Una collettiva a cura di Pavillon, piattaforma di sperimentazione e Kunsthalle migrante e in progress. Partecipano Gudrun Benonysdottir, Michelangelo Consani, Alessandro Nucci, Eleni Kamma.
Pavillon Retrait(e): ritiro, arretramento, in disparte, rifugio, eremo, scarto … Sinonimi di retrait recul: repli, retraite, évacuation, abandon reflux: reflux contraction: diminution, rétrogression, rétrogradation suppression: annulation, enlèvement repli sur soi: repli sur soi
Retrait(e) è uno scenario ipotetico, introdotto da un testo disponibile a Vetrina. Mentre Vetrina diventa il luogo provvisorio in cui i progetti di Pavillon vengono presentati: una sorta di set, di stazione di sosta, mansio, accampamento temporaneo, alpeggio, info-point aperto all’incontro. Collaborano a Retrait(e) gli artisti: Gudrun Benonysdottir, Michelangelo Consani, Alessandro Nucci, Eleni Kamma, etc.. Pavillon [pron. pavijÕ] nasce a Lucca, come progetto no-prot diretto da artisti e curatori fra loro associati per la promozione di pratiche, idee e progetti di interesse internazionale. Non è legato necessariamente al proprio spazio di Via Mordini; per questo, e in quanto adotta strategie di migranti, viene anche chiamato Pavillon prêt-à-migrer.
Mentre il proprio sito, in quanto socializza contenuti prende il nome di Pavillon social (www.pavillonsocial.com). Pavillon nasce in sostanza come piattaforma di sperimentazione, di piccola Kunsthalle migrante, in progress, visionaria. L’attività di Pavillon inizia nel novembre 2011 con un progetto dell’artista tedesca Nora Schultz dedicato ai gurinai: quei migranti lucchesi che in ogni parte del mondo costruirono laboratori provvisori per formare sculture di gesso e venderle per strada. Il secondo progetto è stato “Doing time”, dell’artista islandese Gudrun Benonysdottir, che ha portato in Italia, per la prima volta, il proprio immaginario legato al mondo nordico, costruendo una sorta di dreaming station. La mostra era solo la prima tappa di un progetto itinerante che ancora prosegue e dovrà ritornare in Islanda, presso Ùtùrdùr. Disestablish è titolo della terza mostra, di Judith Raum, ancora visibile a Lucca su appuntamento. A seguito delle sue ricerche sulla storia della tessitura tra la Germania e l’Anatolia e sulla costruzione della Ferrovia Ottomana in Turchia, l’artista è passata a indagare lo sviluppo trecentesco dell’industria tessile tra Lucca (tra i maggiori centri di produzione della seta nel Medioevo) e Firenze (soermandosi sul Tumulto dei Ciompi), indagando in modo ravvicinato certi meccanismi fondanti della nascita in Toscana del capitalismo.
Inaugurazione 21 luglio ore 19
Vetrina di Susanna Orlando
via Nazaro Sauro, 3 -Pietrasanta (LU)
Ingresso libero