Il mare unisce i Paesi che separa. Mostra fotografica curata dalle Manifatture Knos nell'ambito del festival "Fineterra festa mobile, arti e pensieri del Mediterraneo 2012".
Il 30 luglio, alle ore 20, il Chiostro di San Domenico, a Gallipoli, apre le porte alla mostra fotografica “Il mare unisce i Paesi che separa”, curata dalle Manifatture Knos e organizzata nell’ambito del festival “Fineterra festa mobile, arti e pensieri del Mediterraneo 2012”.
Sarà presentato, inoltre, in anteprima, il numero zero di MUTA, rivista che parla solo con immagini, incontro di lavori visivi, grafici, fotografici e pittorici.
Le serie fotografiche “Confini invisibili” di Maurizio Buttazzo e “The path of the righteous man” di Mattia Insolera raccontano un mare, confine invisibile che unisce o divide, visione infinita in costante movimento, teatro di scambio. Il Mediterraneo, nella sua cornice di terra che lo delimita, che da sempre obbliga le diversità a incrociarsi e connettersi. Transito verso la speranza o il dramma. Immagini in cui il mare narra di quell’unica strada possibile verso un futuro migliore.
“Confini invisibili” di Maurizio Buttazzo
Fotogrammi inediti raccontano le migrazioni sulle coste salentine in varie epoche: dai primissimi sbarchi albanesi a bordo di zattere (Otranto,1990), all’esodo biblico della popolazione albanese sulle coste pugliesi (Brindisi, 1991), ai nuovi intensi flussi migratori dell’ultimo decennio (Gallipoli, 2002). Storie di speranza e di coraggio, di attese e di rabbia, di drammi e di delusioni, portate, ancora in questi giorni, da un mare che unisce e divide.
“The path of the righteous man” di Mattia Insolera
Dal 1994, nel Canale di Sicilia almeno 5962 persone sono morte lungo le rotte che vanno dalla Libia (da Zuwarah, Tripoli e Misratah), Tunisia (Sousse, Mahdia e Chebba) verso le isole di Lampedusa e Pantelleria. Più della metà (4.547), i dispersi in mare.
L'anno 2011 è stato il peggiore. Tra morti e dispersi, almeno 1674 persone sono scomparse nel Canale di Sicilia, 239 morti al mese, 8 al giorno: un massacro. I dati sono aggiornati al 1° agosto 2011. Ma i migranti non sono solo numeri per Medici senza frontiere, che lavorano nel campo rifugiati di Shousha, in Tunisia. Né per Vincenzo Lombardo, ex becchino del cimitero di Lampedusa, che ha fornito una degna sepoltura a decine di cadaveri di migranti senza nome trovati sulla riva dell'isola.
Dall’altra parte dello Stretto, Mohsen Lihidheb, postino della città tunisina di Zarzis, ha raccolto nel suo giardino gli effetti personali di centinaia di migranti naufraghi portati dal mare. Un monumento agli uomini timorati, caduti lungo il cammino.
Il lavoro è stato realizzato in collaborazione con Medici senza frontiere e pubblicato sulla rivista di Emergency.
MUTA
MUTA è una rivista che parla solo con immagini, è l’incontro di lavori visivi, grafici, fotografici, pittorici. Confini invisibili, il tema del numero zero.
L’idea di dar vita ad una nuova rivista artistica internazionale nasce dalla volontà di fornire un panorama dei diversi mezzi espressivi usati oggi. Obiettivo è offrire spazio in una pubblicazione di ottima qualità ad artisti che hanno come unica preoccupazione la sincerità del loro lavoro.
La mostra fotografica "Il mare unisce i Paesi che separa" è curata da Manifatture Knos e MUTA project, in collaborazione con Yalla Shebab Film Festival. Si inserisce all’interno del festival “Fineterra festa mobile, arti e pensieri del Mediterraneo 2012”, promosso dalla Provincia di Lecce e dall’Istituto di Culture Mediterranee della provincia di Lecce.
Ufficio Stampa
Angela Ferramosca cell. 388 8021768 a.ferramosca@gmail.com
Inaugurazione 30 luglio ore 20
Chiostro San Domenico
Riviera San Nazario Sauro, Gallipoli (LE)
Orari: h 10-12, 18.30-22.30
ingresso libero