Placentia Arte
Piacenza
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Emre Huner, Isacco Vasapollo e Jonatah Manno
dal 6/6/2003 al 30/6/2003
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6/6/2003

Emre Huner, Isacco Vasapollo e Jonatah Manno

Placentia Arte, Piacenza

I lavori in esposizione vivono nel complesso dialogo tra immaginazione e rituale e costituiscono delle vere e proprie 'tradizioni inventate', corroborate dall'inversione e dall'ironia. Attraverso le opere dei tre artisti, che per l'occasione hanno deciso di esporre la documentazione di un lavoro fatto insieme ''untitled 2002'', appare chiaro come in molte tradizioni che si pretendono antiche, la continuita' con un determinato passato storico sia spesso fittizia.


comunicato stampa

LA GALLERIA PLACENTIA ARTE, inaugura sabato 7 Giugno 2003 alle ore 18, la mostra Collettiva di:

EMRE HUNER, ISACCO VASAPOLLO, JONATAH MANNO

I lavori in esposizione, vivendo nel complesso dialogo tra immaginazione e rituale, costituiscono delle vere e proprie ''tradizioni inventate'', corroborate dall'inversione e dall'ironia.
Questa condizione trova luogo a metà tra la scelta cosciente e la casualità indotta, consegnandosi con fiducia al gioco della disorganizzazione. Attraverso le opere dei tre artisti, che per l'occasione hanno deciso di esporre la documentazione di un lavoro fatto insieme ''untitled 2002'', appare chiaro come in molte tradizioni che si pretendono antiche, la continuità con un determinato passato storico sia spesso fittizia, creando a volte un passato talmente antico da valicarne i limiti.
''Untitled 2002'' consiste in una istallazione di 10m x 7,50m nata da un'esperienza condivisa dai tre artisti, durante la quale hanno vissuto in una masseria-fortino in una campagna del sud Italia.
In questo lavoro è evidente la necessità di ristabilire identità territoriali dialettiche e dialogiche.
Come un palo totemico, gli stendardi che appaiono nell'istallazione emergono nella loro funzione di riscattare dall'angoscia del territorio un'umanità peregrinante, una sorta di reiterato rinnovamento dell'atto di fondazione. Con ciò, il luogo ''nuovo'' è ''destoricizzato'', sottratto alla sua angosciante storicità, così, ogni volta che si issano gli stendardi è la volta per eccellenza e si possono indicare, simbolicamente, i confini; si può cioè trasformare una terra ignota in un territorio familiare.
Emre Huner, Isacco Vasapollo e Jonatah Manno, che in questa mostra agiscono in maniera sinergica conferendole unità di intenti, non formano un gruppo di lavoro e le singole opere in esposizione presentano premesse e propositi differenti.
Emre Huner, con la video animazione digitale ''E.N.I.A.C.'' 2003 propone una visione stantia e allucinata del rapporto uomo-tecnologia ricaricando questo tema cruciale di una valenza visionaria dove le situazioni si ripetono senza senso, infatti egli dice:''E.N.I.A.C. è il nome del primo computer inventato, le scene del video sono ispirate agli ambienti urbani dove il tempo è fermo la loro funzione è del tutto inutile''. Per l'altro lavoro presentato ''Mahser''2003 l'artista dice: ''l'idea determinante quando creo dei disegni è quella di conferire forza creativa al processo immaginativo, mischiando elementi delle miniature Ottomane con oggetti o simboli del nostro tempo. Il carattere figurativo e narrativo di queste immagini indaga attraverso un esercizio rituale e minuzioso, appartenente ad una pittura tradizionale, le connessioni con il presente. Come davanti ad un rebus compositivo provo le infinite soluzioni giungendo infine alla definizione.'' (Emre Huner)
Jonatah Manno nel suo video ''ZOHAR'' 2002 rinuncia a delle attitudini extra artistiche sostituendole con il lavoro stesso, nel quale con provocazione allude all'impossibilità di agire con cognizione sulle proprie azioni, infatti l'artista dice:'' Con questo lavoro mi sono precluso l'opportunità di fare in prima persona ciò che avviene nelle scene, delegando la mia artisticità ad assumersi un ruolo che non le appartiene, per questo io non assisterò mai a ciò che avviene alla fine del video. L'inquinamento strutturale ed ideologico vanifica ogni potenziale messaggio che l'opera potrebbe comunicare''.
Per quanto riguarda ''Untitled'' 2003, un'installazione che vede una fila di sedici stampe frutto di sedici disegni elaborati digitalmente, egli afferma:''Il lavoro analizza l'aspetto della composizione formale che si pone tra lo spettatore e il contenuto, come un bravo mediatore il disegno rende accettabili realtà occultate interpretandole in maniera visionaria. E' un lavoro che trova campo d'azione tra informazione e disinformazione, verità e menzogna, tradizione e innovazione.'' (Jonatah Manno)
Isacco Vasapollo nella sua animazione ''Untitled'' 2003 si fa portavoce di un fantastico probabile dando adito ad una narrazione verosimile avvenuta chissà quando e dove, nostalgia di qualcosa che non è ancora successo, così l'artista dice: ''sono l'interprete inconsapevole di ciò che probabilmente idealizzo attraverso un'infinità di suggerimenti.
Ho libero accesso in me, una sorta di scrittura automatica suggerita da me stesso''.

La mostra prosegue fino al 30 GIUGNO 2003.
Orario galleria 16/19 escluso festivi e lunedi'.

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Riccardo Giacconi
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