Mechanical Dream. L'artista indaga gli stravolgimenti culturali conseguenti all'acquisto della Crvena Zastava da parte della Fiat.
Lo sviluppo dell'industria automobilistica in Yugoslavia ha avuto un ruolo fondamentale per la modernizzazione del paese, influendo notevolmente sulla quotidianità della popolazione, offrendo una maggiore mobilità e di conseguenza una maggiore consapevolezza dell'uso del tempo libero. Fin dagli inizi degli anni '60, dapprima intesa come centro di assemblaggio per i produttori stranieri, e in seguito soprattutto con la produzione della Zastava 750 e 101 (comunemente chiamate Fića e Stojadin), la fabbrica d'automobili Crvena Zastava ("bandiera rossa") ha contribuito alla creazione dell'identità nazionale Jugoslava. Seppur con i paradossi della società e del sistema che l' ha creata - infatti la produzione automobilistica era maggiore alla domanda di acquisto, e inoltre la sua crescente popolarità non era supportata dallo sviluppo delle infrastrutture - l'autovettura Zastava rappresentava una specie di sogno meccanico, sinonimo di un Occidente progressiva del 20° secolo e della sua società guidata dal consumo. La disgregazione della Jugoslavia negli anni '90, e il conseguente collasso della sua economia comprensivo del fallimento della fabbrica della Crvena Zastava, hanno hanno messo in discussione i valori di tale identità.
La ricerca di Iva Kontic si muove dalla necessità di indagare gli stravolgimenti culturali e sociali conseguenti al recente acquisto della Crvena Zastava da parte della FIAT. Un'acquisto inteso come portatore di una risoluzione alla crisi, ma le cui conseguenze rimangono sconosciute se viste attraverso la lente del colonialismo economico e culturale. Mechanical Dream è un installazione multimediale commissionata per il Premio Cairo 2011, presso il Museo della Permanente a Milano. La serie delle cinque fotografie reinterpretano vecchie pubblicità dei diversi modelli di automobili Zastava in differenti epoche. Ogni fotografia é un emblema delle strategie di marketing e dei valori del periodo: ingenui ed entusiasti della realtà consumistica, imitano i modelli occidentali con tutti i loro meccanismi di seduzione e di fabbricazione dei desideri. Una dicotomia narrativa è contenuta nella serie, infatti mentre le automobili sono esposte in un contesto contemporaneo, l'artista ritrae se stessa come protagonista ricostruendo lo stile e i costumi delle pubblicità originali. Il video introduce lo spettatore direttamente nella realtà locale di Crvena Zastava. Il susseguirsi d'inquadrature statiche e in movimento mostrano l'attuale architettura della fabbrica e della città di Kragujevac dove il complesso industriale è situato. La narrazione è costituita dalle interviste con i dipendenti, ma la scelta da parte dell'artista di utilizzare una monotona lettura delle loro dichiarazioni ha neutralizzato il pathos derivante dalle paure e dalle aspettative in seguito al cambiamento. L'inserimento di vecchi filmati pubblicitari dell'azienda trovati su You tube, interrompono ulteriormente la struttura narrativa arrichendo il video di una sfumatura ironica. L'installazione comprende anche un quadro di dimensioni panoramiche.
Si basa su fotografie della fabbrica danneggiata dopo il bombardamento del 1999, che l'artista ha trovato su internet. Lo stile del dipinto ricorda il genere storico-fantasy della tradizione pittorica dell'Europa Occidentale, contiene un patchwork composto da frammenti di giornali che documentano alcuni dei più recenti eventi economici e politici. Iva Kontić, 1982, vive e lavora a Belgrado. Ha studiato pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, e ha ottenuto il suo MFA in Fine Art presso il Goldsmiths College di Londra. Attualmente svolge il dottorato in arte multimediale presso l'Università delle Arti di Belgrado. Ha partecipato a numerose rassegne internazionali, festival d'arte e video: MADATAC, EMAF, Espacioenter, Mikser Festival, Catodica, Videoart Yearbook, Biennial Tehran, etc. E' stata finalista in diversi premi d'arte e ha vinto CAC Trust Award nel 2009. 2010/11 studi residenza a Woodmill Project, Londra. Beo_Project è diretto da Zara Audiello in collaborazione con l'Associazione 22:37. Situato nel centralissimo quartiere di Vračar, Beo_Project è una project room di circa 25 mq nata con l'intenzione di presentare progetti creativi con un prospettiva contemporanea.
La scelta di aprire uno spazio a Belgrado è consequenziale alla ricerca, infatti da alcuni anni l'interesse curatoriale della direttrice è orientato ad Est, un mondo pieno di potenzialità ancora troppo poco discusso. Beo_Project avvalendosi di un network costruito con l'Associazione 22:37 vuole essere luogo di connessione tra il mondo artistico internazionale e la regione dei Balcani. La project room fornisce una piattaforma per lo scambio di idee all'interno dell'intersezione di diverse discipline artistiche. Il suo obbiettivo principale è quello di creare uno spazio per artisti e curatori per teorizzare, condividere e realizzare idee. Questo può assumere molteplici forme, quali mostre, eventi, workshop, collaborazioni, e progetti d'arte basati sull'educazione e la partecipazione della cittadinanza. www.beoproject.org www.ivakontic.com
Inaugurazione 6 luglio ore 18
Beo_Project
Kaleniceva, 4 - Belgrado
Giovedì e venerdì dalle 18:00 alle 20:00. Gli altri giorni su appuntamento
Ingresso libero