Ritorno eccezionale: L'Adolescente di Michelangelo, una delle poche opere dell'artista conservate all'estero, torna in Italia dall'Ermitage dopo un esilio di quasi tre secoli. La lanterna della pittura. L'Adolescente dell'Ermitage e i disegni della Casa Buonarroti: Michelangelo e l'idea della scultura, a cura di Umberto Baldini e Massimo Bertozzi. La mostra mette a confronto L'Adolescente con una serie di disegni di Michelangelo sottolineando così analogie e differenze fra la pratica della scultura e i modi di disegnare del grande artista.
L'Adolescente dell'Ermitage e i disegni della Casa Buonarroti: Michelangelo e l'idea della scultura
Fra i tanti che in questo anno di Giubileo faranno il loro viaggio in Italia, ci sarà un pellegrino speciale, un esule che torna a casa: l'Adolescente di Michelangelo, una delle poche sculture del grande artista conservate all'estero, in questo caso al Museo Ermitage di San Pietroburgo.
Figura enigmatica e misteriosa, non finita e tuttavia ben delineata, al punto da far credere che lo scultore intendesse rappresentare un'anima non nata, entità indistinta destinata a scendere nel più profondo degli inferi, avvicinata di volta in volta all'immagine di un giovane guerriero, un prigioniero, un genio funebre, è una delle poche opere di Michelangelo a dimensione ridotta, e tuttavia conserva, nello schema serrato e nella forte concentrazione delle, masse tutta la potente costruzione volumetrica delle opere monumentali.
La scultura era destinata presumibilmente al progetto per la Sacrestia Nuova della chiesa fiorentina di San Lorenzo, e doveva essere tra le opere rimaste incompiute dopo la partenza di Michelangelo per Roma nel 1534 e che in seguito passarono nella bottega dell'artista in via Mozza. Giorgio Vasari il 29 dicembre 1564 in una lettera inviata a Cosimo I accenna a "tante statue in via Mozza fra bozzate e finite". Qualche tempo dopo Leonardo Buonarroti, nipote di Michelangelo, consegna le statue a Cosimo I. Possiamo supporre che fra queste sculture si trovasse anche l'Adolescente.
L'opera si trovava infatti nelle collezioni granducali ancora alla metà del XVII secolo, allorché fu acquistata dal collezionista inglese Lyde Brown che la rivendette intorno al 1785 all'Imperatrice di Russia Caterina II.
Dalle collezioni imperiali la scultura passò all'Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo, per poi essere collocata, nel 1851, dopo la costruzione e l'apertura al pubblico del Nuovo Ermitage, nella sua sede attuale, da dove esce per la prima volta, tornando in Italia dopo un esilio di oltre due secoli.
Intorno alla scultura dell'Adolescente si articola la mostra, curata da Umberto Baldini e Massimo Bertozzi, che mette a confronto il marmo dell'Ermitage con una serie di disegni di Michelangelo, in modo da sottolineare analogie e differenze fra la pratica della scultura e i modi di disegnare del grande artista.
Ecco così il Nudo di schiena, disegnato a penna e definito minuziosamente da un tratteggio incrociato che conferisce ai volumi la concretezza della scultura; ecco la serie di studi per un Cristo risorto, che suggerisce la ricerca di punti di vista multipli, quasi preparatori della scultura a tutto tondo, che per Michelangelo avviene quasi sempre senza modello; ecco gli studi di particolari anatomici, con la grande attenzione allo sviluppo dei volumi, che dicono quanto intimamente fossero collegate per Michelangelo la pratica del disegno e quella della scultura.
Quello che emerge è dunque una analogia nel modellare le figure, del tutto evidente ad esempio nella Madonna con bambino, cartone preparatorio alla Madonna Medici per la Sagrestia di San Lorenzo, ma anche in quei disegni che non sono destinati alla scultura, come il Sacrificio di Isacco o gli studi per la testa di Leda, preparatori del dipinto Leda e il Cigno, che Michael Hirst ritiene "uno dei disegni più belli, una raffinatezza tecnica forse mai raggiunta nella storia del disegno dal vivo".
In una parola si conferma l'impressione che nell'opera di Michelangelo matita nera e scalpello abbiano la stessa funzione, siano chiamati a servire la stessa visione di quell'universo espressivo che è il corpo umano.
L'Adolescente dell'Ermitage viene altresì messo a confronto con il Dio fluviale, uno dei pochi modelli preparatori realizzati da Michelangelo, proprio perché, nonostante le piccole dimensioni della cera, lo scultore riesce a sottolineare quell'importanza della costruzione anatomica, con linee ondulate che suggeriscono le masse muscolari, e quindi quell'autonomia espressiva dei singoli particolari della figura, che altrimenti, grazie al sottile tratteggio dello scalpello dentato, emerge dal marmo dell'Adolescente, tradotto, nonostante la sua scabrosità , in carne palpitante.
Un modo di condurre la scultura, e di risolvere l'impatto anatomico delle masse anatomiche, che distingue Michelangelo dai suoi contemporanei, come emerge qui dal contrasto con l'Ercole dormiente, del suo concittadino e fiero rivale, Baccio Bandinelli, un modo di condurre la scultura destinato ad imporsi, a fare scuola, come dimostrano le due terrecotte, del Giorno e del Crepuscolo, copiate nella Sacrestia Nuova da uno scultore fiorentino del tardo Cinquecento, provenienti dalla collezione dell'Abate Farsetti e ritenute in passato di mano dello stesso Michelangelo.
Catalogo edito da Maschietto & Musolino.
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