Come sottolinea Gillo Dorfles, l'opera dell'artista si caratterizza per una "precisione e sottigliezza straordinaria", il suo segno-disegno ricostruisce una dimensione organica attraverso un modulo capace di manifestarsi con disinvoltura in ambito pittorico e plastico.
a cura Gillo Dorfles
La Biblioteca Sormani di Milano è lieta di presentare dal 27 settembre al 20 ottobre 2012 una mostra dedicata a
Donato Di Zio, artista tra i più interessanti delle nuove generazioni. Pittore, scenografo, grafico e costumista
Donato Di Zio è un artista di talento verso il quale Gillo Dorfles, curatore della mostra e della relativa
pubblicazione Mazzotta, da diversi anni dimostra una grande attenzione promovendone l’opera. Verranno
presentate circa 40 lavori realizzati dagli inizi della sua carriera ai giorni nostri. La rassegna permette di
apprezzare la rigorosa ricerca di Donato Di Zio, la cui creatività – dai disegni, alla grafica e al design – si
manifesta sempre con forza e autonomia.
L’evento espositivo si aggancia idealmente alla mostra che Donato di Zio ha inaugurato lo scorso 15 di
settembre alla Biblioteca Marucelliana di Firenze e che ripercorre la carriera dell’artista dal 1985 ad oggi
seguendo le fortunate iniziative tenute nel 2006 al Museo d’arte Moderna Vittoria Colonna a Pescara, di nuovo a
Pescara (Aurum) nel 2011 e a Firenze nel 2011 (Spazio Agora-Z Palazzo Strozzi).
Vengono presentate all’attenzione del pubblico e degli appassionati diverse opere tra disegni e incisioni. Sarà
dunque possibile avvicinare l’opera dell’artista nel suo complesso, toccando i punti salienti della sua carriera e
focalizzando gli aspetti più attuali del suo lavoro, sempre coerentemente impostato in un intenso percorso di
ricerca . Come sottolinea Gillo Dorfles, l’opera di Donato Di Zio si caratterizza per una “precisione e sottigliezza
straordinaria”, il suo segno-disegno ricostruisce una dimensione organica e biologica attraverso un modulo
capace di manifestarsi con disinvoltura in ambito pittorico, grafico, plastico e decorativo.
Con abilità
micrografica Donato Di Zio codifica e reitera un codice simbolico fatto di segni, linee fluttuanti, forme sinuose
animate da un’energia liberatoria ed enigmatica. Microscopici elementi organici generatrici di vita esprimono il
senso del mistero dell’esistenza, l’artista controlla attraverso una solida capacità esecutiva un’espressione
inconscia e vibrante da cui emergono in termini di sintesi i riferimenti iconografici cari all’artista. Rimanendo
nell’ambito della grafica evidente il debito di riconoscenza nei confronti di artisti quali William Bradley,
pioniere del gusto liberty in terra statunitense, e Maurits Cornelis Escher da cui deriva la propensione alla
reiterazione dell’elemento modulare espresso e sviluppato con variazioni infinite. Nell’ambito delle avanguardie,
Donato Di Zio guarda con attenzione ai valori formali dell’astrattismo di Kandinsky, alle surreali suggestioni di
Mirò, fino allo spazialismo di Fontana e alle animate sculture metalliche di Calder. Pur nelle evidente ancoraggio
delle lezioni dei grandi del Novecento, Donato Di Zio esprime in totale libertà, svincolata da correnti, un
linguaggio autentico e personale, ricco di suggestioni dal forte impatto poetico ed evocativo.
Il catalogo, pubblicato da Edizioni Gabriele Mazzotta, oltre ad essere un importante apparato iconografico che
molto spazio offre alla produzione più recente, contiene la testimonianza di Guglielmo Bartoletti, Direttore della
Biblioteca Marucelliana mentre i testi critici sono di: Matteo Galbiati intervista Gillo Dorfles, Giorgia Bernoni
intervista Donato Di Zio, Rita Levi-Montalcini, Matteo Galbiati, Annamaria Cirillo Di Paolo, Giovanni Pallanti,
Rodolfo Ceccotti, Franco Grillini, Marco Sclarandis e Roberto Maini.
Riportiamo alcuni brani tratti dai testi appena citati:
Rita Levi-Montalcini: [...] Le sue opere dimostrano una continua e costante ricerca, e conducono le nostre vite
verso mete desiderate ed a volte inaspettate.
Il nostro impegno, anche se in ambiti diversi, percorre strade inesplorate e la innata immaginazione che ci
accomuna mette in luce ed in evidenza realtà a volte ignote a noi stessi [...]
Guglielmo Bartoletti Il contenitore che ospita questa mostra personale dell’artista Donato Di Zio è una tra le
più prestigiose biblioteche della città di Firenze. Espressamente voluta dal suo fondatore Francesco Marucelli,
appositamente costruita e adibita a biblioteca, aperta al pubblico il 18 settembre 1752 e dedicata in particolar
modo alla “publicae maxime pauperum utilitati”, come ammonisce la lapide apposta sulla facciata del
palazzo,(...)Attualmente sono conservati 3.200 disegni e 53.800 stampe. Il disegno più famoso e lo studio
anatomico di un crocifisso di Raffaello . La collezione, nella quale sono presenti fogli come l’angelo di Lorenzo
di Credi, è nota per il consistente nucleo di disegni del seicento che ne caratterizzano il fondo.(...)L’esposizione
che qui si presenta rientra dunque pienamente nella mission della Biblioteca. Siamo ben lieti pertanto di
accogliere e promuovere,in concomitanza con la donazione che l’artista Donato Di Zio ha voluto fare a questa
Biblioteca, [...]
Sostiene Gillo Dorfles nella video intervista rilasciata a Matteo Galbiati riportata in catalogo: “ ... la
particolarità del lavoro di Di Zio è il segno da lui creato con molta originalità, che viene ripetuto sia nei
quadri,sia nelle tazzine,sia nelle decorazioni. Quello che conta, quindi è soprattutto l’unicità e la peculiarità con
cui ha affrontato questa forma di creazione segnica .... La principale caratteristica è di essere tecnicamente
molto interessante perché ha una precisione e una sottigliezza straordinarie ... molte di queste opere hanno una
caratteristica organica e per questo finiscono col diventare simili alla natura: guardano al mondo vegetale, a
quello animale, e possiamo anche pensare ad alcune forme biologiche del corpo umano. In altre parole, Di Zio
ha realizzato un suo modulo che ripete e con il quale può fare qualsiasi cosa, qualsiasi oggetto, sia esso
decorativo che plastico [...]
Giorgia Bernoni (...) Un’ossessiva ricerca dell’emozione. Indagatore della psiche e delle sue recondite
manifestazioni, l’artista presenta un corpus compatto orientato alla reiterazione del simbolo.(...) L’arte di
Donato Di Zio presenta delle caratteristiche evidenti e delle particolarità ricorrenti tuttavia è l’elemento
dell’enigmaticità quello che maggiormente prevale osservando i suoi lavori. Un mistero che ben richiama la
complessità del mondo interiore, universo a cui Di Zio rivolge la propria passione artistica. Se non è recente la
ricerca intrapresa dall’artista abruzzese, ma fiorentino d’adozione, è fresca invece la donazione di sei
acqueforti alla biblioteca Marucelliana di Firenze: un gesto generoso che sottolinea lo scambio che ci dovrebbe
essere più spesso tra artista e istituzioni.
Matteo Galbiati (...) Le forme trascritte nella sveltezza del gesto ripropongono insperate verità, autonome ed
espressivamente eloquenti. Diventano visioni puntualizzate e, per quanto automatiche e inconsce, colme di viva
autenticità e, per questo forse, sentite con maggior convinzione come sincere e spontanee.
La ragione profonda di questo strumento nelle mani dell’artista spesso sfugge a lui stesso; trascende il suo
controllo fino a rispondere a logiche interiori che non sarebbero altrimenti comunicabili. Una facoltà
importante che apre il campo ad analisi ulteriori, sottili e puntuali, come l’energia espressa da questi disegni,
frutto di una vibrazione emotiva incontrollabile. Il disegno, quindi, assume spesso una fisionomia indipendente e
in sé bastante, e quel valore e quel senso, che in altri pare essere sempre all’ombra delle opere compiute, si
ritaglia uno spazio complementare e indipendente. (...) Il segno grafico si muoveva in una danza libera e non
contenuta a descrivere forme sciolte, sinuose, aperte.
Annamaria Cirillo Di Paolo [...] Si potrebbe già con cognizione, definire la sua arte “ una lingua viva “ ossia
un nuovo linguaggio da tramandare inalterato,atto a costituire, nella varietà dinamica dei suoi corpuscoli
acquatici ( cellule o spermatozoi che siano) un nuovo alfabeto aperto alle potenzialità cognitiva – introspettiva
di una futura interessantissima corrente artistica finalizzata ad una nuova ricerca contemporanea di contesto
internazionale.(...)
Giovanni Pallanti [...]Guardando con attenzione la sua produzione artistica – apparentemente astratta – si
entra nel mistero dell’esistenza, in quella macchina perfetta dell’intero creato che è il corpo umano.(...)Questa
arte trattenuta dalla ragione, che plasma la forma di quelle che sembrano le parti più piccole della creazione, è
sicuramente ancorata a una religiosità pudica e innocente che rende l’arte di Donato Di Zio misteriosa e reale
allo stesso tempo: come la vita stessa.
Rodolfo Ceccotti [...] Osservando i disegni intitolati figure eseguiti dal 1985 fino ad oggi, si nota che da
un’immagine disegnata in libertà, come se fosse una scrittura automatica, nasce lentamente una presa di
coscienza più elaborata, (riportata spesso anche in incisione con variazioni di carte colorate) con i contorni più
definiti tesi nella ricerca dei pieni e dei vuoti. (...) il pelago diventa un liquido mosso da infinite presenze:
amebe e microrganismi che animano lo spazio con il senso del loro movimento. Pur considerando tutto questo,
Di Zio è un artista singolare, sicuramente un unicum nel suo genere, che non ha eguali, applica i suoi lavori a
varie forme d’arte: disegno, pittura, incisione, ceramica senza che nessuna di queste espressioni perda di
contenuto, come spesso avviene in altri casi.
Marco Sclarandis (...)Man mano che proseguivo nella visita, mi accorsi che c’era qualcosa di evidente ma
parimenti occulto in quelle forme fantasiose e delicatamente enigmatiche. Ad un certo punto vidi che quelle orde
e miriadi di esseri che popolavano la gran parte delle opere, simili a spermatozoi, mi dichiaravano d’essere
ambasciatori di un significato, rimasto criptato fino ad uno sguardo precedente. Quei riquadri in bianco e nero
mi erano di colpo diventati familiari in un modo che posso solo definire magico. (...) Quintessenze di genti
sterminate, legate a noi spettatori viventi, da intricatissime reti di storie perdute nelle notti dei tempi, intrise di
passioni spregevoli e incantevoli, e quelle linee immaginarie delimitanti resse, folle (...) Sembravano masse
indifferenziate, sebbene fossero inequivocabilmente insiemi d’ individui unici, tanto quanto unici e indivisibili
siano i numeri primi. Vidi per un istante l’albero genealogico assoluto, con tutti i suoi infiniti rami e fogliame.
Chi aveva disegnato quei paesaggi, aveva visto sicuramente ciò che succede quando l’incommensurabile cosmo
accetta di farsi racchiudere dentro una scatola, senza per questo perdere la sua maestosa complessità.
Roberto Maini (...) In Donato Di Zio la persona e l’artista non hanno cesura: “l’universo con tacita maestosità
avvolge le nostre vite, ogni particella che regna nel cosmo, possiede un’anima” ,scrive nella dedica che apre
questo catalogo e che riassume la sua ricerca artistica e la visione del mondo che ne fa un artista con nel segno
l’eco dell’ignoto.
Inaugurazione e presentazione del catalogo: 26 settembre 2012 ore 18.00
Sala del Grechetto via Francesco Sforza 7, Milano
Intervengono: Giorgia Bernoni, Annamaria Cirillo Di Paolo, Gillo Dorfles, Matteo Galbiati, Martina Mazzotta Lanza
CONTATTI UFFICIO STAMPA
Edizioni Gabriele Mazzotta
Stefano Sbarbaro - Comunicazione e rapporti con i media
@ stefano.sbarbaro@mazzotta.it - ufficiostampa@mazzotta.it
tel. 02.878380 - 3929821475
Biblioteca Sormani
corso di Porta Vittoria, 6 - Milano
Orari: da lunedì a sabato ore 9.00 – 19.00, domenica chiuso
Ingresso libero