La fabbrica sospesa. Plastici, disegni originali, immagini di cantiere e foto d'attualita' di Mario Carrieri illustrano l'intero percorso creativo di Nervi dall'Aula Vaticana delle udienze pontificie alla Cattedrale di St. Mary a San Francisco. La mostra e' parte di un ciclo internazionale di esposizioni dedicate al grande progettista e costruttore italiano.
Sono stati davvero numerosi gli omaggi tributati al più noto ingegnere italiano del '900, in patria e nel mondo, in occasione del centenario della nascita. Questa mostra assume caratteristiche di unicità e originalità.
Perché Nervi a Mantova? "Perché qui - afferma Angelo Crespi, presidente del Centro Internazionale d'Arte e di Cultura di Palazzo Te - Pier Luigi Nervi ha lasciato una delle sue opere più complesse e ardite dal punto di vista tecnico e architettonico, le Cartiere Burgo, la Fabbrica sospesa, appunto".
La mostra mantovana - patrocinata dalla Regione Lombardia Direzione Generale Cultura e dal Polo Territoriale di Mantova del Politecnico di Milano, sostenuta dal Comune di Mantova e dal Museo Civico di Palazzo Te e organizzata dal Centro Internazionale d'Arte e di Cultura di Palazzo Te - fa parte di un ampio ciclo internazionale di esposizioni dedicate al grande progettista e costruttore italiano, promosso dal CIVA Centre International pour la Ville, l'Architecture et le Paysage di Bruxelles insieme al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo e all'Associazione Pier Luigi Nervi Research and Knowledge Management Project - presieduta dal nipote Marco Nervi. L'iniziativa si svolge in collaborazione con lo CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma.
Sono ben dodici le sezioni della ricca esposizione di Palazzo Te, una per ognuno dei principali ambiti di attività di Nervi. Ciascuna sezione è focalizzata su un'opera, considerata icona della creatività dell'ingegnere. Plastici, disegni originali, immagini di cantiere e foto d'attualità di Mario Carrieri illustrano, capitolo dopo capitolo, l'intero percorso creativo di Nervi dall'Aula Vaticana delle udienze pontificie alla Cattedrale di St. Mary a San Francisco, alla Torre della Borsa di Montreal.
L'intera documentazione esposta a Palazzo Te ruota attorno alla grande realizzazione nerviana per Mantova.
Ad introdurla, quasi a ricondurre i piccoli tratti disegnati nei progetti alle dimensioni enormi della realtà, saranno, collocati all'esterno della villa giuliesca, i casseri originali utilizzati esattamente mezzo secolo fa per "gettare" il solaio isostatico dei magazzini della Cartiera mantovana, capolavoro di sperimentazione sia strutturale che architettonica. Si tratta di ritrovamenti recentissimi, che gli esperti considerano fondamentali per capire meglio i metodi costruttivi di Nervi. Quelli qui esposti sono gli unici casseri nerviani sopravvissuti.
Nel 1961 - un anno dopo la sua consacrazione avvenuta con le Olimpiadi di Roma del 1960 e anno di inaugurazione del Palazzo del Lavoro e del riconoscimento internazionale sancito con l'avvenuto completamento della bus station di New York e la progettazione della field house per il Dartmouth College - Nervi accetta la sfida di progettare un edificio che si distacchi completamente dai modelli studiati in tanti anni di lavoro, sia da un punto di vista prettamente formale che da quello degli schemi statici e strutturali impiegati: la cartiera Burgo di Mantova diventa quindi, nel tempo, un modello per via dalla sua unicità funzionale, chiarezza statica e intraprendenza compositiva.
"La cartiera Burgo si distacca dagli edifici industriali studiati in precedenza da Nervi: quello di Mantova diventa un'icona nella risoluzione di un problema funzionale complesso, ovvero quello di avere un unico ambiente lungo 250 metri, caratterizzato da una facciata libera di 160 metri, in cui concentrare varie fasi lavorative. Il risultato sarà quello di un'architettura singolare in grado di risolvere pienamente le esigenze di funzionalità della committenza con un esito di grande forza che si staglia nettamente nel panorama padano circostante: un'immagine statica che attinge più ai progetti di ponti sospesi del collega Riccardo Morandi che non all'insieme di strutture per la copertura di grandi spazi in cui Nervi era ormai un maestro capace di declinare un linguaggio consolidato e derivante direttamente da impianti formali classicisti.
"Il risultato - scrivono in catalogo i curatori Alberto Bologna e Cristiana Chiorino - è sorprendente sia in termini di espressività architettonica sia per quanto concerne la funzionalità dell'edificio progettato: la leggerezza del curtain wall sostenuta dai poderosi ma, allo stesso tempo, slanciati cavalletti in calcestruzzo armato, consente dal di fuori di cogliere il ciclo produttivo della carta che, con la realizzazione di questo impianto, fece aumentare, dal 1963 al 1964, del 10,42% i vagoni di carta venduta.
La megastruttura della Burgo resterà un unicum nei progetti di Nervi. Se l'immagine finale è il frutto di una sperimentazione formale rimasta un caso isolato all'interno della parabola professionale dell'ingegnere, il procedimento costruttivo invece ne riassume il suo percorso di costruttore: i casseri a perdere, le forme a terra degli elementi prefabbricati e i solai a nervature a ponteggio mobile sono la sintesi di un pensiero costruttivo caratterizzato da razionalità, praticità e intelligenza organizzativa".
Accompagna la mostra un catalogo di 240 pagine edito da Silvana Editoriale in italiano, inglese e francese, catalogo che rappresenta il primo studio sull'insieme dell'opera di Nervi realizzato dopo la sua scomparsa.
Immagine: Pier Luigi Nervi sotto il Viadotto di Corso Francia, Roma, ca. 1960, foto di Oscar Savio
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Palazzo Te
viale Te, 13 Mantova
Orari: lunedì 13.00 - 18.00; da martedì a domenica 9.00 - 18.00
Biglietti: intero 10,00 euro; ridotto 7,00 euro ; ridotto studenti 3,50 euro