Il XXVII appuntamento con Brera mai vista e' dedicato al 'Ritratto di frate in veste di san Tommaso d'Aquino' di Gerolamo Mazzola Bedoli, analizzato da Emanuela Daffra.
Bene scripsisti de me Thoma
Girolamo Mazzola Bedoli e il San Tommaso di Brera
Il ventisettesimo appuntamento con Brera mai vista, realizzato come di consueto con il generoso
sostegno di Intesa Sanpaolo, è dedicato al Ritratto di frate in veste di san Tommaso d’Aquino di
Gerolamo Mazzola Bedoli, analizzato da Emanuela Daffra. Destinata probabilmente al convento dei
domenicani a Parma, la tavola risulta presente a Brera già nell’esposizione curata e commentata da
Bossi nel 1806, ma restauri fuorvianti avevano causato confusione sulle sue vicende.
Il recente restauro, finanziato da Intesa Sanpaolo nell’ambito dell’edizione 2011 del programma di
restauri curato dalla Banca denominato “Restituzioni”, eseguito da Delfina Sesti e da Roberto Buda
per il supporto ligneo, ha permesso di ricostruirne in parte la storia e di apprezzare in pieno la
qualità di quello che possiamo considerare tra i capolavori di un artista pochissimo noto e oscurato
dalla vicinanza con Francesco Mazzola, meglio noto come Parmigianino.
Girolamo, nato intorno al 1500 a Parma, dove morirà nel 1569, si forma probabilmente presso la
bottega dei Mazzola, che contava varie generazioni di pittori, a fianco di Francesco, ma le loro vite
presto si dividono. Mentre Francesco lascia Parma per tentare la fortuna a Roma, Girolamo resta
all’interno della bottega e dopo le nozze con Caterina Elena, figlia di uno zio di Pamigianino,
abiterà nella casa della famiglia Mazzola, e ne assumerà il cognome, come se fosse un marchio di
impresa.
Il Ritratto di frate in veste di san Tommaso d’Aquino, che raffigura un domenicano mentre,
abbandonata la lettura, contempla il Crocefisso con partecipazione tale da arrivare alle lacrime,
rivisita in modo personale la raffinata, sofisticata eleganza dei ritratti parmigianineschi. Infatti il
fascino dell’opera sta nella nell’appassionata intensità ascetica di quel volto scarnito, oltre che nella
straordinaria sapienza coloristica di Bedoli che usa pennellate di volta in volta trasparenti o
materiche per restituirci un ritratto vibrante, dove poche tonalità fredde variate con sensibilità si
alternano ai bruni caldi della natura morta sullo scrittoio, preziosamente descritta in ogni dettaglio.
La fisionomia è tanto particolare da renderci certi che si tratti di un ritratto, nel quale l’autrice
propone in via ipotetica di ravvisare il domenicano Antonio Michele Ghislieri, che nel 1566 divenne
papa col nome di Pio V.
Purtroppo non si conoscono altre immagini giovanili del pontefice, rigoroso e inflessibile,
temutissimo Grande Inquisitore, ma se l’ipotesi si rivelasse corretta aggiungerebbe alla bellezza
formale della tavola il sigillo dell’eccezionalità storica, poiché tramanda una precoce biografia del
futuro papa, che vuole presentarsi ai nostri occhi come devoto appassionato e studioso di sicura
ortodossia, tanto da idenficarsi con san Tommaso d’Aquino.
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Giovedì 11 ottobre 2012, ingresso gratuito dalle ore 12.00 alle ore 13.00
Pinacoteca di Brera - sala XXXI
via Brera, 28 – Milano
Orari 8.30 -19.15 da martedì a domenica (la biglietteria chiude 45 minuti prima) chiuso lunedì
intero 5 euro