Tra Decadentismo e Modern Style. Gli anni tra le due guerre videro, forse per l'ultima volta, il verificarsi, in Occidente, di un fenomeno culturale e sociale quale l'incrociarsi di iniziative a opera di poeti e pittori, ma anche di 'divini mondani', di cosmopoliti eccentrici, di artisti mecenati dei loro stessi colleghi. Tutti amici fra loro, erano in primis materia di scandalo, poi di acute insolenze e di erudite litigiosita'. In mostra sculture, dipinti e disegni, ma anche oggetti d'uso, grafica editoriale, libri, fotografie e arredi. A cura di Lea Vergine e Margherita de Pilati.
a cura di Lea Vergine
curatrice per il Mart: Margherita de Pilati
Provate un po’ a immaginare una situazione così: Virginia Woolf ricama a punto-non-so-che-cosa lo schienale di una seggiola, su disegno progettato da Duncan Grant mentre sua sorella Vanessa Bell disegna per lei la copertina di The Waves intanto che Percy Wyndham Lewis, tra un Blast e l'altro, dipinge il ritratto di Edith Sitwell fotografata con i suoi fratelli da Cecil Beaton. I tre Sitwell si fanno affrescare la Villa di Montegufoni in Val di Pesa da Gino Severini; dopodiché tutti giù a rovistare tra gli avanzi di gomitoli di lana per i calzerotti da inviare ad Alec Guinnes sotto le armi. Ma cos'è? Una burla, una sceneggiatura per una pièce? No. E’ tutto vero.
Tratteggiare una mescolanza di personalità illustri e individui burloni è sufficiente a dare un'idea solo molto approssimativa di uno dei luoghi bizzarri di un Novecento ancora sconosciuto. Decenni assatanati del Nuovo e del Moderno: Parigi, Londra e l'Italia come crocicchio privilegiato delle invenzioni di linguaggio nelle arti tutte. Gli anni tra le due guerre videro, forse per l'ultima volta, il verificarsi, in Occidente, di un fenomeno culturale e sociale quale l’incrociarsi di iniziative ad opera di poeti e pittori; ma anche di “divini mondani”, di cosmopoliti eccentrici, di artisti mecenati dei loro stessi colleghi.
Ricostruire tutto questo è il compito di una mostra ideata da Lea Vergine al Mart di Rovereto: “Un altro tempo. Tra Decadentismo e Modern Style”, dal 22 settembre 2012 al 13 gennaio 2013. Attraverso un centinaio di opere bizzarre e audaci, l’esposizione mette in luce uno dei più interessanti fenomeni artistici e culturali del Novecento. La mostra è accompagnata da un libro-catalogo, edito da Il Saggiatore.
“Un altro tempo” è composta da sculture, dipinti e disegni, ma anche oggetti d’uso, grafica editoriale, libri, fotografie e arredi. Sono oggetti quasi del tutto sconosciuti fuori dall’Inghilterra, e soprattutto esposti ora per la prima volta.
L’interesse di queste opere non sta nel loro valore artistico, ma piuttosto nella loro capacità di evocare emozioni e sensazioni che sono appunto di “un altro tempo”: sono oggetti unici, spesso eccentrici rispetto ai canoni delle arti figurative. Vederli riuniti in un percorso espositivo offre al visitatore l’occasione per una rivelazione appassionante. “Una mostra non si fa solo per guardare e vedere ma anche per sapere” scrive Lea Vergine: l’ambizione di “Un altro tempo” è quella di portare a conoscenza del pubblico un mondo mai considerato dalla storia dell’arte, ed oggi in parte scomparso, in cui le connessioni tra gli artisti sono spesso sorprendenti.
I poeti Ezra Pound, Hilda Doolittle e T. S. Eliot, lo scultore Henri Gaudier-Brzeska, gli scrittori Edward M. Forster, Ford Madox Ford, James Joyce e David Herbert Lawrence per esempio, si legano per amicizia e con i medesimi intenti, a gruppi che sperimentano arti visive e simili. Si pensi anche a Gertrude Stein a Parigi, ai tre poeti Sitwell tra l'Inghilterra e la Toscana, ai futuristi inglesi “vorticisti” a Londra. Nascono riviste come Blast (“un racket di giovani”): si realizza il primo tentativo di proto-design, gli Omega Workshops, ad opera del critico d'arte Roger Fry e di due pittori, Vanessa Bell e Duncan Grant.
Tutti, amici fra loro, erano, in primis, materia di scandalo; e poi di acute insolenze e di erudite litigiosità. Tra questi, leaders carismatici e molti supporters: ma tutti insieme formano un coro singolare. Studiosi di rara cultura, signore costumate e non, giovanotti morbidi e protervi, artisti concimati dalla paranoia, eccentrici in abbondanza; e poi, neurolabili, creature vampirizzate, soggetti psichiatricamente interessanti, anime smedesimate e altre afflitte da ego ipertrofici. Solo un manipolo di intellettuali le ha viste, conosciute e comparate (le opere). Al più, le cronache di quegli anni hanno riferito delle sregolatezze mondane e sentimentali dei protagonisti.
Vanessa Stephen, (Bell dopo il matrimonio con lo storico dell'arte Clive), con l'amato Duncan Grant, bello e omosessuale, preso a sua volta d'amore per David Garnett (invaghito perso di John Maynard Keynes) fabbrica mobili e oggetti, decora tessuti e tavoli, ciotole e paraventi. Ma nella casa del quartiere londinese detto Bloomsbury (nome che contrassegnerà il gruppo) scrivono, impaginano, editano, dipingono, tutti gli altri parenti ed amici: dallo stesso marito Clive Bell all’economista J.M Keynes, da Roger Fry (con cui Vanessa aveva concluso un amore precedente), allo storico Lytton Strachey, a Virginia e suo marito Leonard Woolf. In breve, un gruppo operativo cui si univano partecipanti come D. H. Lawrence o Bertrand Russel e tutti i loro annessi e connessi.
Ma cos’è l'Omega Workshops? Laboratori di arti applicate creati da Fry. I manufatti, realizzati nei laboratori Omega, restavano anonimi. Del gruppo fece parte anche Percy Wyndham Lewis che redasse il manifesto del “Vorticismo”, pubblicato nel primo numero della rivista Blast. Lewis fu anche fondatore del “Rebel Art Centre”, altro atelier collettivo, sorto in contrapposizione all'Omega Workshops, con l'intenzione di raccogliere l'ala più intransigente dell’avanguardia inglese poiché considerava "troppo educati" i rappresentanti del gruppo di Fry. A Osbert, fratello di Edith Sitwell, quando era a Pechino, nel Collegio dei vecchi eunuchi imperiali, fu chiesto se a Londra esistesse un istituto simile. E lui: “Certo, e si chiama Bloomsbury” (Alberto Arbasino riporta).
Osbert, romanziere e saggista, era fratello di Sacheverell, poeta e scrittore, e di Edith, scrittrice e poetessa leggendaria, nota anche presso Igor Strawinskij per Façade, il “divertimento in parole e musica”, ideato con la collaborazione del musicista William Walton. Ritratta da Roger Fry, dai vorticisti, fotografata da Man Ray e da Beaton che, in quegli stessi anni, ritraevano Gertrude Stein e Alice B. Toklas, Edith si imbatté proprio attraverso la scrittrice americana nel pittore russo Pavel Tchelitchew, presenza tra le più importanti della sua vita, omosessuale di non rigorosa osservanza. Dei vorticisti inglesi fecero parte Helen Saunders, Jessica Dismorr e anche Dorothy Shakespear che sposò Pound e progettò le copertine di molti suoi libri. Ezra Weston Pound, (costruì da sé i mobili dell’abitazione di Rapallo!) debuttò attraverso un amore prestigioso con Hilda Doolittle, nota come H.D. anche per essere stata tra i primi pazienti e illustri amici di Sigmund Freud e averne scritto. Insieme ad essa, Pound fondò il movimento detto Imagismo. E, intanto che proteggeva Eliot e Joyce, lavorando sulle traduzioni da Confucio, si faceva ritrarre dal “vort-fotografo” Alvin Langdon Coburn, da Brancusi, da Gaudier-Brzeska (per inciso, prima mostra da Guido Le Noci alla galleria Apollinaire di Milano, fotografata da Ugo Mulas).
Libro-catalogo edito da Il Saggiatore, Milano
Immagine: Duncan Grant, Ritratto di James Strachey, 1910, olio su tela, 63,5 x 76,2 cm, 78 x 91 x 8,5 cm Tate, Londra. Acquistato nel 1947
Il Mart ringrazia
Provincia autonoma di Trento
Comune di Trento
Comune di Rovereto
In partnership con
UniCredit
Vini de Tarczal
Partner tecnici:
Cartiere del Garda
Trentino Marketing
Vettore ufficiale Trenitalia
Per le attività didattiche Casse Rurali Trentine
Responsabile Comunicazione: Flavia Fossa Margutti
Ufficio stampa:
Luca Melchionna M 320 4303487
Clementina Rizzi M 338 6512683 T 0464454127/124 press@mart.trento.it
Conferenza stampa Venerdì 21 settembre 2012 ore 12.00
Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto
corso Bettini 43, 38068 - Rovereto (TN)
Orari: mar-dom 10.00-18.00 ven 10.00-21.00.
Tariffe: Intero 11 Euro
Ridotto: 7 Euro
Gratuito fino ai 14 anni