Arte contemporanea nei matronei della Basilica. Il quinto appuntamento della rassegna presenta nuovi lavori di Dan Rees, che con 400 kg di plastilina trasforma gli spazi chiusi in vetrate e colorate, e di Francesco Arena, che propone 3 nuove installazioni sul rapporto tra il luogo e la storia.
A cura di Stefano Raimondi, Mauro Zanchi
L'8 settembre 2012 si inaugura il nuovo ciclo del progetto “Ogni cosa a suo tempo”.
La Fondazione MIA - Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo, fondata nel 1265, ospita negli antichi matronei della Basilica di Santa Maria Maggiore il quinto appuntamento di “Ogni cosa a suo tempo”, curato da Stefano Raimondi e Mauro Zanchi.
La mostra, realizzata in collaborazione con la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e The Blank Bergamo Contemporary Art, vede come protagonisti Dan Rees, artista di origine scozzese residente a Berlino, e Francesco Arena, entrambe chiamati a realizzare nuovi lavori capaci di esplorare le relazioni tra opera, tempo e luogo.
Ogni cosa a suo tempo, da omnia cum tempore - secondo la fonte originale dal Qoelet o Ecclesiaste, uno dei testi contenuti nella Bibbia Cristiana ed Ebraica - significa ogni cosa ha il suo tempo ed è nel suo tempo. Da questa riflessione nasce il progetto di arte contemporanea nei matronei della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo, che vede per il secondo anno la partecipazione di artisti rappresentativi del panorama internazionale chiamati per rispondere a un processo di continuità storica, artistica e interpretativa. La mostra rinnova e riattualizza il dialogo tra il grande e maestoso cantiere della Basilica, in attività per oltre sette secoli, e l'arte contemporanea.
Dopo il primo ciclo di tre mostre che ha visto la partecipazione di alcuni tra i più significativi artisti nazionali e internazionali (Adrian Paci e Andrea Kvas, Daniel Knorr e Riccardo Beretta, David Adamo e Ettore Favini), e la prima esposizione del ciclo del 2012 con Navid Nuur e Alis Filliol, l'appuntamento con l'arte torna con un nuovo capitolo espositivo organizzato in forma di doppia personale. Dall’8 settembre al 7 ottobre i matronei della Basilica di Santa Maria Maggiore, aperti esclusivamente per l’occasione, ospiteranno i nuovi lavori di Dan Rees e Francesco Arena, che continueranno il processo di dialogo, interpretazione e restituzione dell'attualità in un contesto carico di storia, arte e spiritualità.
La presenza di opere d’arte contemporanea all'interno dell'architettura medioevale dei matronei risponde alla volontà curatoriale di aprire un confronto tra l'arte del passato e quella del presente e di presentare al pubblico opere appositamente realizzate da alcuni dei più significativi artisti del nostro tempo.
La scelta di invitare artisti nazionali e internazionali mira a un dialogo tra percorsi e approcci culturali distinti, tra la molteplicità delle visioni, delle modalità operative e dei linguaggi espressivi.
Dan Rees
(Swansea, 1982. Vive e lavora a Berlino)
Il monumentale lavoro realizzato appositamente per la Basilica di Santa Maria Maggiore, prende spunto dalla chiusura delle arcate e delle finestre del matroneo avvenute nel susseguirsi dei lavori al cantiere della chiesa. Queste barriere, realizzate in cemento, sono facilmente visibili e staccano nettamente dalle pietre che compongono i muri dello spazio. L’artista ricopre con l’utilizzo di oltre 400 kg di plastilina industriale gli spazi chiusi e li trasforma in vetrate fluide e colorate, capaci di richiamare nell’immaginario uno spazio esterno, una finestra da cui poter guardare.
La pittura è infatti il mezzo espressivo in cui si concretizza la poetica dall'artista scozzese Dan Rees. Le sue opere nascono dall'unione di gestualità e materia pittorica all'interno di una riflessione che dimostra come sia possibile, ancora oggi, elaborare un percorso artistico che abbia quale punto di partenza uno dei medium più approfonditi e tradizionali della storia dell’arte. I colori puri e vivaci danno vita a quadri monocromi e astratti in cui il procedimento pittorico e le scelte dell'allestimento ne determinano il significato. La pittura si riflette quindi in se stessa: tra l'unicità della tela e la reiterazione del gesto pittorico, l'artista si interroga sull'importanza dell'unicum nella creazione e sulla sopravvivenza del gesto artistico. Il lato ironico si svela quando una tela messa sotto vuoto viene esposta in una teca di vetro, o quando i suoi monocromi sono appesi a lunghi appendiabiti.
Tra le numerose mostre personali dedicate a Dan Rees ricordiamo quelle presso la galleria T293 di Napoli-Roma (2007, 2009, 2011), Standard Oslo e Tanya Leighton a Berlino (2009), Wallspace a New York (2010), Jonathan Viner a Londra e Andreas Huber a Vienna (2010) e alla Baronian Francey di Bruxelles (2012).
Del 2011 è la personale al Museum der Weltkulturen di Francoforte; mentre tra le numerose collettive segnaliamo quelle presso il Castello di Rivoli (2010), la galleria Limoncello di Londra e Whitecolumns di New York (2011).
Francesco Arena
Torre Santa Susanna, Brindisi, 1978. Vive e lavora a Cassano delle Murge, Bari.
Francesco Arena ripensa la storia italiana e i suoi personaggi rielaborandoli in chiave visiva. Nelle sue installazioni, fatti che sono entrati a far parte della memoria di massa come la vicenda di Pinelli o il rapimento Moro vengono convertiti in chiave estetica trasformati in sculture o ambienti esperibili. Nella trasposizione in opera dei fatti viene ricercato un punto di partenza, una regola, che funga da analogia tra la realtà e l'arte, tra l'elemento reale e quello formale. La problematica politica non allontana dal dominio dell'estetica grazie al procedimento concettuale che, senza nascondere l'eredità “povera”, muove da dettagli significativi e inconfutabili (come il numero, misura della realtà e suo rappresentante).
Per il ciclo Ogni cosa a suo tempo Francesco Arena realizzerà tre nuovi lavori che nascono dal rapporto con il luogo e la sua storia. Una riproduzione della lapide di Donizetti, sepolto nella basilica, con l'iscrizione latina HIC JACET verrà portata nei matronei e qui spezzata per subire l'aggiunta della scritta NON. L'ascensione della lapide nei matronei creerà un ponte spaziale e concettuale verso una dimensione di vuoto e di assenza, dove lo spostamento immaginario subirà una violenta negazione. E mentre un piedistallo di argilla permetterà all'artista di guardare negli occhi il Sant'Alessandro rappresentato nel grande telero del matroneo, due piccole piastrelle incise che riprendono la pavimentazione marmorea della Basilica ci ricordano la frase di Sant'Agostino “Io stesso sono divenuto domanda”.
Tra le recenti mostre personali segnaliamo quella al Musieon di Bolzano, alla Fondazione Ermanno Casoli di Fabriano e alla galleria Monitor di Roma (2012); a Peep Hole a Milano (2011); al De Vleeshal a Middelburg (2010); e a Brown Project Space a Milano (2008).
Espone in importanti collettive presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino e il Museo Riso di Palermo (2012); alla GAMeC di Bergamo (2011) e nello stesso anno è finalista al Premio Furla. Nel 2010 espone al Magasin di Grenoble, alla fondazione Arnaldo Pomodoro, al PAC di Milano e al MART di Torino; nel 2007 alla Triennale di Milano.
Evento promosso da
Fondazione Mia – Congregazione della Misericordia Maggiore / www.operapiamia.it
In collaborazione con
The Blank Bergamo Contemporary Art / www.theblank.it
GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo / www.gamec.it
Ufficio stampa:
Nicole Merisio +39 3403505690 ocstempo@gmail.com
Inaugurazione 8 settembre ore 11.00
Basilica di Santa Maria Maggiore
piazza Vecchia, 6 (Citta' alta) Bergamo
Orario: venerdì e domenica 15-18; sabato 10,30-12,30 e 15-18