
Gran Bretagna, 1924, 81'
N&B, muto
Copia dell'Eye Film Instituut Nederland
La spedizione scientifica di Mallory e Irvine in Himalaya, durante la quale i due alpinisti sono morti.
Giovedì 27 settembre
19.30 | Atlantide (L'Atlantide) di Jacques Feyder
Francia, 1921, 162'
Copia colorizzata, muto
Con: Jean Angelo, Georges Melchior, André Roanne, Stacia Napierkowska, Marie-Louise Iribe
Due mercanti di cammelli, Morhange e Saint-Avit, si perdono nel corso di una missione nel Sahara. Scoprono il palazzo abitato da Antinea, sovrana di Atlantide e del popolo tuareg. Qui Antinea attira i suoi amanti per farli uccidere e conservare i loro corpi imbalsamati come mummie. Saint-Avit uccide Morhange. Compiuto il suo crimine e terrorizzato, riesce a fuggire con l'aiuto di una donna araba: Tanit-Zerga. Saint- Avit arriva così a Timbuktu ma Tanit-Zerga muore.
Catalogo D R A G O
La mostra è realizzata in collaborazione con il Centre Pompidou, les Abattoirs - Frac Midi-Pyrénées, il Musée des textiles de Lyon, il Musée Jacquemard André, il Musée du quai Branly e Amundi.
Inaugurazione giovedì 29 maggio dalle 19 alle 20.30
Accademia di Francia - Villa Medici, Roma
viale Trinita' dei Monti, 1
mar-dom 10.45 - 13.00 e 14.00 - 19.00
aperture serali tutti i giovedì fino alle 21.00
ingresso mostra: intero 6 euro, ridotto 4.50 euro, < 25 anni 3 euro, < 10 anni gratuito
Le proiezioni si terranno alle 19.30 nella sala Michel Piccoli, e vi si potrà accedere con il biglietto della mostra. Apertura della sala ore 19.00.
Intero: 6 euro, ridotto: 4,50 euro, meno di 25 anni: 3 euro.