Gruppo Fotografico Le Gru di Valverde
Volti e luoghi del Maramures. Le immagini si soffermano sull'aratura, sul raccolto delle messi, sulla pastorizia e su altre attivita' ancora basate sul lavoro manuale.
Volti e luoghi del Maramures
E' risaputo che da sempre la fotografia ha consentito indagini visive del territorio.
Sin dagli inizi la fotografia ci ha rivelato nuovi paesaggi umani, la cui immagine
si è potuta salvare, catalogare, esaminare, studiare,
diffondere, come documento rivelatore di inedite strutture e fenomenologie del
reale. Così avviene in "Volti e luoghi del Maramures".
Le immagini ci portano nel Maramures uno dei 41 distretti della Romania, una
regione storica della Transilvania in un territorio
prevalentemente costituito da zone collinari e da vallate attraversate dal fiume
Tibisco.
L’indagine fotografica di Gianluigi Zaberto inizia con un dittico, un doveroso
omaggio rivolto ai martiri di questa terra, due scatti
al “Memoriale delle Vittime del Comunismo e della Resistenza”, dichiarato dal
Consiglio Europeo (1998) uno fra i principali luoghi
di conservazione della memoria. Nel carcere di Sighetu Marmatiei (Sighet), testimone
del duro controllo della Securitate
(polizia politica del regime comunista degli anni cinquanta/sessanta) vennero
rinchiusi molti avversari politici di Ceausescu con l’accusa di essere nemici di classe.
Il Maramures è una regione nota, sia per la presenza mineraria, sia per la
permanenza delle sue tradizioni agricole che, a seguito
della rinuncia alla collettivizzazione imposta dalla passata dittatura comunista di
Ceausescu, ancora oggi mantiene un forte legame con la terra.
Proprio per questo le immagini di Zaberto si soffermano sull'aratura, sul raccolto
delle messi, sulla falciatura del fieno, sulla pastorizia e su
molte altre attività ancora basate sul lavoro manuale.
Una regione multietnica e multi confessionale, attraversata da strade in terra
battuta dove non è difficile imbattersi in carri trainati da
cavalli o forti bufali neri, che mantiene viva la sua impronta nell'architettura,
nelle tradizioni popolari e nel modo di vivere; una regione dove
la vita è ancora scandita dal rintocco della terra, dell’acqua e del sole.
Degne di nota sono le caratteristiche lavorazioni in legno delle chiese, delle case
e dei loro portali, che riflettono la grande ospitalità ben
interpretata nei sorridenti ritratti presenti in questa mostra.
Queste immagini ci permettono di entrare in alcune chiese di legno, considerate
patrimonio dell’umanità dall’Unesco, e di visitare il
caratteristico cimitero di Sapanta, l'unico al mondo ad avere la denominazione di
cimitero felice, poiché su ognuna delle tombe vi si
trovano i segni di una riflessione sulla vita in chiave divertente, a testimonianza
che le tradizioni di questa località non sono cambiate, ma sono
rimaste inalterate nel corso dei secoli.
Zaberto non intende semplicemente descrivere questa singolare regione ma ricerca ed
esplora l’uomo in tutte le fasi della sua vita: dal lavoro
nei campi ai mercati del bestiame, dalle case ai figli e agli anziani e ai momenti
dedicati alla fede.
Roland Barthes affermava che il mondo è un oggetto che dev’essere decifrato; le
immagini di Zaberto, rovesciando il concetto, ci dimostrano
che gli oggetti decifrati possono essere un mondo.
Un mondo, quello del Maramures, con pochi giovani, la maggior parte è dovuta
emigrare alla ricerca di lavoro, e la globalizzazione sta erodendo
lentamente quella che può essere definita una delle ultime antiche civiltà contadine.
Il binomio - Fotografia e Territorio - non è un semplice esercizio di rilievo
fotografico, è un contributo culturale che vuole indurre a qualche
riflessione di interesse antropologico sulla conservazione degli usi e dei costumi
(a rischio di estinzione) evitando la retorica del monumento e
delle mode antiquarie. Il passato, per vivere nel presente, deve farsi presente
evitando la memoria fine a se stessa.
Giancarlo Torresani, Bfi/SemFiaf/Esfiap
Direttore Dipartimento Didattica FIAF
Inaugurazione: 26 Ottobre ore 20
Galleria Fiaf
Corso Vittorio Emanuele, 214 Valverde (CT)
Orario: tutti i ven ore 20-22
Ingresso gratuito