Centro Ceramico La Fornace Pagliero
Castellamonte (TO)
Localita' Spineto, 61
0124 582642
WEB
Le Figure del Fuoco
dal 6/7/2012 al 6/10/2012
10-13 e 15-19, giov e ven su appuntamento

Segnalato da

Lilian Rita Callegari




 
calendario eventi  :: 




6/7/2012

Le Figure del Fuoco

Centro Ceramico La Fornace Pagliero, Castellamonte (TO)

Tele, carte, sculture, terrecotte, assemblages e fotografie. Curata e ideata da Floriano De Santi, la rassegna prpopone un esaustivo nucleo di opere di Umberto Mastroianni, Bernard Aubertin, Elio Torrieri e Lilian Rita Callegari.


comunicato stampa

a cura di Floriano De Santi

Opere di Umberto Mastroianni, di Bernard Aubertin, di Elio Torrieri e di Lilian Rita Callegari

La creazione artistica è apparenza, che riceve la sua fulminea irresistibilità dall’inapparenza delle forme; essa scopre – lo dice Nietzsche in un testo folgorante del 1886, La gaia scienza – l’increspatura, la scorza della superficie “per profondità”. Nel flusso perenne del mondo la materia diventa la conoscenza, la distruzione diventa la stasi. Gia Eraclito ci assicura che con il fuoco possiamo conoscere l’aletheia intorno all’Essere. Come quella appresa dalle anime di Platone nel Luogo Sopraceleste, questa verità eraclitea non è filosofica, ma una rivelazione estatica, che perde ogni carattere corporeo: “Quel cosmo non lo fecero gli dèi o gli uomini, ma il fuoco fu sempre, è e sarà; fuoco di eterna vita, che si accende con misura e si spegne con misura”. Nell’arte contemporanea il mythos di Efesto, il dio fabbro e del fuoco figlio di Zeus e di Era, è molto più complesso di quello che non sembri: i suoi cultori dovrebbero indossare le vesti variopinte e sfumate di Iside per simboleggiare ciò che vi è in esso di molteplice, di ondeggiante e di contraddittorio.

Curata e ideata da Floriano De Santi, la rassegna Le figure del fuoco presenta un esaustivo nucleo di opere di Umberto Mastroianni, di Bernard Aubertin, di Elio Torrieri e di Lilian Rita Callegari; nella mostra l’essentia della mutazione della fiamma avviene dalla materia alla forma, dalla fantasia alla realtà. Per questi artisti il fuoco è simulacrum di ogni passione, è freudiana perturbazione, è sopportare e patire, è luce e ombra: è l’araba fenice della “scrittura del disastro”, che costruisce la propria stessa assenza. Mentre l’Informel di Mastroianni, che non è una formula, anzi è, per antonomasia, l’arte senza formule, scopre la “via europea” che passa per il dominio sterminato ed impervio della materia, conservando nella qualità della propria sostanza l’impronta o la memoria dell’immagine, quello di Aubertin vorrebbe, al pari di Yves Klein, essere rapito in una palla di fuoco, librarsi sull’umanità come un arcangelo vendicatore, e forse invidia l’illusione descritta dal Kierkegaard de La malattia mortale, che gli fa vedere non in un al di là, ma dal rovescio, e con allucinante chiarezza, i mali della vita. Per Torrieri il fuoco è confine e soglia, divide il buio dalla luce, la vita dalla morte, l’essere dal nulla; la visione è costretta ad “esserci”, finché rimane una briciola, un frustolo di spessore cromatico: e si corromperà, proprio come il folgorio della fiamma, col corrompersi della forma, si trasformerà col trasformarsi della materia, ma non cesserà heideggerianamente di “esserci”.

Nella pittura della Callegari il fuoco della physis, della natura, è l’antitesi tra Osiride-Iside e Seth-Tifone: è l’opposizione tra sole e tenebre, ordine e disordine, movimento e rigidezza. Ma l’artista, con Plutarco, sa bene che quella macchia di rosso tenero e violento è un’intonazione fenomenica, troppo ricca di valori e aloni simbolici per essere eliminata dal mondo. Così diventa una devota dell’armonia fra gli opposti: una seguace di Eraclito, che diceva: “Armonia di opposti è l’armonia dell’universo, come quella dell’arco e della lira”. La mostra è preceduta da un’emblematica sezione-segnale, che vede la presenza di due misteriosi dipinti ad olio su tela (di cm. 58x70) eseguiti in Italia intorno alla metà del XVIII secolo da un ignoto pittore fiammingo, forse influenzato dal tocco cromatico sempre preciso e un po’ secco, ma non calligrafico, di Alessio De Marchis. La novità della pennellata sta proprio in una spirale d’ombra, che sale a volute larghe come un fumo nero e in cui la luce, con uno sprazzo violento, arresta il moto ascensionale dell’incendio, con un’opposizione subitanea che, fermando per un attimo l’empito del fuoco, ne fa sentire pure più decisiva l’irruenza dinamica. Ordinata nei nitidi ed antichi spazi del Centro Ceramico “Fornace Pagliero”, in località Spineto di Castellamonte, diretto da Daniele Chechi, la rassegna Le figure del fuoco – visitabile dal 7 luglio al 7 ottobre 2012 – è accompagnata da un’utile e preziosa pubblicazione edita per i tipi dell’Archivio Umberto Mastroianni di Brescia e del Museo Fornace Pagliero, con un saggio critico di Floriano De Santi e la riproduzione di tutte le sessantadue opere tra tele, carte, sculture, terrecotte, assemblages e fotografie.

Inaugurazione 7 luglio

Centro Ceramico La Fornace
Localita' Spineto 61 - Castellamonte (TO)
Dalle10.00 alle 13.00/ dalle 15.00 alle 19.00. giovedì e venerdì su prenotazione.

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