Metamorfosi Wood. I due fili conduttori delle opere in mostra, che finora hanno caratterizzato il percorso del giovane artista, sono la ricerca, nell'immagine realizzata, di una prospettiva multipiano: il risultato visivo della sovrapposizione di piu' livelli paralleli, e' tridimensionale.
'METAMORFOSI WOOD'
Testi nel pieghevole  Erica Olmetto
Francesco Zolo è nato a Sassari nel 1970. Nel 1989 si diploma all¹Istituto
d¹Arte di Sassari. Nel 1998 consegue la Laurea in pedagogia. Nel 2001 tiene
la prima personale presso il Centro Kairos di Sassari. Nel 2002 realizza 'La
tela del ragno', installazione permanente a Mulineddu (SS).
Fluor-non fluor, ultravioletto e non. Questa l'ormai frequente dicotomia
presente nei lavori e nelle più recenti esposizioni del giovane artista
sassarese Francesco Zolo, al Man Ray in occasione della sua seconda
personale. I lavori qui esposti appartengono alla fase di recente
sperimentazione da qualche anno intrapresa dall'artista sulla base degli
studi sulla fluorescenza, le proprietà della luce di Wood e i colori
sensibili all'ultravioletto. La luce di Wood è una lampada che emette raggi
ultravioletti. Le opere più importanti in mostra, infatti, sono due dittici
costituiti da pannelli in legno, 140x70 ciascuno, che riflettono
un'interessante ambivalenza, a seconda dell'illuminazione, bianca o Wood: il
primo dittico, visibile nella galleria interna, è realizzato con terra e
sabbia e valorizzato da colate di plastiche, usate opportunamente come
collanti. Nel secondo dittico, dentro il grottino, prevalgono le pietre e la
polvere di ferro che conferiscono all'insieme un gusto tipicamente
underground.
I due fili conduttori delle opere in mostra, che finora hanno caratterizzato
il percorso del giovane artista, sono la ricerca, nell'immagine realizzata,
di una prospettiva multipiano: il risultato visivo della sovrapposizione di
più livelli paralleli, è tridimensionale.
La figura geometrica in primo piano, che ricorda una croce, ricorrente nelle
opere di Francesco Zolo, lascia intravedere i piani al di là dell'elemento
cruciforme e contribuisce ad accentuare la tridimensionalità . Le opere
piccole rappresentano un modo diverso di interpretare il concetto di
multipiano, anche perché in questo caso la materia è fortemente aggettante e
sembra fuoriuscire dal dipinto. Impastate alle colate di gesso sono state
inserite pietre, chiodi arrugginiti e vetro, materiali valorizzati da colori
fluorescenti molto accesi quali il giallo, il verde, il rosso e il viola che
ritroviamo nelle opere di medie dimensioni.
L'inserimento di questi materiali, amalgamati da collanti o gesso, viene
definito dall'artista "Cambio di destinazione d'uso", ben diverso dal
concetto di riciclaggio, e rappresenta un altro aspetto molto importante dei
lavori di Zolo. I materiali riutilizzati, perdendo la loro connotazione
originale, acquistano una nuova funzione entrando a far parte dell'opera.
Così accade per i chiodi arrugginiti e per il ferro, ma anche per la sabbia
e le pietre che vengono decontestualizzati e rivivono in funzione
decorativa, grazie al nuovo inserimento nell'opera d'arte.
L'aspetto più interessante di questa nuova concezione, in cui l'opera d'arte
viene proiettata in una dimensione quasi astratta, è proprio la sua
ambivalenza, il fatto che i suoi colori possano essere apprezzati non solo
con la luce di Wood ma anche a luce bianca. Questo è il momento che consente
di entrare in contatto con gli elementi materici del dipinto e capire i
meccanismi di costruzione di un'opera solo apparentemente bidimensionale.
Erica Olmetto
inaugurazione mostra personale di Francesco Zolo
Venerdì 18 aprile ore 19,00
dal 18 al 29 aprile  tutti i giorni ore 18,30-20,30 (esclusi il 19, 20,
21) domenica 27 ore 10,30-12,30
CENTRO CULTURALE MAN RAY
SPAZIO POLIVALENTE DEDICATO ALLE SPERIMENTAZIONI ARTISTICHE CONTEMPORANEE
via Lamarmora, 140 Â 09124 CAGLIARI Â Tel. e fax 070/283811