L'opera del mese. Pittore e modella
Nel saggio Manzu' pittore ( In Manzu' pittore, a c. di I. Manzu', Bergamo 1988, p.11), G.Carlo Argan afferma che '..con la pittura Manzu' rida' alla sembianza il valore di cui l'aveva privata per chiuderla nella condensata oggettualita' della scultura. E' la rivincita non solo della mobile sembianza, ma anche della temporalita' trascorrente, dell'aura, della straordinaria leggerezza del bello. Oggi della leggerezza s'e' fatta una categoria opposta a quella-che ai nostri contemporanei pare intollerabile-del profondo; assai prima Manzu' aveva capito che la morte puo' soltanto leggermente pensarsi..per questo forse i dipinti di Manzu' stanno alla scultura come i sonetti di Shakespeare ai drammi, che esigevano azioni ed attori reali. Nel mondo dov'e' legge la gravita' e' piu' difficile essere leggeri che pesanti...la pittura di Manzu' ha una lunga storia , che comincia dal polo opposto a quello cui e' giunta, cioe' dalla ricerca di una innaturale gravezza dell'immagine..'. Da qui muove l'analisi del grande dipinto ad olio della della Raccolta Manzu' , che insieme con una serie di opere affini, partecipa nel 1964-65 alla mostra personale Il pittore e la modella , tenutasi inizialmente presso la Galleria Galatea di Torino, quindi alla Hanover Gallery di Londra. Presentazione dell'opera a cura di Marcella Cossu. Sabato 20 ottobre, ore 17