Gigi Chessa
Elizabeth Price
Paola Anziche'
Ugo Nespolo
Anna Bondi
Stefano Collicelli Cagol
Maria Teresa Roberto
Nella Wunderkammer sono in mostra una quindicina di bozzetti realizzati da Gigi Chessa per alcuni spettacoli teatrali degli anni '20. La VideotecaGAM presenta Choir, opera video del 2011 di Elisabeth Price. Paola Anziche', prima artista della II edizione di Vitrine, indaga le possibilita' dell'arte di relazionarsi con ambiti culturali differenti. Infine, il primo appuntamento del nuovo progetto espositivo 'Surprise' e' intitolato 'Ugo Nespolo. Gli anni dell'Avanguardia'.
Gigi Chessa
Costumista e scenografo
A cura di Anna Bondi
Wunderkammer - secondo piano
12 ottobre 2012 - 6 gennaio 2013
A partire dal 12 ottobre 2012 la Wunderkammer della GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino presenta un’inedita mostra dedicata ad una quindicina di bozzetti realizzati da Gigi Chessa per alcuni degli spettacoli che si svolsero nel Teatro di Torino, tra cui spicca L’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini allestita per l’inaugurazione nel 1925.
Artista poliedrico, Chessa venne introdotto da Felice Casorati all’inizio degli anni Venti nel clima stimolante che ruotava intorno alla casa torinese di Riccardo Gualino, mecenate e imprenditore. Dal sodalizio di Gualino con una ristretta cerchia di intellettuali e artisti torinesi, tra cui Lionello Venturi, Guido Maria Gatti e lo stesso Chessa, prese il via la grande avventura del Teatro di Torino, riadattato con gusto moderno e raffinata eleganza sul precedente Teatro Scribe, in via Verdi a pochi passi dalla Mole. Nel corso dei suoi cinque anni di attività venne eseguita una programmazione di eccezionale qualità, che spaziava dalle musiche rinascimentali e barocche alle correnti più significative delle musiche contemporanee.
Nell’allestimento de L’Italiana in Algeri, perfetta espressione dell’opera buffa, Chessa seppe coniugare la trama del capolavoro di Rossini con una fantasia colta e ingenua, in linea con il gusto delle ceramiche della ditta Lenci per la quale l’artista torinese creò originali mobili e ceramiche. Altri bozzetti riguardano i costumi per la Sacra rappresentazione di Abramo e Isacco di Ildebrando Pizzetti e per alcune delle danze comprese nell’Alceste di Gluck.
L’esposizione è curata da Anna Bondi, storica dell’arte ed esperta di storia della moda, che al lavoro di docente ha affiancato studi e approfondimenti sulle riviste di moda e sul patrimonio di modelli e abiti conservati presso l’Istituto Statale d’Arte Passoni di Torino.
Dopo oltre un ventennio dalla loro ultima apparizione, questi bozzetti si possono ora nuovamente ammirare grazie all’acquisto nel 2002 da parte della Fondazione De Fornaris, che in quest’occasione ne ha assicurato il restauro.
La mostra è stata realizzata grazie al contributo del Lions Club Torino Regio, che continua a sostenere il progetto Wunderkammer curato da Virginia Bertone, conservatore della GAM.
Le raffinate proposte espositive allestite in questo spazio sono strettamente legate alla realizzazione del Gabinetto Disegni e Stampe che vedrà la luce il prossimo anno grazie al finanziamento della Consulta per la Valorizzazione dei Beni artistici e culturali di Torino, con il contributo della stessa Fondazione De Fornaris.
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Nuovo Video
Choir, 2011 - Elizabeth Price
Videoteca GAM
Dal 11 ottobre al 2 dicembre 2012
A partire da giovedì 11 ottobre la VideotecaGAM presenta per la prima volta al pubblico Choir, opera video del 2011 di Elisabeth Price, acquisita dalla Fondazione CRT per l’Arte Moderna e Contemporanea ad Artissima 18.
In Choir, 2011, Elizabeth Price traccia attraverso il linguaggio video un parallelismo tra il rapporto che lega lo spartito musicale e l’esecuzione corale da un lato e la relazione che unisce la timeline di montaggio del video con i materiali d’archivio da cui Price trae le proprie immagini. In altre parole: il video nella sua estensione è l’esecuzione dello spartito costituito dalla sua timeline. Questo tipo di relazione tra schema e realtà è anche alla base dell’osservazione che l’artista conduce sul concetto stesso di coro, una parola che racchiude in sé un triplice significato: identifica uno spazio architettonico, ma anche il ruolo istituzionale e gerarchico identificato con quello spazio – coincidente nelle chiese col presbiterio dove siedono le cariche ecclesiastiche – e il corpo assembleare dei cantanti che sono al tempo stesso immagine della comunità religiosa, ma separati da essa.
Mescolando spezzoni di video tratti da vecchie registrazioni di musica popolare e gospel con immagini di rilievi lignei tipici dei cori di epoca gotica e rendering digitali di antichi presbiteri, Price fa esplodere, come in un ipertesto, tutti i disparati e contraddittori significati che la storia culturale può stipare in una parola come in un’immagine mostrandocene il convoluto potere associativo, evocativo e, inevitabilmente, politico.
Videoteca GAM
Dal martedì al sabato 10-18. Aperta la prima domenica del mese
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Vitrine - Seconda edizione
270° - a cura di Stefano Collicelli Cagol
12 ottobre 2012 - 1 settembre 2013
Giunto alla sua seconda edizione, Vitrine – progetto originale della GAM di Torino, avviato nel 2011 – offre anche quest’anno il suo spazio alla giovane ricerca artistica sviluppata in Piemonte. Una grande parete nell’atrio sarà il luogo a disposizione di artisti piemontesi o che vivono e lavorano in Piemonte e che si stanno distinguendo con la loro opera nel panorama artistico nazionale. Il progetto è suddiviso in cicli e prevede per ogni fase l’impegno di un diverso curatore, chiamato a individuare un tema e una selezione di artisti che esporranno opere inedite realizzate appositamente per gli spazi della galleria, con il fine ultimo di presentare al pubblico un’ampia vetrina significativa della produzione artistica del nostro territorio.
La nuova edizione di Vitrine è affidata al giovane curatore Stefano Collicelli Cagol, che ha selezionato cinque artiste legate in modi diversi al Piemonte, nate tra gli anni Settanta e Ottanta. Il titolo del ciclo, 270° nasce da una riflessione sullo spazio fisico in cui prende vita il progetto Vitrine: un angolo di 90° formato dall’incontro di due pareti di dimensioni diverse nell’atrio della GAM. All’interno di questo angolo retto, le opere appositamente pensate dalle artiste faranno irrompere i restanti 270° mancanti, offrendo prospettive inedite sulla realtà contemporanea. Immediatamente visibile agli occhi dei visitatori che entrano nel museo, cruciale punto di snodo per accedere ai diversi servizi dell’istituzione, dal bookshop, alle sale espositive, agli spazi per la didattica, Vitrine è in una posizione di costante dialogo con l’istituzione e l’architettura modernista della GAM di Torino. L’apertura verso ciò che sta al di là dei confini stabiliti richiamata dal titolo 270° vuole inoltre rendere omaggio alle cinque artiste selezionate, a vario titolo legate al Piemonte: un ritorno alla sua regione d’origine per Dafne Boggeri, che risiede a Milano ma è nata a Tortona (AL), mentre le altre quattro artiste – provenienti da città o paesi diversi – hanno fatto di Torino città
d’elezione per sviluppare le proprie ricerche. Negli ultimi anni, infatti, Torino ha attratto numerosi giovani artisti, capaci di trovare nella città strutture e istituzioni in grado di offrire da un lato una vibrante scena artistica contemporanea e dall’altro un ambiente conveniente dal punto di vista economico.
Il secondo ciclo di Vitrine vuole dunque dare visibilità a artiste ancora prive di gallerie in Italia prendendo spunto dalla spazialità fisica in cui ha sede il progetto (per questo si è deciso, a differenza della prima edizione, di non utilizzare l’area prospicente l’Underground Project), dal contesto architettonico del museo e sottolineando la differenza dell’esperienza artistica contemporanea proposta dai giovani artisti rispetto all’esperienza dell’arte più classica proposta nelle collezioni del museo.
La vetrina, dall’architetto Frederick Kiesler, agli artisti Andy Warhol, a Claes Oldenburg, a Yves Klein e César, fino alla ‘Wrong Gallery’ di Maurizio Cattelan, Massimiliano Gioni e Ali Subotnik ha sempre fornito interessanti spunti di riflessione al mondo dell’arte, soprattutto rispetto al tema dell’esposizione delle opere d’arte. Legata alla commercializzazione e pubblicizzazione dei prodotti, riferita a pratiche di institutional critique, alla confusione tra originale e riproduzione, vero e falso, la vetrina a cui si riferisce Vitrine, offre anche nel contesto del secondo ciclo del progetto molteplici stimoli a cui le artiste invitate risponderanno con progetti appositamente pensati per il museo.
Le artiste selezionate sono: Paola Anziché (1975), Helena Hladilova (1983), Sara Enrico (1979), Ludovica Carbotta (1982), Dafne Boggeri (1975).
Paola Anzichè
12 ottobre 2012 - 6 gennaio 2013
Nella sua ricerca, Paola Anziché indaga le possibilità dell’arte di relazionarsi con ambiti culturali differenti come, la bio-architettura, le credenze popolari, i riti antichi e la scienza più avanzata. Questa necessità di superare i confini delle discipline con cui si confronta l’artista, ha un’immediata visualizzazione nei suoi lavori, che tendono a mettere in scacco il rapporto tradizionale tra visitatore, opera e spazio. Analizzando le forme originate da un particolare contesto culturale, Anziché ne coglie la logica del funzionamento, trasferendolo nelle proprie installazioni, video e sculture. Le opere dell’artista trasfigurano forme pre-esistenti sviluppandone le potenzialità ancora latenti. Collocante nello spazio espositivo, le opere invitano il visitatore a sperimentare queste nuove forme come parte del proprio bagaglio personale. In occasione della sua partecipazione a Vitrine, Paola Anziché realizza un’installazione che dialoga con l’architettura del museo e lo spazio dedicato al progetto.
Aquarium (2009-2012) pone l’attenzione del visitatore sull’architettura dell’atrio della Gam di Torino. L’artista interviene con un gesto molto semplice nelle due vetrate che separano l’interno del museo dall’esterno, facendo colare una serie di colori ad acqua lungo le superfici di vetro. La rigida funzionalità dell’architettura viene così a ospitare un’esplosione di colori che con il passare delle ore del giorno riflettono in diverso modo la luce all’interno del museo, creando un vero e proprio caleidoscopio di colori all’interno del quale il visitatore è invitato a immergersi. La luce e lo spazio – due elementi fondamentali nella percezione delle opere d’arte – diventano così materiali plastici da esperire in prima persona.
La tenda Choreografica Madras (2010-2012) e il reticolato Gialli (2010-2012), sono le due opere che avvolgono e sottolineano il perimetro di Vitrine, sculture bidimensionali che invitano lo spettatore a interagire con loro nei modi più vari. La prima è formata da una serie di tessuti di origine indiana che reinterpretano i motivi ornamentali delle stoffe scozzesi attraverso l’utilizzo di colori accesi e vivaci, mentre la seconda assembla materiali di uso quotidiano (le retine per contenere gli agrumi), dando vita a un diaframma etereo in grado di filtrare la luce e la visione. L’installazione non solo richiede un approccio diverso dall’esperienza artistica tradizionale, ma allo stesso tempo riflette sulla fisicità dello spazio di Vitrine, sottolineando le potenzialità e l’importanza insite nell’azione di attraversamento di un luogo. Ispirata alla tradizione dell’illusionismo, l’installazione invita i visitatori a inventare movimenti, coreografie e situazioni attraverso il confronto con i suoi elementi.
Voci (2012) appare sospesa al soffitto al centro dello spazio di Vitrine. Opera nata da una composizione di diverse zucche Lagenaria, unite da fili intrecciati di diversi materiali, Voci è al contempo scultura musicale e elemento da toccare e esperire. L’opera sottolinea la performatività costante che sottende il momento espositivo della ricerca di Anziché e introduce, attraverso la presenza del suono, un ulteriore elemento di interferenza nella formale architettura modernista del museo.
Paola Anzichè - Biografia
Nata a Milano nel 1975, vive a Torino. Ha studiato Francoforte sul Meno.
Ha tenuto personali alla Fondazione Remotti a Camogli 2012, Vitrine alla Gam di Torino, Torino 2012; Greater Torino alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino 2010; Tapis a porter , Careof - Milano 2009. Ha partecipato alle collettive quali, After Prisma, Villa Romana, Firenze 2011; Meteoriti in Giardino, Fondazione Merz, Torino 2009; Sans les murs. Le complexe de Rittberger, Glassbox, Cité Internationale Universitaire de Paris, Parigi 2009; Die Sammlung Rausch, Portikus, Francoforte sul Meno, 2007. Ha partecipato a numerose residenze: Resò Network, Capacete (San Paolo e Rio De Janeiro) 2011; Pact Zollverein, Essen, 2010; Centre International d’Accueil et d’Echanges des Recollets, Parigi, 2008.
I prossimi appuntamenti:
Helena Hladilova gennaio - febbraio 2013
Sara Enrico marzo - aprile 2013
Ludovica Carbotta maggio – giugno 2013
Dafne Boggeri giugno – settembre 2013
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Surprise
Primo appuntamento: Ugo Nespolo. Gli anni dell’Avanguardia
a cura di Maria Teresa Roberto
12 ottobre 2012 - 6 gennaio 2013
Giovedì 11 ottobre la GAM inaugura il nuovo progetto espositivo Surprise, un ciclo annuale di appuntamenti dedicati – in questa serie inaugurale – ad aspetti specifici della ricerca artistica torinese tra anni Sessanta e Settanta.
Allo sviluppo industriale ed economico si accompagnarono allora trasformazioni urbane e sociali che allargarono la base della produzione e del consumo di cultura. La vivacità del confronto ideologico e gli impulsi creativi che caratterizzarono quella stagione favorirono l’intersecarsi di discipline diverse, dall’architettura al design, dalla moda alla grafica, dalla musica fino alle arti visive e performative. L’atteggiamento sperimentale non si limitò all’innovazione linguistica, ma si estese alle pratiche sociali e alle modalità di fruizione e dislocazione delle opere nello spazio.
Il progetto Surprise intende sondare e mettere a fuoco aspetti e snodi di quel periodo, durante il quale sono state gettate le basi per il riconoscimento artistico di Torino a livello internazionale. Al centro dell’attenzione saranno poste di volta in volta singole opere, tracce di percorsi espositivi, progetti inediti, riferimenti a contesti extra-artistici; si tratterà di frammenti eterogenei ma accomunati dal senso di stupore e meraviglia e di intensificazione delle energie vitali tipico di quegli anni. Per incrementare la curiosità e il desiderio voyeuristico dello spettatore, le opere dell’artista protagonista di ogni mostra rimarranno segreti fino alla vigilia dell’inaugurazione. In questo modo ciascun appuntamento costituirà ogni volta una vera e inaspettata sorpresa.
A curare il primo ciclo di Surprise, che si dispiegherà nel corso dell’anno 2012-2013, è Maria Teresa Roberto, docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Accademia Albertina di Torino. Con lei lo staff della GAM si dedicherà all’approfondimento del lavoro degli artisti che saranno presentati di volta in volta. Al progetto sarà dedicata la sala espositiva della GAM adiacente all’Exhibition Area.
Il primo appuntamento di Surprise è realizzato grazie al contributo di Miroglio Group.
Ufficio Stampa: Daniela Matteu - Tanja Gentilini tel. 011 4429523
daniela.matteu@fondazionetorinomusei.it - ufficio.stampa@fondazionetorinomusei.it
Info: Centralino tel. 011 4429518 - Ufficio Relazioni Esterne tel. 011 4429630 e-mail comunicazionegam@fondazionetorinomusei.it
Anteprima per la stampa: mercoledì 10 ottobre ore 12
Inaugurazione: giovedì 11 ottobre 2012, ore 18.30
GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
via Magenta, 31 - Torino
Orario: martedì - domenica 10-18, chiuso lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima
Ingressi: € 10 - ridotto € 8, gratuito ragazzi fino ai 18 anni