In occasione del progetto 'It's not the end of the world' di Artissima 19, l'artista presenta 'Homeless Paradise', un'installazione collocata all'ingresso del museo: una citta' immaginaria, un rifugio abitativo che gli uomini arrangiano per la loro sopravvivenza, come un'Arca di Noe', fatta di materiali semplici e poveri.
a cura di Gregorio Mazzonis e Anna Musini
In occasione del progetto It’snot the end of the world, la GAM presenta Homeless Paradise, un’installazione site specific di ValeryKoshlyakov, a cura di Gregorio Mazzonis e Anna Musini,allestita negli spazi di ingresso al museo. Più precisamente si tratta di un secondo e nuovo accesso temporaneo, un piccolo insediamento che si sviluppa sopra e sotto la pensilina all’entrata della GAM creando un collegamento ideale tra realtà civile e mondo dell’arte. Con realismo e poesia Koshlyakov invita il visitatore in una città immaginaria, un rifugio abitativo che gli uomini arrangiano per la loro sopravvivenza, come un’Arca di Noè, fatta di materiali semplici e poveri. Un accampamento che sembra essere sorto spontaneamente, registrando il ricordo di esperienze vissute, di un vagabondare randagio, di una condizione nomade. Il lavoro di Koshlyakov si adatta e si permea di volta in volta sui luoghi in cui sorge: alla fase progettuale costituita da numerosi disegni e bozze, l’artista affianca una meticolosa ricerca legata ai materiali - spesso elementi di recupero quali cartone, ferro, legno, plastica, nastro adesivo - con i quali realizza sculture magniloquenti. Il senso di precarietà e di provvisorietà che le opere suggeriscono stride con un’iconografia che affonda le radici nella memoria dei monumenti classici e moderni della tradizione artistica europea. La bellezza delle vestigia del passato è riproposta attraverso materiali essenziali che sembrano delle rovine immaginarie, reperti archeologici utopici collocati in uno spazio-temporale indefinito. Oltre all’evidente riscoperta dell’arte antica, classica e moderna, nel lavoro di Koshlyakov predomina il riferimento al costruttivismo russo, al suprematismo di Kazimir Malevich così come ai disegni e ai progetti architettonici di Laszlo Moholy Nagy, El Lissitzky, Antonio Sant’Elia e di Kurt Schwitters, in un’oscillazione tra passato e futuro, realtà e fantasia, rigore geometrico e casualità.
Valery Koshlyakov Nato a Salsk in Russia nel 1962, vive e lavora tra Mosca e Parigi. Dal 1981 al 1985 compie gli studi artistici presso la Rostov-on-Don Higher Art School e dal 1987 entra a fare parte del gruppo Art or Death costituito da giovani artisti attivi tra il 1981 e il 1991 nella regione di Rostov-on-Don e ottiene subito grande successo in reazione alla crisi che la cultura Sovietica stava attraversando in quegli anni. Gli esponenti del gruppo sono oggi considerati tra i più importanti artisti russi sulla scena contemporanea e nel 2009 si è tenuta una retrospettiva presso lo State Museum of Modern Art of the Russian Academy of Arts come progetto speciale all’interno della Terza Biennale di Arte Contemporanea di Mosca (Third Moscow Biennale of Contemporary Art). ValeryKoshlyakov ha partecipato a grandi mostre internazionali quali Bienal de Sao Paulo, Iconographias Metropolitanas, Sao Paulo, Brazil (2002), Il ritorno dell’artista, Venezia, 50 Esposizione Internazionale Biennale d’Arte, Russian Pavilion (2003), Moscow-Berlin/Berlin-Moscow 1950-2000, Berlin, Martin-Gropius-Bau; Moscow, State Historical Museum (2004), Russia!, New York, Solomon R. Guggenheim Museum (2005), Bilbao (2006), Sots Art. Art Politique en Russie de 1972 à aujourd’hui, Paris, la Maison Rouge (2007), RussianPovera, Perm, River Station Hall (2008), Counterpoint, ContemporaryRussian Art, Paris, Musée du Louvre, (2010-2011), In an AbsolutDisorder. Russian Contemporary Art, Barcelona, Arts Santa Monica, (2012). Tra le mostre personali più recenti vi sono: Iconuses. Choice of Scale, Moscow, National Museum of Architecture (2001), Paysage, lieu de vie, Paris, Mairie de Paris, Hôtel d’Albret (2004), Valery Koshlyakov, Roma, MACRO, Museo d’Arte Contemporanea Roma (2005), Iconuses. Dressing the Space, St. Petersburg, The State Russian Museum (2005), Golden Age, Baden- Baden Kunstverein (2007), Sarcophagus, Krasnoyarsk, Russia, Museum of Lenin (2008), Sarcophagus, Krasnoyarsk, Russia, Museum of Lenin (2008), Valery Koshlyakov, Roma, Fondazione Volume, (2009).
“It’s Not the End of the World” è un progetto concepito e prodotto da Artissima in collaborazione con i principali musei e istituzioni per il contemporaneo del territorio torinese: Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Merz, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Palazzo Madama (che ospita il progetto curato da Artissima).
“It’s Not the End of the World” è un percorso unico che riunisce cinque progetti espositivi di cinque rinomati artisti internazionali selezionati da ciascuna delle istituzioni coinvolte. Il titolo, riferimento alla profezia Maya sulla fine del mondo nel dicembre 2012, vuole essere una risposta ottimistica e attiva nei confronti della difficile situazione economica attuale e dei suoi risvolti sulla cultura in generale.
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Tanja Gentilini – tanja.gentilini@fondazionetorinomusei.it
Apertura al pubblico: giovedì 8 novembre ore 10.00
Prsentazione: sabato 10 novembre ore 10.00
GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta 31 - Torino
ORARI DI APERTURA
Collezioni e mostre
Da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00
Lunedì chiuso
La biglietteria chiude un'ora prima.
INGRESSO
Intero € 10,00
Ridotto € 8,00
Gratuito il primo martedì del mese (escluse festività)
Ingresso libero per i possessori di Abbonamento Musei e Torino Card.
Ridotto ai possessori di Carta d’imbarco di un volo ALITALIA da/per Torino. (Per maggiori informazioni consultare l’iniziativa VIVI L’ITALIA sul sito di Alitalia)