Galleria Flora Bigai
Venezia
Frezzeria
041 2960098 FAX 041 2960098
WEB
Tom Wesselmann
dal 12/6/2003 al 31/10/2003
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Galleria Flora Bigai



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Tom Wesselmann



 
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12/6/2003

Tom Wesselmann

Galleria Flora Bigai, Venezia

Un maestro storico della Pop Art famoso soprattutto per i suoi ''Great American Nudes'' che comincio' ad esporre nei primissimi anni Sessanta. Egli porta a Venezia proprio alcuni grandi nudi, dipinti in questi ultimi anni che riprendono con lo stile della sua splendida maturita', quegli 'incunaboli' famosi, ormai visibili soltanto nei maggiori musei del mondo.


comunicato stampa

Uno dei maestri storici della Pop Art, torna a Venezia con una grande mostra personale in occasione della Biennale. Le sue opere vengono ospitate, dal 14 giugno al 31 ottobre, nei tre piani della galleria Flora Bigai, situata nella centralissima zona della Frezzeria. Sarà un autentico avvenimento anche perché Venezia, come ben noto, fu la prima città europea a rendere omaggio ed a premiare gli artisti americani della Pop Art nell'ormai mitica Esposizione d'arte del 1964.

Tom Wesselmann è famoso soprattutto per i suoi ''Great American Nudes'', che egli cominciò ad esporre nei primissimi anni Sessanta. E' sempre stato considerato il più elegante (ed in un certo senso il più ''europeo'') dei pop americani: quasi il continuatore della ''classicità moderna'' di Matisse. Egli porta a Venezia proprio alcuni grandi nudi, dipinti in questi ultimi anni, che riprendono, con lo stile della sua splendida maturità, quegli ''incunaboli'' famosi, ormai visibili soltanto nei maggiori musei del mondo.

Nella sede veneziana della galleria Flora Bigai, apertasi l'anno scorso con una mostra di Maraniello, spiccheranno in particolare quattro grandissimi ''Sunset Nude'', oli su tela costruiti a nette campiture piatte di colore, con una freschezza erotica e un delicato naturalismo che indicano rinnovamento dell'arte d'oggi nel solco dei maestri antichi. Non a caso Wesselmann oggi gode di enorme popolarità: egli, secondo i dettami della più aggiornata interpretazione critica concilia l'attuale con il passato, confermandosi appunto il più classico degli artisti Pop. Oltre ai nudi, l'artista presenterà alcune recentissime sue opere, per la prima volta esposte in Italia, fatte di lastre di alluminio ritagliate e quindi dipinte: composizioni che si direbbero astratte, ma che conservano una fascinosa allusività nel giuoco dinamico delle forme che sembrano scattare nello spazio.

Nato a Cincinnati nel 1931, quindi più giovane di qualche anno di Rauschenberg, Jones e Warhol, Tom Wesselmann fu tra i primi artisti della Pop Art ad avere successo. Già nel 1960 egli si impose con i grandi nudi che, come ha scritto Lucy Lippard, ''fondono gli arabeschi e la brillantezza cromatica di Matisse con la linea sinuosa di Modigliani e con la struttura rigorosa di Mondrian''.
La prima mostra dei ''Great American Nudes'' risale al 1961 a New York. La critica riconobbe subito la sua maniera tutta americana di rappresentare sinteticamente figure ed oggetti della vita quotidiana e, nel contempo, salutò la trasmissione di una gloriosa cultura europea. Già allora un critico del calibro di Rublowsky parlò di Wesselmann come di un ''artista classico'' per l'attenzione posta ai problemi dello spazio e della solidità compositiva. Naturalmente anche Wesselmann, come i suoi colleghi della Pop Art, era passato attraverso l'espressionismo astratto e, prima ancora, attraverso l'acquisizione dei moduli surrealistici. Ma il suo stile divenne ben presto nitido e inequivocabile.
Dagli anni Sessanta ad oggi Wesselmann è rimasto sempre fedele a quella su ''linea'', ma con interessanti varianti. Egli si impose negli anni Settanta, ad esempio, con la serie delle ''Still life'', le nature morte tipicamente americane costruite, sempre a campiture piatte e giustapposizioni di colore, sulla base di oggetti comuni della vita americana: scatole di birra, apparecchi radio, bottigliette di bibite, pacchetti di sigarette, finte facciate di edifici: il tutto prelevato (se così si può dire) dai cartelloni giganti della pubblicità stradale. Spesso le immagini sono applicate, a mo' di collage, su intelaiature. Si tratta di opere, rispetto ai ''Grandi nudi'', più fredde, volutamente impersonali, eppure nitide e brillanti, esempi di un'interpretazione artistica del consumismo popolare americano.

Seguirono poi gli ''Smokers'', gigantesche labbra femminili da cui pendono sigarette accese e fumanti. Dal 1985 l'artista usò il laser per incidere i suoi disegni su lastre di alluminio tagliate e lavorate con filigrane colorate. Anche in queste opere, comunque, Wesselmann conserva l'approccio diretto – diremmo manuale – con l'immagine, senza mai apparire artificioso e sofisticato. Naturalmente lunghissima è la sua bibliografia; centinaia sono le sue mostre personali; e la sua fama s'è diffusa da decenni ormai in tutto il mondo.

A completamento ed integrazione della grande mostra veneziana, la galleria Flora Bigai presenta, nell'altra sua sede a Pietrasanta, una serie di diverse opere di Tom Wesselmann. Si tratta di bozzetti e disegni colorati, più piccoli oli su tela degli anni Settanta. Spiccano, anche a Pietrasanta, i nudi femminili e, insieme, le ''maquettes'' di opere cosiddette astratte.

Per la mostra di Venezia e, collateralmente per quella di Pietrasanta, la galleria Flora Bigai pubblica, per i tipi dell'editrice Charta, un'ampia monografia critica a cura di Danilo Eccher. In essa sono studiate e pubblicate le opere esposte sia a Venezia che a Pietrasanta. Inoltre un'ampia nota introduttiva è dedicata all'intera vita e produzione dell'artista.

Inaugurazione sabato 14 giugno 2003, ore 18.30
Preview per la stampa venerdì 13 giugno 2003, ore 18.00

Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16.00 alle 20.00

Flora Bigai Arte Moderna e Contemporanea
Venezia, San Marco 1652
Tel. 041- 5212208 / 2413799 fax 041- 2960098

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