Plastica
Bologna
via degli Orti 5/i

Aerea
dal 22/5/2003 al 27/6/2003
333 1739510

Segnalato da

Daniela Lotta




 
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22/5/2003

Aerea

Plastica, Bologna

Aerea e' una parola che letta da entrambe le direzioni non modifica il suo significato. Allo stesso modo gli artisti invitati si misurano con il concetto di assenza percorrendo direzioni autonome. Realta' e astrazione convivono nelle opere di Alessandro Dal Pont e di Luca Trevisani. I lavori in mostra sono stati scelti per la loro capacita' di investire sia la dimensione relazionale sia quella formale. A cura di Daniela Lotta


comunicato stampa

Alessandro Dal Pont
Luca Trevisani
a cura di Daniela Lotta

Aerea propone una riflessione sui meccanismi percettivi legati alla dimensione abitativa dello spazio attraverso le opere di due artisti italiani dell’ultima generazione. La mostra è intesa come una doppia personale di Alessandro Dal Pont e Luca Trevisani, e presenta due diversi progetti installativi dove è il vuoto a determinare la forma in una evidente commistione di elementi astratti e coinvolgimento emotivo.

AEREA è una parola che letta da entrambe le direzioni non modifica il suo significato. Allo stesso modo gli artisti invitati si misurano con il concetto di assenza percorrendo direzioni autonome.

Realtà e astrazione convivono nelle opere di Alessandro Dal Pont e di Luca Trevisani. I lavori in mostra sono stati scelti per la loro capacità di investire sia la dimensione relazionale sia quella formale, facendo della scultura lo strumento per aprire a un complesso dialogo tra mezzi differenti, intrecciando di continuo la componente tangibile dell’oggetto a quella immaginaria del ricordo suggerita dalla riproduzione fotografica.

Dropping di Alessandro Dal Pont sviluppa un intimo rapporto con lo spazio. La sua struttura è il risultato di un sistema di elementi uniti da un’energia psichica dinamica in grado di trasformare l’ambiente circostante. A una rigida articolazione cartesiana dei piani sulla superficie bianca del solido risponde la dispersione caotica dei visori per diapositive, declinati nelle tonalità primarie del rosso, del giallo e del blu. La fredda progettualità dell’opera si coniuga quindi, in una successiva fase di fruizione, con l’emotività stessa dell’artista che inserisce all’interno di ogni visore un’immagine fotografica legata – come dice lo stesso Alessandro – alla premonizione di un destino ineluttabile e ancora a venire, ovvero all'immagine di un lancio nel vuoto che agli occhi del bambino si rivela comunque come uno spettacolo meraviglioso! L'adulto insomma guarda verso il proprio passato ma nello stesso tempo il bambino guarda rapito verso il proprio futuro. I visori diventano allora testimoni di una caduta, associano il loro movimento a quello dei paracadute visibili nelle diapositive e invitano il pubblico a estendere il processo spostandoli e guardandovi all’interno. Per leggere distintamente la fotografia si dovrà tenere in alto il visore e puntarlo verso la fonte luminosa; in quel momento sembrerà di trovarsi a guardare realmente il cielo e a condividere con il bambino l’evento. In questo modo lo sguardo fissato nella fotografia si dilata seguendo una direttrice temporale che porta all’esperienza reale e l’azione ritorna in tutta la sua immediatezza rendendoci soggetti attivi.

Per Luca Trevisani l’ingombro dello spazio fisico dato dalla relazione dei corpi è pretesto per rovesciare i volumi e rendere nelle tre dimensioni la concretezza di un concetto. La catena montuosa del garrese altro non è che la resa in positivo della zona dell’incavo tra le gambe, il disegno della densità che occupa l’altezza misurata partendo dal pavimento fino all’inguine. Il risultato è una struttura che a prima vista ricorda una configurazione geologica, un paesaggio terrestre, appunto una catena montuosa a misura d’uomo, ma che in realtà sperimenta la conversione dell’aria circostante in scultura. La scultura, fortemente tattile e materica, è poi inserita nel paesaggio urbano per essere fotografata, posizionata all’aperto di un cortile condominiale in diretto contatto con il contesto familiare e l’elemento naturale, a sottolineare la valenza artificiale e progettuale dell’oggetto e, insieme, la sua estraneità a qualsiasi logica funzionale. La componente relazionale, che nel lavoro di Alessandro Dal Pont apre a un secondo momento di lettura, sollecitando la partecipazione del fruitore, si ha adesso in fase di costruzione dell’opera stessa e nasce dalla collaborazione che Luca instaura con alcuni amici. La fotografia connessa alla struttura diviene allora testimonianza dell’azione trascorsa, icona di un fatto, indice di un’unione avvenuta e al contempo esempio da ripetere per tornare ad indossare l’opera. Nell’immagine fotografica il dialogo tra gli individui è poi volutamente raffreddato attraverso il solo riporto grafico delle silhouette, quasi a voler equilibrare l’organicità dell’impianto installativo.
Daniela Lotta

Alessandro Dal Pont, nato a Feltre (BL) nel 1972. Vive e lavora tra Milano e Belluno.
Principali mostre collettive: 2003 Tracce di un seminario, ventiquattro artisti del Corso Superiore di Arte Visiva della Fondazione A. Ratti, Visiting Professor Giulio Paolini, a cura di A. Vettese e G. Di Pietrantonio, Viafarini, Milano; Italianamente, a cura di C. Corbetta, Uks Galleri, Oslo, Norway. 2002 Periscopio 2002, a cura di P. Campiglio, A. Madesani e F.Tedeschi, Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Refettorio delle Stelline, Milano; Via libera, Corso Superiore di Arte Visiva, Fondazione A. Ratti, Como, Visiting Professor Giulio Paolini, a cura di A.Vettese e G. Di Pietrantonio; Per una mobilità fenomenologica della forma, a cura di A. Bellini, in Tre Artisti in barca (per tacer del cane), rassegna a cura di L. Beatrice, galleria Pio Monti, Roma; Understatement, stato di calma apparente, a cura di M. Arfiero, Openspace, Milano. 2001 Spirito dello Scambio (Trading Spirit), Microbo Erotico in TENT Centrum Beeldende Kunst, Rotterdam, Holland. 2000 Più vasto del misurato 2000, Daunbacino, luoghi dell’arte contemporanea, rassegna a cura di L. Laria, Link Ass. Culturale, Sassari. 1999 Tuttologica, Zenit Ass. Culturale, Arcate 18/20/22 Murazzi del Po, Torino; Più vasto del misurato, a cura di R. Borghi, G. Caravaggio, I. Crocco, Microbo Erotico Projectroom, Milano; Destinazione ideale, Villa S. Carlo Borromeo, Senago (MI). 1995 Salon 1, galleria Bianca Pilat, Milano. Nel 1999 fonda a Milano Microbo Erotico Projectroom, luogo d’arte contemporanea no-profit nato dalla collaborazione tra artisti e critici. Nel 2002 frequenta il Corso Superiore di Arte Visiva della Fondazione A. Ratti di Como, Visiting Professor Giulio Paolini, a cura di A. Vettese e G. Di Pietrantonio.

Luca Trevisani, nato a Verona nel 1979. Vive e lavora a Bologna.
Mostre personali: 2001 Zone C/O Graffio, Bologna.
Mostre collettive: 2003 Collaudi, a cura di D. Lotta e M. Altavilla, Villa delle Rose, Bologna (in autunno); UAU lab, Terminal, bologna; Synapser, presentato da D. Lotta, progetto a cura di Undo.net, Porta Ticinese, Milano. 2002 Multimostra, a cura di M. Manara, Forlì; Mentre le cose stanno succedendo, Sala Comunale ex Fienile Castel S. Pietro Terme, Bo; Premio DAMS, Bologna; 100 teste per Giovanni Macchia Gombola, Modena. 2001 Mutamenti Inganni, a cura di F. Cavallucci, Chiostro di Scardavilla, Forlì. 2000 Tesorino, Arsenale di Verona, Verona. 1998 S. Giò Video Festival, Verona.
Ha inoltre partecipato a workshop e seminari con Edoardo Sanguineti, Mario Airò, Eva Marisaldi.

Immagine: Luca Trevisani

Inaugurazione venerdì 23 maggio 2003 ore 19.00

galleria PLASTICA – via degli Orti 5/i, Bologna
Fino a venerdì 27 giugno, dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 18.30 o su appuntamento

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