Alessandro Castiglioni ha tracciato un percorso a piu' mani che si caratterizza come una riflessione sul metodo. Sviluppato in forma di talk, all'appuntamento tale lavoro assume ora una dimensione espositiva.
a cura di Alessandro Castiglioni
Un’altra contiguita’ nasce nel contesto di On Stage, il progetto curato da Andrea Bruciati per ARTVERONA, la Fiera dell’Arte di Verona che quest’anno propone con I benandanti un focus sul delicato ruolo del curatore nell’attuale sistema dell’arte.
Per questo progetto Alessandro Castiglioni ha tracciato un percorso a più mani che si caratterizza come una riflessione sul metodo. Sviluppato in forma di talk all’appuntamento veronese tale lavoro assume ora una dimensione espositiva concepita, poi, per lo spazio di riss(e).
“Questo breve intervento attesta una modalità di lavoro che vuole porre un fermo interrogativo sui tradizionali confini disegnati ai limiti tra ricerca critica e pratica artistica. Pensare che questi ambiti possano svilupparsi sotto una forma di continuità e non in una sorta di opposizione, se non altro, sotto l'aspetto sostanziale (quello della forma e quello del discorso), è il fatto centrale di questo progetto sviluppato a pari livello da Michele Lombardelli, Andrea Magaraggia, Luca Scarabelli e me.
Effettivamente, in questi pochi mesi, abbiamo costruito un luogo di contiguità tra forme, discorsi, pensieri. Abbiamo incontrato poi diversi personaggi, interrogato documenti, intrecciato ipotesi. Il primo punto in discussione è, dunque, la nostra capacità narrativa e dialogica, la forza evocativa della forma e quella della negazione, dell'assenza. E' qui che Magaraggia cita La forma nell'arte e nella natura di Giorgio De Chirico, dove l'artista parla di “forma” come spazio e come attività mentale (questione, questa, poi ripresa dalla fondante lettura di Jole De Sanna) e Lombardelli ricorda, d'altra parte, Ad Reinhardt «...Anti-anti-arte, non-non-arte, non espressionista … non visionaria, non immaginativa, non mitica...», come se il pittore americano fosse “fosse l'ago della bilancia, il grado zero, l'inizio, l'introduzione di un racconto a più voci”. E' a questo punto che mi sembra adeguato inserire un ulteriore personaggio: Samuel Beckett. Nei suoi ultimi scritti, datati tra il 1988 e il 1989, compare evidente il dramma, esistenziale ed artistico, scaturito dalle relazioni tra forma e discorso. «Dire un corpo. In cui niente. Niente mente. In cui niente. Almeno questo. Un luogo. In cui niente...». Infine Scarabelli ci mostra un corvo immobile su un cumulo di gomme di bicicletta. Luca mi ricorda Luigi Malabrocca che correva il giro d'Italia per arrivare ultimo. Per vincere la maglia nera. Paradossalmente la sua corsa tendeva così alla stasi, all'immobilità.
Un altro nero dunque, un'altra crisi di forme e discorsi, un'altra contiguità.”
Alessandro Castiglioni
Inaugurazione domenica 18 novembre 2012 ore 18
Studio Ermanno Cristini
via San Pedrino, 4 (cortile interno) - Varese
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