Domestic Drama. L'artista reintepreta il capitolo Circe dell'Ulisse di Joyce, dando forma al mondo notturno e visionario animato da oggetti quotidiani che compaiono come attori della pantomima.
Le piccole cose della vita quotidiana. Personaggi e oggetti, tutti in scena nella stessa giornata, il 16 giugno, affollano le pagine dell’Ulisse di James Joyce. La misteriosa vita degli oggetti dell’Ulisse, sebbene cominci molto prima, culmina nel capitolo Circe. Nel mondo notturno e visionario del bordello sono molti gli oggetti provvisti di autonomia linguistica e movimento che compaiono come attori della pantomima: un grammofono, un orologio a cucù, un sapone, una pianola, il ventaglio di Bella Cohen, il berretto di Lynch. "Gli oggetti parlanti di Circe sono gli amuleti e i feticci di un mondo improvvisamente sfuggito al tempo della storia e diventato animista e mitologico". (C. Patey) I copricapi joyciani, anch'essi dotati di una propria identità, irrompono copiosi: cappello a tricorno violetto e bombetta grigia, berretto da casa con nappe e cuffietta a nastri da dama, cappellino alla marinara e berretto di pelo, sombrero spiovente impennacchiato e berretto a sonagli.
E oltre agli oggetti, anche le singole parti del corpo umano possiedono una vita indipendente: ecco una testa femminile separata dal busto e quella maschile tenuta sotto braccio dall’interessato, o una mano di morto che scrive. Nei disegni di Guerzoni realizzati per il Bloomsday di Trieste si ritrova, oltre al fenomeno della personificazione degli oggetti e delle curiose e inaspettate metamorfosi, quel senso di straniamento che può cogliere il lettore dell’Ulisse. Nell’installazione “Maestro di colore”, serie di tele in stoffa di varie dimensioni, alcune delle quali con un aforisma ricamato tratto dal quindicesimo capitolo del romanzo (Circe), Guerzoni evoca i sublimi colori inventati da Joyce, in particolare le tonalità dell’azzurro: fumo, argento, crepuscolo, salino, verdastro, luna, ma anche le tonalità rosafragile, grigioluna, argentoviscosa, brunodorato, salsosangue, presenti nelle Poesie da un penny. Cose da poco, appunto, capaci di rimandare ad un universo privato, domestico, comune e condivisibile.
BLOOMSDAY 2012 Una festa per Joyce Organizzato da: Comune di Trieste / Università degli studi di Trieste / Museo Joyce Museum/Associazione culturale Daydreaming Project Andrea Guerzoni (Torino, 1969) si diploma in Pittura all’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino e dal 2000 espone regolarmente i suoi lavori in mostre personali e collettive. Dal 2005 adotta l'aforisma come procedimento artistico: i suoi frammenti presentano situazioni ironiche, malinconiche e tragicomiche nelle quali si intrecciano il pianto e il riso, l’alto e il basso, il sublime e il triviale. Il suo segno grafico, formato da un insieme di linee leggere e di linee decise, si rispecchia e completa nel significato delle sue creazioni liriche e viceversa. La dimensione espressiva dell’artista torinese trova rispondenze nell’immaginario figurativo e poetico di autori di riferimento come Carol Rama, Alda Merini, Fernando Pessoa, e con questa nuova mostra a Trieste, James Joyce. L’artista disegna, dipinge e “mette in scena” figure seducenti e tenere ma al tempo stesso sinistre ed ambigue, personaggi ed oggetti carichi di storia, di vita.
Frammenti visivi intrisi di valori simbolici ed emotivi. Feticci. L’immaginario feticistico che prende corpo nelle sue recenti mostre personali (Domesticheria, 2012, Torino, Carol Rama – Andrea Guerzoni Quanta luce nel nero, 2011, Roma, Feticci, La danza dell’ape: aforismi per Alda Merini, 2010, Milano) può essere eletto a metafora del particolare rapporto che l’artista intrattiene con le figure e le voci predilette.
inaugurazione 16 giugno ore 18.00
Sala Comunale d'Arte
piazza dell'Unita' d'Italia, 4 - Trieste
Orario: lun-sab 10.00-13.00 / 16.00-19.00