Land Market. Negli scatti di Parrini palloncini neri, macchie di sangue e bottiglie di plastica denunciano, attraverso un mutismo inquietante, l'usurpazione dell'uomo sulla natura.
a cura di Noemi Pittaluga
Carlo Gallerati è lieto di presentare Land Market , una mostra personale di Stefano Parrini a cura di Noemi Pittaluga.
«L’uomo si è sempre difeso, sempre. Si è difeso dagli altri uomini e dalla natura, che ha sempre violentato. Il risultato
è sempre una civiltà basata sulla forza, la sopraffazione, la paura e la dipendenza. Tutto ciò che il nostro progresso
tecnico ci ha portato è un po’ di comodità, un più alto standard di vita e strumenti di violenza per mantenere il potere.»
(Andrej Tarkovskij, Sacrificio, 1986).
“Il titolo semplice e dalla natura dicotomica, che Stefano Parrini ha attribuito al suo ultimo portfolio, racchiude già la
poetica dell’artista in due sole parole. Il fotografo si interroga, e nel contempo domanda allo spettatore, come possa la
terra diventare un luogo da saccheggiare a proprio piacimento, un supermercato pronto a fornire i suoi frutti senza
poter imporre alcuna condizione. Le fotografie in mostra nascono da una riflessione sull’assurdo divario presente tra
ciò che l’uomo per secoli ha costruito e ciò che appartiene esclusivamente alla natura: qual è, quindi, la causa che
impedisce il matrimonio felice tra i due elementi? Questo è un dilemma a cui Stefano Parrini non sa dare una risposta
certa; ma la necessità di comunicare agli altri la sua visione soggettiva del mondo lo rende un artista maturo e
consapevole, incapace di crogiolarsi nell’autocompiacimento. Lo scopo del proprio lavoro è per il fotografo quello di
farsi portavoce di coloro che fuggono dalle rigide griglie della società; Stefano Parrini non si piega al paradigma
frenetico e soffocante della quotidianità contemporanea, ma sdrammatizza i messaggi, contenuti nelle fotografie, con il
sarcasmo, l’ironia, l’estetica della composizione e i colori accesi. L’allestimento della mostra segue un andamento
narrativo che si rifà alla figura retorica della climax discendente. Lo spettatore può osservare come le immagini
apparentemente serene (la fotografia di una coppia di mucche o quella raffigurante riquadri coperti di zolle d’erba) in
realtà siano portatrici di uno sguardo indignato che, nelle ultime opere esposte, esplode e diventa più esplicito.
Palloncini neri in aria, macchie di sangue e bottiglie di plastica denunciano, attraverso un mutismo inquietante,
l’usurpazione dell’uomo sulla natura. Come nei lavori precedenti (Quadretti industriali, Tracce, Appunti estivi) la
memoria, la denuncia sociale, ma soprattutto il rispetto per una vita libera e controcorrente sono gli ingredienti di una
ricetta che è importante imparare a conoscere e tramandare.” (Noemi Pittaluga)
Stefano Parrini è nato nel 1965 a Barberino Val d'Elsa (FI) e vive a Poggibonsi (SI). Dal 2007 ha partecipato a
numerosi progetti espositivi in tutta Italia (Portfolio Italia, Toscana Foto Festival, Confini 07, FoFu Phot’art,
Musinf, Artefiera Off) e ha conseguito diversi riconoscimenti (Epson-Le Logge-Toscana Fotofestival, Portfolio
dell’Ariosto, Lucca Digital Photo Contest, A Better World, IPA International Photography Awards, Blurb
Photography Book Now, SI Fest). Nel 2012 viene selezionato per Descubrimientos Photo Espana, entra a far
parte del progetto Photo Ltd collezionismo d'autore curato da Daniela Trunfio, partecipa al progetto Reflexions
Masterclass con Giorgia Fiorio e Gabriel Bauret e, insieme ad altri otto autori, fonda il collettivo Synap(see).
Inaugurazione (alla presenza dell’artista): giovedì 28 giugno 2012, ore 19.00 -22.00
Galleria Gallerati
Via Apuania, 55, Roma
lun-ven 17-19e su appuntamento
Venerdì 29 giugno, lunedì 9 luglio e da mercoledì 1° a venerdì 31 agosto: chiusura della galleria
ingresso libero