Galleria Civica
Modena
corso Canalgrande, 103 (Palazzo Santa Margherita e Palazzina dei Giardini)
059 206911, 059 2032940 FAX 059 206932
WEB
Changing Difference
dal 19/10/2012 al 26/1/2013
mer-ven 10.30-13 e 15-18; sab, dom e festivi 10.30-19

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Clp Relazioni Pubbliche




 
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19/10/2012

Changing Difference

Galleria Civica, Modena

Queer Politics and Shifting identities. La mostra prende in esame il lavoro di tre artisti, image-maker e operatori della cultura underground, tracciando paralleli ed evidenziando analogie, pur nel rispetto dell'individuale sensibilita' artistica di ciascuno dei protagonisti. L'opera dei tre artisti - Peter Hujar, Mark Morrisroe e Jack Smith - conduce in un percorso fatto di opposti che si integrano: arte aulica e arte popolare, banale ed elegiaco, trash e raffinatezza, vita e morte.


comunicato stampa

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a cura di Lorenzo Fusi

Artisti: Peter Hujar, Mark Morrisroe e Jack Smith

Inaugura il prossimo 20 ottobre alle 18.00 nelle sedi espositive della Galleria civica di Modena, Palazzo Santa Margherita e Palazzina dei Giardini, la mostra "Changing Difference. Queer Politics and Shifting identities", a cura di Lorenzo Fusi, curatore della Biennale di Liverpool.

Organizzata e coprodotta dalla Galleria civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con il sostegno dell'Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, la mostra, in partnership con Gender Bender, il festival internazionale che presenta al pubblico italiano gli immaginari prodotti dalla cultura contemporanea, legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale (10 edizione, Bologna 27 ottobre-3 novembre 2012), prende in esame il lavoro di tre influenti artisti, image-maker e operatori della cultura underground tracciando paralleli ed evidenziando analogie, pur nel rispetto dell'individuale sensibilità artistica di ciascuno dei protagonisti.

Hujar, Morrisroe e Smith si muovono all’interno del difficile territorio che separa la visibilità e l’assimilazione della “differenza”. La loro opera mette in risalto i rischi che il fondere arte e vita, ricerca formale e lotta politica, comporta. Il loro agire diventa sempre più urgente con l’approssimarsi dell’AIDS, ma di fatto traccia una complessa parabola che parte dagli anni Sessanta per arrivare alla fine degli anni Ottanta. L’America e, in particolare New York, fanno da sfondo a queste storie che si intersecano di fronte al colpevole disinteresse di una classe politica (l’amministrazione Reagan), che rifiuta di riconoscere quei diritti civili che la gravità dell’emergenza sanitaria associata alla nuova epidemia mette drammaticamente in evidenza.

Le opere di Hujar e Smith verranno distribuite nei due livelli di Palazzo Santa Margherita (un artista per piano) in una narrazione visiva che, se per Hujar si concentra esclusivamente sulle straordinarie foto in bianco e nero, tra cui la serie dedicata alle catacombe di Palermo e gli intensi ritratti di David Wojnarowicz (fotografo e scrittore americano, morto di AIDS a 37 anni, nel 1982), per Smith predilige i film e una cospicua antologia di immagini presentate nella forma dello slide-show, anche se non manca una misurata selezione di bianconeri.
I circa 240 lavori del più giovane, Mark Morrisroe, saranno invece esposti alla Palazzina dei Giardini.

L’opera dei tre artisti accompagna lo spettatore in un percorso fatto di opposti che si integrano: arte aulica e arte popolare, banale ed elegiaco, trash e raffinatezza, vita e morte. In sintesi l’itinerario suggerito è quello di un viaggio attraverso i generi – maschile, femminile e transgender – e gli orientamenti sessuali – eterosessualità, omosessualità e bisessualità – così come sono stati raccontati dai film d’essai, dai b movies, dalla pornografia, dalla cultura underground e da quella tradizionale. Il problema dell’AIDS, inoltre, caratterizza pesantemente la vita e il lavoro di questi artisti: il loro vibrante, tragico e spesso ironico operare fa trasparire, oggi ancora più nettamente, le loro problematiche più autentiche, come il rifiuto di essere ‘normalizzati’, istituzionalizzati o trasformati in qualcosa di esotico.

Al di là delle facili apparenze il denominatore comune che tiene assieme Hujar, Morrisroe e Smith è la capacità di catturare le sfumature più volatili della personalità (la propria e quelle altrui). L’evidente vena edonistica e ironica che permea la maggior parte delle loro realizzazioni, non impedisce infatti il palesarsi di un’esplicita dichiarazione di intenti, una sorta di manifesto programmatico, e ancora più spesso la ricerca di un amore incondizionato.
Il catalogo bilingue italiano/inglese è pubblicato da Silvana Editoriale.

----- english

curated by Lorenzo Fusi

Artists: Peter Hujar, Mark Morrisroe e Jack Smith

Next 20th October at 6 pm, in the exhibition venues of the Galleria Civica di Modena (Palazzo Santa Margherita and Palazzina dei Giardini) the opening of the exhibition ‘Changing Difference. Queer Politics and Shifting identities’, curated by Lorenzo Fusi (curator of the Liverpool Biennial) will take place.

Organised and co-produced by the Galleria Civica di Modena and the Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, with support from the Culture Councillorship of the Emilia-Romagna Regional Council, the exhibition is a joint venture with Gender Bender, the international Italian festival of contemporary culture, displaying new forms of representation of the body, gender identities and sexual orientation (10th Edition, Bologna, 27th October – 3rd November 2012). This show will examine the work of three influent artists, image-makers and underground cultural operators, highlighting parallels and analogies between them, albeit with respect for the individual artistic sensitivities of each of the protagonists.

Hujar, Morrisroe and Smith all move around that uncertain territory which separates the visibility and the assimilation of ‘difference’. Their works underline the risks inherent in mixing art and life, as well as formal research and political struggles. Their work becomes ever more urgent in the wake of the onset of AIDS, but in actual fact traces a complex parable, setting out from the ‘60s stretching right up to the end of the ‘80s. America and New York in particular provide the backdrop to these stories, interweaving with the culpable shortcomings of a political class (the Reagan administration), which refuses to recognise those civil rights that the seriousness of the healthcare emergency linked to the new epidemic dramatically brings to light.

The works of Hujar and Smith will be displayed on the two levels of Palazzo Santa Margherita (one artist on each floor) to form a visual narrative which while in the case of Hujar is told exclusively through the use of his extraordinary black & white photos (including the series on the catacombs of Palermo and his intense portraits of David Wojnarowicz), in Smith’s case moves more towards film and his broad-based anthology of images presented in the form of a slide-show, although also here there is a selection of his black & white images.

The 240 or so works by the younger artist, Mark Morrisroe, will instead be on show at the Palazzina dei Giardini.

The work of the three artists will accompany the spectator along a display itinerary made up of complementary opposites: courtly art and popular art, the banal and the elegiac, the trashy and the refined, life and death. In brief, the itinerary suggests a journey through the genders (male, female and transgender) as well as sexual orientations (heterosexuality, homosexuality and bisexuality) and how they are recounted through art-house films, B-movies, pornography, not to mention through both underground and traditional culture. Furthermore, the issue of AIDS heavily characterises the lives and works of these three artists: their vibrant, tragic and often ironic approach belies their most pressing issues, such as their refusal to be ‘normalised’, institutionalised or transformed into something exotic.

Face value aside, the real common denominator which unites Hujar, Morrisroe and Smith is their ability to capture the most fleeting details of personality (their own and that of others). The clear hedonistic and ironic vein that permeates most of their production does not in fact halt the emergence of an explicit declaration of intent, a sort of programmatic manifesto, and even more strongly their search for unconditional love.

Immagine: Peter Hujar, Candy Darling on her Deathbed 1974 gelatin-silver print image: 38 x 38 cm sheet: 43 x 40 cm

Ufficio Stampa Clp, Milano, tel. +39 02.36755700, press@clponline.it

Ufficio Stampa Galleria Civica di Modena, Cristiana Minelli
tel. +39 059 2032883, galcivmo@comune.modena.it

Inaugurazione sabato 20 ottobre ore 18

Galleria civica di Modena
Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena
orari: dal mercoledì al venerdì 10.30-13.00; 15.00-18.00
Sabato, domenica e festivi 10.30-19.00
Ingresso gratuito

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