Lagica dell'angolo. Il lavoro ha origine nel fondamento stesso del disegno, nell'utopia che lo ha sempre animato: registrare un'esperienza passata e al contempo diventare esso stesso esperienza attraverso la forma.
A cura di Kevin McManus
Il lavoro di Nadia Galbiati ha origine nel fondamento stesso del disegno, nell’utopia che lo ha sempre animato: registrare un’esperienza passata e al contempo diventare esso stesso esperienza attraverso la forma. Il disegno nasce come appunto da o per qualcos’altro, ma poi vive di vita propria, è capace di generare un numero illimitato di forme che da segno possono diventare referente di ulteriori appunti, rielaborazioni, ricordi. Per questo motivo Nadia Galbiati sceglie di “registrare” – anche attraverso la fotografia, l’appunto personale, il ricordo scritto – un’esperienza che è già investita di forma, che dalla forma anzi scaturisce: l’architettura. Il ricordo del dettaglio architettonico, un dettaglio che non è mai decorativo né snobisticamente marginale, ma sempre dettaglio strutturale, rivelatore di come è fatta l’architettura da cui è tratto, diventa la forma base per una rielaborazione che prende le più svariate forme del disegno, del bassorilievo metallico, della scultura, dell’installazione. Sempre in una soluzione che non accetta la banale dicotomia tra fenomeno e forma: l’apparente astrazione è sempre invece riferita all’esperienza fisica, sensoriale dell’ambiente visitato (e riletto), e le forme sono sempre il frutto di un coinvolgimento altrettanto fisico con il proprio medium, con la superficie di metallo corrosa dall’azione dell’acido.
Per la mostra presso lo spazio di Vanna Casati, Nadia Galbiati propone tre diverse declinazioni di questo appassionato confronto con la forma architettonica, accomunate dall’imprescindibilità dell’angolo come termine essenziale, come vero strumento di traduzione dello spazio reale nel linguaggio specifico del supporto, sia esso bidimensionale o tridiemnsionale. In Esperienza strutturale, lavoro pensato appositamente per lo spazio della galleria, gli appunti di due esperienze spaziali nell’architettura in territorio bergamasco (Pizzigoni e Botta) vengono articolati in due strutture a parallelepipedo romboidale appese al soffitto, che nella loro leggerezza apparente restituiscono, attraverso la percezione sintetica del dettaglio, la conformazione planimetrica e ambientale complessiva dei due edifici. Luogo con Struttura e Spazio (2011) è un frammento di struttura architettonica collocato su un piano orizzontale sul quale un disegno inciso e inchiostrato va a costruire le linee prospettiche, il «foglio» entro il quale il frammento va idealmente a collocarsi, in un rapporto tra due e tre dimensioni che è lo stesso rapporto che lega disegno e architettura, architettura e luogo, luogo ed esperienza. In Coefficiente Spazio 3 (2011), questo gioco infinito di relazioni, in cui va ad inserirsi la scultura come articolazione plastica dello spazio reale (e architettonico), è studiato mediante la collocazione a terra e a parte di lastre che riportano scorci e particolari del nuovo edificio dell’Università Bocconi a Milano, quasi a tradurre nel rapporto tra le due e le tre dimensioni quello tra pieni e vuoti che costituisce il linguaggio usato dall’architettura per farci vedere lo spazio.
Inaugurazione 6 ottobre ore 18
Galleria Vanna Casati
via Borgo Palazzo, 42 (interno) - Bergamo
Orari di aperture dal lunedì al venerdì dalle 16.30 alle 19.30
sabato dalle 11.00 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30, martedì chiuso
Ingresso libero