Fiori collezionati, fiori dipinti. Sin dal 1907 l'artista ha perlustrato campi, giardini e boschi dell'Italia settentrionale alla ricerca di erbe e fiori per realizzare un erbario. La mostra mette cosi' a confronto i "Fiori collezionati" con i "Fiori dipinti", rivelando una stretta relazione tra la passione botanica del pittore e la sua abilita' nel rappresentare i fiori.
a cura di Maddalena Tibertelli, Elisa Camesasca, Cinzia Tesio
Filippo de Pisis (1896-1956), nome d'arte di Luigi Filippo Tibertelli, è uno dei protagonisti indiscussi del panorama artistico del Novecento italiano sia in Italia che all’estero. Sin dai primi anni della sua produzione si impone sulla scena contemporanea dimostrando una grande maestria nel dipingere e uno stile molto personale, caratterizzato da quel tratto pittorico veloce e nervoso, ma sempre preciso, che Eugenio Montale ha definito “a zampa di mosca”.
Nell’arco di tutta la produzione dell’artista i celebri quadri di fiori, paesaggi e nature morte assumono un rilievo preminente.
La passione per il mondo di natura si manifesta in de Pisis sin dai primi anni di vita, riversandosi in una singolare avventura en plein air che lo avvicina solo apparentemente all’atteggiamento impressionista, privilegiando un’immersione panica, seppur sempre vigilata da un approccio intellettuale.
Tra il 1907 e il 1917 un giovanissimo de Pisis, armato di borsa e taccuino, perlustra campi, giardini, boschi attorno a Ferrara, Bologna, Rimini, Padova e in altre zone a lui note dell’Italia settentrionale, alla ricerca di erbe e fiori per realizzare un erbario in cui ogni esemplare, accuratamente raccolto ed essiccato, viene descritto in tutte le sue parti con grande sapienza botanica e, solo di tanto in tanto, commentato con parole che abbandonano il tono scientifico per lasciar trapelare uno spirito fantasioso e poetico, prematuro indizio dell’indole artistica del futuro grande pittore.
Nel 1917 l’erbario di de Pisis conta oltre 1000 fogli: è allora che egli, ventenne e ormai consapevole di aver realizzato un’opera di valore scientifico, decide di donare il suo imponente lavoro all’Orto Botanico di Padova, oggi custodito al Centro d'Ateneo Orto Botanico. Nel 1940, a causa di una diversa catalogazione scientifica dell’intero Orto botanico, l’erbario viene smembrato e disperso.
Oggi, grazie al quinquennale lavoro di ricerca svolto da Paola Roncarati e Rossella Marcucci e documentato in un accurato volume, (Filippo de Pisis botanico flâneur - un giovane tra erbe, ville, poesia, Ed. Leo S. Olschki, Firenze 2012), il corpus dell’erbario depisisiano è stato riportato alla luce quasi per intero.
La mostra
È proprio dai fogli di questo erbario ritrovato che nasce l’idea della mostra, a giugno 2012, esposta a Milano presso la Fondazione Corrente.
La Fondazione CRC ha colto l’occasione di promuovere questa iniziativa anche sul territorio cuneese, ampliando il nucleo originario delle opere. L’esposizione è dunque l’esito del lavoro congiunto dell’Associazione per Filippo de Pisis di Milano e l’associazione Culturando Insieme con sede a Savigliano.
Le opere esposte mettono a confronto i “fiori collezionati” con i “fiori dipinti”, rivelando una stretta relazione tra la passione botanica del pittore e la sua abilità nel rappresentare i fiori. Le opere esposte (17 oli, 9 acquerelli, 8 fogli di erbario), incentrate sul tema dei fiori, nella varietà dei soggetti dipinti mostrano chiaramente che, oltre alla profonda sensibilità coloristica di de Pisis, lo spirito con cui egli si avvicina a queste composizioni è quello del ritrattista, sia per l’attenzione al dettaglio reale, sia per una vera e propria analisi psicologica del soggetto ritratto. Questa personificazione rende unici i fiori depisisiani perché riesce a trasmettere all’osservatore quel senso di poeticità e malinconia che lo stesso de Pisis ci svela quando scrive: "L’anima dei fiori vola via e penso con leggero spasimo al mistero che governa la vita e la bellezza". Le rose, le margherite o i semplici fiori di campo che il pittore descrive sulla tela a tocchi rapidi, ma precisi, di colore brillante, sono fissati nel momento del loro massimo incanto. Condannati a una breve esistenza dopo essere stati raccolti, offrono il loro più fulgente splendore prima di sfiorire, diventando il simbolo della caducità della bellezza e della precarietà della vita. Completano l'esposizione alcuni materiali storici, pubblicazioni e fotografie, tra cui un antico trattato di botanica del ‘500 su cui de Pisis studiò.
I curatori
Maddalena Tibertelli de Pisis Storica dell’arte, curatrice di mostre ed esperta in gestione d’archivi, si è laureata nel 2004 in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università Statale di Milano con una tesi su Filippo de Pisis. Trasferitasi a New York, collabora come editor con la rivista Artforum e organizza e gestisce il reparto delle opere d’arte grafica per la galleria d’arte Michael Steinberg Fine Art.
Nel 2006 è assistente del curatore nel dipartimento d’arte contemporanea del Brooklyn Museum nella preparazione della collettiva Infinite Island: Contemporary Caribbean Art.
Nel 2007 si ristabilisce a Milano dove lavora per la Fondazione Marconi in stretta collaborazione con il direttore Giorgio Marconi nel coordinare le mostre e l’attività legata alle opere della collezione. Nel 2010, unendo la propria esperienza a quella di Elisa Camesasca, fonda Elma Art Filemakers, un’organizzazione per l’ottimizzazione, gestione e informatizzazione delle collezioni e degli archivi d’arte. Nello stesso anno, comincia a collaborare con l’artista Giuseppe Spagnulo per la creazione e il riordino dell’archivio completo delle opere e partecipando alla preparazione di mostre e cataloghi. Inoltre tiene conferenze e incontri sulla gestione degli archivi, sulla figura e sull’opera di Filippo de Pisis oltre che su vari temi d’arte contemporanea.
Dal 2012 è iscritta alla scuola di Dottorato presso l’Università Sorbona di Parigi dove svolge una ricerca sul legame tra gli artisti italiani residenti nella capitale francese tra le due Guerre e la politica artistica fascista.
Elisa Camesasca Storica dell’arte, ricercatrice e curatrice di archivi e mostre, è laureata in Lettere Moderne presso l’Università di Pavia e si muove parallelamente tra il mondo dell’arte e quello del design, specializzandosi in curatela e gestione di archivi e collezioni d’arte. Dal 2009, con Maddalena Tibertelli de Pisis, è curatrice e coordinatrice dell’Archivio di Filippo de Pisis a Milano, su incarico dell’Associazione per Filippo de Pisis (in sede presso i Frigoriferi Milanesi – Open Care), dove, dopo aver digitalizzato l’intero archivio (oltre 4.000 schede), si occupa della catalogazione delle opere finalizzata alla pubblicazione del terzo volume del Catalogo generale di Filippo de Pisis e dell’organizzazione di mostre e conferenze che promuovano la figura dell’Artista. Parallelamente svolge diverse attività curatoriali e, dal 2010, insieme a Maddalena Tibertelli de Pisis, dirige Elma Art Filemakers.
Cinzia Tesio Laureata all’Accademia di Belle Arti di Cuneo, giornalista, critica e curatrice di mostre; segue tutte le iniziative artistiche per la Città di Cherasco. Nel 2009 ha pubblicato il primo di tre volumi dal titolo: “Linguaggi figurativi e sacri nel Piemonte sud occidentale” Romanico e gotico. Nel 2011 ha pubblicato il secondo volume dal titolo: “Linguaggi figurativi e sacri nel Piemonte sud occidentale”. Dal ‘500 all’800. Ha inoltre da poco iniziato una collaborazione con la Parrocchia di Cherasco, in cooperazione con la Diocesi di Alba, per lo studio e la preparazione di un volume di arte sacra e i monumenti religiosi della Città di Cherasco con particolare attenzione al Santuario di Madonna del Popolo di recente restauro.
La sede espositiva
L’ex Sala Contrattazioni, oggi Spazio Incontri Cassa di Risparmio 1855, venne realizzata negli anni ‘50 dalla Cassa di Risparmio di Cuneo, mediante la copertura di uno dei cortili interni del Palazzo, e ufficialmente inaugurata il 4 marzo 1956. Tale spazio, destinato agli operatori economici della città per le contrattazioni di merci e prodotti agroalimentari, rappresentò per oltre un cinquantennio un importante centro di scambi commerciali. Già dai primi anni del suo utilizzo la sala fu adibita anche a spazio pubblico per manifestazioni, conferenze, mostre, concerti. La sala è poi rimasta inutilizzata per alcuni anni, fino a quando la Fondazione CRC, nel 2006, ha acquistato questo spazio al fine di renderlo nuovamente fruibile per la comunità.
Il 12 marzo 2010, per i suoi 18 anni, la Fondazione CRC ha inaugurato l’apertura di questa sala, rinnovata e tecnologicamente all’avanguardia, che viene utilizzata per le proprie attività ed è inoltre messa a disposizione per le iniziative degli enti, delle istituzioni e delle associazioni che operano sul territorio. La sala è stata intitolata Spazio incontri Cassa di Risparmio 1855 per ricordare le origini della Fondazione stessa che nasce dalla Cassa di Risparmio di Cuneo, fondata 157 anni fa.
Inaugurazione sabato 27 ottobre ore 17,30
Spazio Incontri Cassa di Risparmio di Cuneo 1855
via Roma, 15 - Cuneo
Aperta Dal 28 ottobre al 9 dicembre 2012: dal martedì al venerdì ore 16-20, sabato, domenica e 1 novembre ore 10.30-12.30 e 14.30-20. Disponibilità di visite per scuole al mattino dei giorni feriali.