John C. Duncan
Adriano Persiani
Katharina Dieckhoff
Stefano W. Pasquini
Christian Rainer
Chiara Soldati
Ascanio Tacconi
Karin Andersen
Mustafa Sabbagh
Silvia Giachello
TTzoi
Matteo Serri
Silvio Macini
Otolab
Matteo Barsotti
Andrea Bruno
Irene Maccagnani
Enrica Berselli
Simone Rondelet
FranKo B
Vicky Roditis
Dario Parisini
Interzona
Mirko Fabbri
Elena Baldi
(apologia della muffa). Il sotterraneo della galleria viene trasformato in un habitat adatto ad accelerare la crescita delle ife pre-radicate della muffa. In mostra i lavori di John C. Duncan, Christian Rainer, Mustafa Sabbagh, Matteo Serri e altri.
a cura di Stefano Rovatti,
Patrizia Silingardi, Sonia Schiavone
John C. Duncan, Adriano Persiani, Katharina Dieckhoff,
Stefano W. Pasquini, Christian Rainer, Chiara Soldati,
Ascanio Tacconi,Karin Andersen, Mustafa Sabbagh, Silvia Giachello,
TTzoi, Matteo Serri, Silvio Macini, Otolab, Matteo Barsotti,
Andrea Bruno, Irene Maccagnani, Enrica Berselli, Simone Rondelet,
con la partecipazione di
FranKo B, Vicky Roditis, Dario Parisini
Interzona, Mirko Fabbri, Elena Baldi
presentazione e lettura estratta da
Quattro Giorni Bianchi
di Stefano Rovatti
(Bologna 2012, Giraldi Editore)
La muffa rappresenta un eccesso di vita che si manifesta in contesti
biochimicamente reattivi dove vengono alterate le condizioni del ciclo vitale
generico. Ha la funzione di riciclare l’essenza vitale della materia organica che
si decompone trasportandola e conservandola in nuove forme biologiche. In pratica,
la muffa corrisponde a un alimento vegetale. La materia elementare che si forma
con la muffa ha una struttura biologica modello. In quanto fungo pluricellulare,
la muffa appartiene alla categoria delle parassitarie (ovvero forme biologiche che
traggono la vita e il loro terreno di esistenza da altre forme biologiche
originarie, per poi espandersi secondo un’intelligenza indipendente). Alla sua
origine, sembrano incontrarsi alcune condizioni preliminari: umidità al 70-80%
(acqua), una base di materia organica in fase di decomposizione (spore), assenza
di luce diretta, temperatura elevata all’interno (28°-32°C) e bassa all’esterno.
Il sotterraneo della galleria verrà dunque trasformato in un habitat adatto ad
accelerare la crescita delle ife pre-radicate della muffa attraverso l’utilizzo di
agenti chimici acidi in modo da controllare un’esplosione di muffa della durata di
quattro giorni, in concomitanza con le quattro giornate di Artverona. Siamo in
grado di sintetizzare la muffa, farla fluttuare nell’habitat naturale e usarla
come supporto per il recupero e la conservazione della memoria. Al termine di
questo processo, la muffa verrà lasciata libera di crescere fino al termine
dell’esposizione.
La muffa sarà dunque intesa come inquietante decorazione, esperienza primordiale e
vitalistica che consente il recupero delle condizioni microscopiche della natura,
il primordio della germinazione, le sottili e sofisticate forme dell’essere quali
sono gli organismi unicellulari. Ne consegue la configurazione di una fioritura
incontrollabile e incontrollata, un pattern irrazionale, barocco ed allarmante,
una sorta di virus che contamina ognuna della proposte presentate dagli artisti
invitati. Dimostrando in questi modi applicazioni concettuali che riguardano
l’eccesso di senso, l’apologetico e la teoria del sublime (a differenza del “bello
tradizionale”, questa tempra si rivolge ai fenomeni naturali che per la loro
grandezza, la misteriosa forza primigenia, il senso dell’orrido e dell’infinito,e
per il loro scatenarsi, determinano un sentimento che unisce nell’animo la paura e
il piacere), l’utilizzo della muffa è in sintonia con metafore contemporanee quali
la replicanza, la sofistificazione tecnologica, il contagio virologico, il cyborg
e la decentrazione del soggetto.
Venerdì 18 Ottobre 2012
ore 20.00 vernissage, ore 22.00 kERN in concerto
Sabato 19 Ottobre
ore 20.00 Christian Rainer in concerto
ore 22.00 Dario Parisini djset
Domenica 20 Ottobre ore 17.00 finissage
fino al 30 novembre 2012
melepere arte contemporanea
via sottoriva 12, 37121 verona