La memoria delle farfalle. Massimo Cinelli si avvale della fotografia come approccio al mondo ambiguo, allusivo e pregnante che sta dietro l'immagine delle cose.
Le farfalle poi sono simmetriche, il risultato di immagini che si riflettono nel loro contrario
In Massimo Cinelli assume ruolo primario la scelta tecnica, la fotografia come approccio al mondo ambiguo, allusivo e pregnante che sta dietro l’immagine delle cose. Un mondo che esce dalle regole della verosimiglianza e conquista un senso autonomo, puntando al nucleo dell’operazione fotografica, che è l’incontro della luce con il substrato sensibile.
Bruno Sullo – Livorno, Centro Asilo Notturno – 1988
...ottenendo sembianze di molecole come ombre e steli, trasparenze, rarefazioni di colori, vibrazioni lineari su scalfiture di colori fondamentali. Tra linea e superficie cromatica Cinelli stabilisce un rapporto di totale contemporaneità, attribuendo una percezione anche temporale dei due elementi.
Laura Mare – Pisa, Centro Documentazione Arti Visive - 1989
La scelta di strumenti rudimentali e l’intuizione di perenni contrasti, accennati da scabri segni intenzionali che si confrontano con la cromaticità dei componenti di base della pellicola, riescono a creare immagini di grande effetto che riecheggiano una costante dialettica tra l’essere primo che tutto contiene e la soggettività operante.
Luciano Monaci – Firenze, Caffè Voltaire – 1989
E’ concretizzazione magica di un trapasso di attimi in cui l’immagine diviene epifanìa, sostanza.
Leggi di falsa casualità e falsa a-progettualità e di sofisticata naturalezza hanno materializzato icone, segni in ‘sospensione’ apparentemente generati dal nulla ma, in realtà, in sincrono perfetto con l’energia del colore. Il TEMPO, qui, è l’interprete principale: le distanze percorse dalla sostanza luminosa devono arrestarsi ad intervalli prestabiliti per incrociare i SEGNI, simboli di tempi ‘altri’.
Laura Mare per “Pause d’Entropia” – Grosseto, Cassero Mediceo - 1991
Attraverso il vetro ed i colori passa una luce che fa trascendere l’opera al di là delle forme orientandola verso il simbolo, il primo elemento di un mondo informale ed incorporeo, fatto di sensazioni, di pensieri, di quegli influssi che collegano il microcosmo dell’uomo/artista con il macrocosmo dell’umanità. La luce e il segno diventano conoscenza, ordinamento del caos, legati all’incidenza casuale la prima ed ad una forza oscura il secondo, ma proprio per questo ancora più intrinseci all’uomo e al mondo.
Valeria Bruni per “In Certi Luoghi” – Grosseto, ex Fornace del Casalone – 1993
Cinelli insiste molto su questa dicotomia tra primo piano e sfondo alla quale vuole conferire il valore concettuale di situazioni e momenti opposti e complementari.
Lorenza Trucchi per “Paralleli” – Roma, Galleria L’Eclisse – 1994
...é lo stesso senso dato dall'uso dei materiali fotosensibili con i quali Massimo ha cercato di recuperare non tanto delle immagini, quanto dei ricordi di immagini, di ritrovare ciò che non c'è.
Vladimiro Zocca per “Humus” – Bologna, Galleria Fiorile – 1996
...impronte esili, tratteggiate, in alcuni punti solo accennate …
...testimonianza della parvenza del tempo nel suo passaggio …
...ombre magiche e inquietanti che si distendono con scarno lirismo …
...ampliano la proiezione dell’indeterminato nel mondo …
Maria Vittorini per “Accordi” – Siena, Galleria Didee – 2000
Vernissage 29 settembre 2012, ore 17
Galleria Eventi
via Varese, 18 - Grosseto
orario di apertura: tutti i giorni dalle 17 alle 19.30
Ingresso libero