Il codice a barre descrive chi siamo, cosa usiamo ed amiamo, dove andiamo e come ci arriviamo. Il positivo ed il negativo si raccolgono dentro quel timbro, creando un'icona che e' il traduttore di ogni forma, ogni idea, ogni avventura. Un esperanto delle merci che fa dibattere sul suo valore ma anche sui limiti omologanti del codice. Mostra collettiva a cura di Simona Cresci.
Inaugurazione venerdì 9 maggio 2003, ore 21.00
INTRODUZIONE:
Linee verticali di spessore variabile: ed ecco che la tensione del minimalismo disvela omogenei sobbalzi emotivi.
Numeri in rigoroso ordine orizzontale: ed ecco che la sequenza matematica anima i conteggi nella loro scansione ritmica.
Il codice a barre parte da un pavimento di numeri algebrici. Un orizzonte di puro lettering su cui si edifica quel grattacielo geometrico ed astratto. Una sintesi del presente che riordina e funzionalizza il progresso. La merce del contemporaneo ha così il suo tatuaggio universale, un segno decisivo che attraversa l'evo del web tramite i punti elementari della comunicazione: la linea ed il numero.
Eccole, le lunghe fasce verticali mentre svettano sopra il bianco della memoria.
Eccole, le scansioni da zero a nove per raccontare il mondo con la totalità di un'emozione elettronica.
Il codice a barre descrive chi siamo, cosa usiamo ed amiamo, dove andiamo e come ci arriviamo. Il positivo ed il negativo si raccolgono dentro quel timbro, creando un'icona che è il traduttore di ogni forma, ogni idea, ogni avventura. Un esperanto delle merci che fa dibattere sul suo valore ma anche sui limiti omologanti del codice. Comunque un frangente epocale che delinea l'Uomo della scienza, sintetizzando nella nettezza estetica l'incredibile varietà del progresso disponibile.
CURA MOSTRA E CATALOGO: Simona Cresci
TESTI IN CATALOGO: Simona Cresci
UFFICIO STAMPA: Galleria Arturarte
Galleria Arturarte
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Settevene Nepi (VT)
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