Politici & Animali. Il percorso espositivo scorre tra sculture, installazioni, fotografie, quadri digitali e una performance il giorno dell'inaugurazione. L'artista traccia una riflessione sulla Politica come degenerazione morale, luogo di vizi e perdute virtu'.
a cura di Mimma Pisani e Gianluca Marziani
La galleria Hofficina d’Arte presenta l’ultimo ciclo di opere realizzato da Vettor Pisani, proposto per la
prima volta nella sua completezza installativa. Un circuito virtuoso di linguaggi traccia una riflessione sulla
Politica come degenerazione morale, luogo di vizi e perdute virtù, piattaforma del disastro etico tra volti
da circo surreale e corpi da testamento felliniano. Una mostra durissima che è un lascito morale dell’artista,
sempre implacabile per furore metaforico e tensione filosofica, caustico ma ironico fino all’ultimo, spietato e
allegorico nella sua “commedia dell’arte” dove i personaggi reali diventano archetipi tragici di una decadenza
senza l’orgoglio del futuro.
Il percorso espositivo, sistemato e ricreato da Mimma Pisani, scorre tra sculture, installazioni, fotografie,
quadri digitali e una performance in anteprima (visibile solo il giorno dell’inaugurazione). La sala introduttiva
presenta alcune opere sul tema dell’Eros, propulsore di senso che attraversa il desiderio e l’organico e apre
al Thanatos del risvolto politico. Da qui la grande sala in cui convivono le opere digitali del 2011, alcune
sculture di notevole impatto e diversi lavori storici (come “L’immigrato” o “Marat e Charlotte Corday”) che
assieme disegnano la frattura morale, il limite ideologico, l’incredibile e l’assurdo della Politica e dei suoi
attori senza qualità.
La mostra si sviluppa in maniera dissonante e conflittuale: dove le diversità temporali (opere ultime ma
anche meno recenti che si legano attraverso il campionamento del tema politico), materiche (linguaggi e
stili che differiscono ma creano entropia) e concettuali (i diversi archetipi di Vettor che si orchestrano a
misura) si trasformano in una metafisica del linguaggio mobile. L’artista rompe le rigidità di spazio e tempo,
ribalta la citazione in un caleidoscopio multiforme, viaggia per derive tematiche e interpretazioni personali:
uno dei pochi autori della sua generazione ad uscire da generi e categorie, inclassificabile nei propri
slittamenti teorici, elettrico per fibrillazioni esoteriche, visionarietà e potenza carnale.
Mimmi Pisani: “Politici & Animali sono messi a confronto in dissonante palinodia, con facoltà di immergersi
dentro l’estremo ridicolo e la drammaticità dell’oceanico potere e della perenne sudditanza. Vettor Pisani ci
propone il porcilaio sessualmente dissipante di una realtà politica che conosciamo bene, nell’imperfezione
umana esibita fino al paradosso, nelle intermittenze delle ‘emozioni ferite’. La risonanza interiore è dolorosa
e incancellabile.”
Giovanna dalla Chiesa: “Con la sintesi dello sguardo, il voyerismo di Vettor inabissa nelle lontananze tutti
i significati, quelli che Mimma ‘delocalizza’, estrae e riassume con l’arte della parola. Prima più asciutti e
didascalici, in linea con la rigidità appena oltrepassata degli anni Sessanta, poi concettuali e filosofici questi
scritti, terminato in ogni sua parte il rito di fondazione dell’Opera, alla fine degli anni Settanta divengono
sempre più liberi e poetici. Di lì a poco il ruolo di Mimma si esprimerà sempre più spesso attraverso la
poesia…”
Mimma Pisani: “…Lo scandalo dell’opera di Vettor Pisani è saper ricordare, rielaborare, associare
paradossalmente e liberamente le immagini del mito e della realtà, dell’arte e della pubblicità, delle
metamorfosi animali e del luogo fondante dell’Altrove…”
L'attenzione dell'artista si è spesso concentrata sui riferimenti simbolici presenti nel mito di Edipo:
l'enigma della Sfinge è metafora del labirinto; l'accecamento di Edipo per aver troppo visto, per aver
realizzato l'aspirazione dell'inconscio collettivo al regressum in utero, è il passaggio dalla luce alle tenebre
e viceversa; la Sfinge stessa allude alla madre, infatti da Gea nasce Echidna e da questa la Sfinge, terribile
animale derivato dalla madre. Il tema del regressum in utero ci conduce ancora al tema del labirinto.
L'artista ci vede un analogo del reale, secondo una cultura ermetica ed esoterica che appartiene ai tre
artisti ai quali dedica la propria opera - Duchamp, Klein, Beuys - che formano con lui un sistema basato
sull'ermetico numero quattro. Il suo metodo consiste nell'appropriarsi di elementi desunti da altri artisti e
dalla storia dell'arte, reinventandoli: crea mediante la citazione, mettendo sotto analisi non il mondo ma il
linguaggio.
Mimma Pisani: “L’artista arruola come ready-made icone del culto popolare, confondendo le grammatiche
dell’esoterismo e della religione cattolica, dello gnosticismo e dell’attualità. Attributi dell’immediatezza,
soluzioni fulminee dell’ironia, una certa immaginazione surriscaldata, un disarmante slittamento del
significato, un non detto rinegoziato, una celebrazione del femminile, della sua sovranità caratterizzano il
complesso delle opere. I titoli lacerano i tabù del linguaggio, lanciano uno sguardo indiscreto negli angoli
d’ombra del sacro, sembrano messi da un gaffeur sottratto a Jankélévitch, presuppongono sdoppiamento,
agilità infinita, nascondimento ed esibizione dell’inesprimibile.”
La mostra di Vettor Pisani dal titolo LABIRINTI sarà visitabile presso Palazzo
Collicola Arti Visive (Spoleto) dal prossimo 27 ottobre 2012 fino alla fine di gennaio
2013.
Opening: lunedì 22 ottobre 2012 ore 19.00
con una performance inedita, curata e coordinata da Mimma Pisani, moglie di Vettor e completamento poetico/narrativo dell’artista.
Hofficina d'Arte
via Del Vantaggio, 3 - 00186 Roma