Vecchio Ospedale
Cortona (AR)

Quattro mostre
dal 17/7/2012 al 29/9/2012
lun - dom 10-13 e 14-19, in fortezza mostra sempre aperta
328 6438076
WEB
Segnalato da

Luca Faenzi




 
calendario eventi  :: 




17/7/2012

Quattro mostre

Vecchio Ospedale, Cortona (AR)

Vincent Fournier ha speso gli ultimi 10 anni fotografando e viaggiando per il mondo; Giulio Di Sturco identifica una nuova piattaforma urbana: l'Aerotropolis; Nicolas Mingasson ha focalizzato il suo interesse nei confronti di popolazioni che si trovano a vivere e ad affrontare situazioni estreme. In mostra anche il vincitore (Simone Massera) e i finalisti del Circuito Off del Festival di Fotografia.


comunicato stampa

VINCENT FOURNIER
Space Project

Nel progetto Space Project sul quale ha speso gli ultimi dieci anni viaggiando per il mondo, Vincent Fournier rende omaggio ai più grandi centri di studio ed esplorazione spaziale. Le sue fotografie sono messe in scena al limite tra il documentaristico e la finzione, risultano bizzarre ma potrebbero essere vere al tempo stesso, giocano infatti sull'ambivalenza tra fantasia e realtà. Sono metafore ed insieme una critica al nostro sogno di utopia basato sulla fantascienza, al viaggio dell'uomo nello spazio, al desiderio costante di esplorazione dell'ignoto.

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GIULIO DI STURCO
Aerotropolis

Il termine Aerotropolis è stato coniato da John Kasarda, accademico americano che ha basato la sua carriera intorno a questo concetto:"così come le ferrovie nel XIX secolo e le autostrade nel XX secolo hanno creato lo sviluppo urbano e la distribuzione delle aree di produzione economica nelle città, così gli aeroporti nel XXI secolo rappresentano la principale leva dello sviluppo economico locale e il più importante elemento di raccordo nel processo di produzione globale".
L'Aerotropolis nella rappresentazione di Di Sturco identifica una nuova piattaforma urbana, in cui gli aeroporti rappresentano il nucleo centrale intorno ai quali si sviluppa il resto della città la quale, più che essere un luogo costruito dall'uomo per l'uomo, diventa un contenitore sterile in cui l'individuo stesso abbandona la propria creatività in nome dell'efficienza.

Stampate da Antonio Manta su carte Canson Infinity con tecnologia Epson.

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NICOLAS MINGASSON
Portraying the Arctic

Nicolas Mingasson ha focalizzato il suo interesse nei confronti di popolazioni che si trovano a vivere e ad affrontare situazioni estreme.
L'intento del progetto non è semplicemente quello di mostrare il fenomeno del surriscaldamento globale in termini fotografici ma di condividere la vita delle popolazioni artiche con un pubblico più ampio. Offre uno spunto per riflettere sul nostro modo di vivere: "Voglio che le mie foto e le mie avventure facciano fermare le persone affinché sviluppino uno sguardo critico sul modo in cui viviamo."

Stampate da Antonio Manta su carte Canson Infinity con tecnologia Epson.

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Circuito OFF

Vincitore: Simone Massera

Simone Massera
Baci dalla provincia

Nell'estate 2010 ho iniziato un progetto fotografico sull'esperienza soggettiva del crescere in provincia in Italia. Provincia intesa non come divisione amministrativa ma come un luogo dai contorni sfumati, difficile da definire ma fatto spesso di noia, ristrettezze mentali, brutture architettoniche, chiesa la domenica, centri commerciali, nessun cinema, mancanza di stimoli o senso di comunità, voglia di scappare non appena se ne ha la possibilità. All'interno della mia definizione rientravano realtà molto diverse, da città satellite abitate da pendolari a quartieri residenziali all'estrema periferia di grandi città, da città vere e proprie ma prive di una storia comune o di un'identità, a piccoli paesi dove sembra che tutti conoscano tutti. Volendo esprimere cosa significhi essere un adolescente in realtà simili, quel misto di odio e di amore per il campetto dei tossici, la comitiva di fronte al supermercato, i parchi cementificati, le 'spiagge deturpate', le sbronze negli autogrill sull'autostrada; volendo raccontare questi luoghi attraverso la voce dei loro abitanti, senza dover ricorrere a fredde interviste, ho iniziato a viaggiare per il Lazio, scattando e poi stampando delle cartoline dalla provincia, che ritraessero con lo stile freddo e distaccato delle cartoline luoghi simili a quelli in cui sono cresciuto. Ogni cartolina, insieme ad un francobollo e a delle semplici istruzioni per l'uso è stata inserita in una busta postale e ogni busta distribuita, attraverso una rete di amici e conoscenti, a sconosciuti della mia generazione nati e cresciuti nel luogo ritratto nella cartolina. Quello che chiedevo nelle 'istruzioni' era semplicemente di condividere qualcosa di personale sulla propria esperienza di vita in questi luoghi. La risposta di tutte le persone coinvolte mi ha stupito e commosso. Non soltanto molte più persone di quanto prevedessi sembravano sapere benissimo di cosa stessi parlando, ma alcune di esse hanno spedito al mio indirizzo lettere, poesie, brevi racconti spillati alla cartolina, superando di gran lunga in creatività le mie aspettative.

Francesco Pergolesi
ZERO-ZERO

Un progetto fotografico che nasce dalla riflessione sul viaggio, inteso come senso di abbandono interiore alle proprie radici per partire da Zero ed assaporare un nuovo inizio. Gli elementi primordiali come la terra e l'acqua tornano ad essere gli unici punti di riferimento e l'uomo, il suo piccolo esploratore, è ancora senza una vera identità strutturata.L'evidente sovraesposizione di ogni fotogramma prende spunto dalla tecnica di sviluppo in camera oscura in cui i mezzi toni che contraddistinguono la nascita dell'immagine, e così di un nuovo inizio, sono i primi a rivelarsi e con essi la nostra percezione del mondo.

Giuseppe Fanizza
Stanze

Progetto realizzato tra marzo e aprile del 2012 durante un viaggio di lavoro nel Triveneto, dal Lago di Garda al Cadore, da Vipiteno alla provincia di Padova. Le esigenze di lavoro mi facevano percorrere il territorio a zig-zag da un paesino all'altro attraversando passi e vallate e quasi ogni notte dovevo scegliere una località (e quindi un albergo, pensione, b&b, motel) in cui pernottare. I paesaggi che attraversavo non mi erano familiari; sono nato in una terra che poco ha a che vedere col paesaggio alpino e prealpino. Ed inoltre erano paesaggi che avevano inconsapevolmente la colpa di ostacolare il mio lavoro, perché per spostarmi dovevo affrontarli e superare le asperità che li caratterizzano. D'altra parte mi ripagavano ampiamente con la loro bellezza. E' forse per superare la sensazione di non-familiarità che ho iniziato a fotografarli. Per fissare solo la loro esteriorità, trasformarli in cartoline, farli diventare stanze della mia memoria e avere così una connessione più facile. E poi ero incuriosito da come un insediamento adatti le proprie esigenze produttive ed abitative al territorio che abita. Una curiosità mista ad un pizzico di invidia, perché sapevo che ero lì come viaggiatore, passeggero e che quindi quei paesaggi non sarebbero mai stati veramente miei. Avevo come la sensazione che fotografarlidovesse forzare loro ad appartenermi e aiutare me ad adattarmi. L'altra parte del mio mondo in quei due mesi di viaggio erano le stanze d'albergo. Loro erano la zona franca di un territorio estraneo, gli unici luoghi che potevo chiamare casa, per quanto mutevole e temporanea, gli unici elementi del territorio che mi ospitavano e mi permettevano di riposare e infine di adattarmi. Erano perciò il contraltare del territorio che percorrevo, perché lì sì potevo fermarmi e il territorio intorno smetteva di sfuggirmi.

Jean Marc Caimi
Coast to Coast

Il progetto racconta la storia dell'Italia attraverso i ritratti. Due fotografi (Jean-Marc Caimi and Paola Serino) hanno viaggiato da nord a sud lungo la costa per ritrarre la grande varietà di personaggi umani. Quasi la maggioranza degli italiani che lavorano nelle grandi città industriali, durante l'estate ritornano nella loro città natale. Inoltre, la maggior parte dei lavoratori stranieri, provenienti da Est Europa, Africa e Asia, che vivono in Italia ma non possono permettersi di tornare al loro paese natale, rimangono per le vacanze. Questa massa di persone converge nei piccoli villaggi costieri d ad ando origine un fenomeno nuovo di zecca, una migrazione interna multiforme. La gente sulla spiaggia, in estate, diventa l'immagine di un paese che cambia. Dal momento in cui, sulla spiaggia, le informazioni sulla condizione economica, professione o ambiente sociale del soggetto è assente, ora testimoni di una vera democrazia mare. Queste immagini rappresentano il lavoro di Jean-Marc.

Talos Buccellati
London

Il progetto Work and play è nato alla fine dei Giochi olimpici cinesi. Mostra attraverso una serie di immagini il culmine della crisi economica nella “city of brokers”(2009). Con questo lavoro ho cercato di catturare la solitudine che caratterizza la città di Londra in questo momento. Un’atmosfera di disperazione diffusa si respira nella città, forse piu’ che altrove in Europa. Questo lavoro si concentra su due aspetti distinti : ho infatti fotografato sia l’atmosfera tetra dei quartieri della finanza sia eventi sportivi tradizionali. Il progetto non vuole essere un classico reportage fotografico in cui ogni fotografia è accompagnata da una leggenda esplicativa. Le mie foto, mettendo in luce il sentimento di solitudine e di preoccupazione dovuto alla crisi economica, cercano d’ispirare una riflessione sulla attuale situazione londinese. Esso mostra da un lato i luoghi oscuri della city e dall’altro lato l’importanza della “fede” sportiva che è molto sentita in tutta l’Inghilterra.
Work and Play è un gioco di parole. Play puo’ significare “playing sports”, ossia praticare un’attività sportiva, ma si riferisce allo stesso tempo anche agli altri significati possibili nella lingua inglese : play an instrument (suonare uno strumento), play a game (giocare), play a drama (recitare).... Lo stile di vita suggerito dalla parola inglese “Play” è quello in cui si cerca il divertimento per sfuggire alle inquietudini giornaliere e che permette di sentirisi fieri di qualcosa. Nell’attesa dei giochi olimpici londinesi queste due aspetti degli inglesi diventano sempre piu’ evidenti : da una parte devono sempre fare i conti con la grave crisi economica, dall’altra non smettono di sostenere i loro atleti preferiti.

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Immagione: (c) Giulio Di Sturco

Ufficio Stampa: Luca Faenzi

Associazione Culturale On the Move, Località Vallone, 39/A/4 - Cortona, 52044 (AR)
Per info: email: info@cortonaonthemove.org web: www.cortonaonthemove.com tel. 328 6438076 - 347 3300362 - 328 8414658

Inaugurazione mercoledi 18 luglio alle ore 18

Diverse sedi
Cortona (AR)

Mostra alla fortezza
Dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 14 fino alle 19
La mostra in fortezza rimane sempre aperta.
Ingresso
10€ Biglietto comprensivo di tutte le mostre
5€ Mostre: Vecchio Ospedale (Vincent Fournier, Giulio Di Sturco, Nicolas Mingasson e Circuito OFF) e Fortezza Girifalco (Alessandro Grassani, Kitra Cahana, Massimo Siragusa, Christopher Churchill, Anoek Steketee, Giancarlo Ceraudo)
3€ Jon Lowenstein (Teatro Signorelli - Sala Pavolini) Carlo Bevilacqua (Magazzino delle Carni, via Santucci 5) Monika Bulaj (chiesa Sant' Antonio) Nino Franchina (Vicolo del Gesù)

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