"Lirica elementare" e' l'ultimo ciclo di opere dell'artista. Tele e carte ricoperte da uno spesso strato di cemento e bitume che diventa il supporto materico e tridimensionale per segni e graffiti.
Con Lirica elementare Studio Guastalla presenta l’ultimo ciclo di opere di Alfredo Rapetti Mogol: tele e carte ricoperte da uno spesso strato di cemento, bitume, acrilico, che diventa il supporto materico e tridimensionale per segni, tracce, graffiti. Ai consueti colori delle sue opere, il bianco assoluto, il grigio-cemento e il marrone-bitume, Rapetti Mogol aggiunge per la prima volta due colori, il blu oltremare e il rosso lacca, di grande impatto visivo e dagli infiniti rimandi simbolici nella storia dell’arte.
Paroliere di fama internazionale (vincitore di numerosi Grammy Awards con i testi delle sue canzoni), capace di dialogare con i più grandi musicisti, Rapetti Mogol trova nei suoi dipinti una sintesi felice tra parola, immagine, musica, le sue tre grandi passioni. I dipinti diventano visualizzazioni di un processo mentale e psicologico. Grazie a una tecnica particolare, detta impuntura, l’azione del dipingere si fonde con l’atto dello scrivere, e i segni, “scavati” nella materia come su una tavoletta primordiale, acquistano la fluidità di una lettera, di uno spartito musicale, di un poema in versi. Sgorgano come automaticamente dalla sua mano, un alfabeto dipinto che appare come l’impronta di un passaggio, tracce che fioriscono autonomamente sulla tela.
Preghiera e mantra, poesia e prosa, macchie che si espandono liberamente sulla carta creando topografie impossibili: in queste opere Rapetti Mogol frantuma scrittura e immagine confrontandosi con la grande tradizione del novecento, dalle avanguardie allo spazialismo, e allo stesso tempo con la sottigliezza della calligrafia orientale.
Biografia
Nato a Milano nel 1961, la formazione artistica di Alfredo Rapetti Mogol risente del clima famigliare, dove da generazioni si respirano musica, letteratura, poesia. Giovanissimo, Rapetti Mogol è introdotto dal nonno materno, Alfredo De Pedrini, Presidente dell'Associazione Arti Grafiche, nell’ambiente artistico milanese, arrivando a maturare la passione per la pittura, alla quale si uniscono la formazione presso la scuola del Fumetto a Milano, le collaborazioni in ambito editoriale, mentre l'esercizio pittorico viene sperimentato in diverse direzioni, destinate a confluire, nel 1996, nello studio degli artisti Alessandro Algardi e Mario Arlati che invitano Rapetti a condividere con loro la ricerca pittorica. Nell'atelier di Via Nota Rapetti lavora quattro intensi anni, arrivando a maturare l’esigenza di coniugare le sue due più grandi passioni: la scrittura e la pittura, intendendole quali visualizzazioni del processo mentale e psicologico. Grazie ad una tecnica particolare, detta impuntura, l'azione del dipingere si fonde così con l'atto dello scrivere, e le parole iniziano ad essere segnate non solamente su fogli ma anche nelle tele.
Segni, tracce, graffiti di un’umanità creativa e consapevole, le opere di Rapetti Mogol proseguono quell'ideale tragitto di una scrittura pittorica che tanto più è universale, quanto più sa frantumarsi e confrontarsi con i secoli della storia dell'arte, dalle avanguardie storiche al concettuale, passando per le esperienze spazialiste di Lucio Fontana e le grafie astratte degli anni Cinquanta.
Trovata la forma espressiva congeniale alla sua poetica, fra la fine degli anni Novanta ed oggi è davvero notevole l'attività espositiva, sia personale che collettiva, conseguita dall'artista, instancabile come la sua opera sempre in viaggio fra l'Italia e il resto del mondo: universale, appunto. Se tra le sedi delle mostre collettive sono allora da ricordare il Museo della Permanente di Milano, nel 2002, il Salon d'Automne Paris, Espace Charenton, nel mese di novembre 2004, nel solo 2006 sono da annoverare il Mosca Mar’s contemporary art museum, Palazzo Strozzi a Firenze, il Riga Foreign Art Museum ed il Grand Palais di Parigi per la mostra “Comparaisons”; tra le personali sono da citare la Galleria Cà d’Oro a Roma, nel 2003, la Fondazione KPMG di Berlino, nello stesso anno, la Galleria Maretti Arte Monaco a Montecarlo e Villa Olmo a Como, nel 2004, L’Albergo delle Povere di Palermo, nel 2005, e l'anno successivo la Certosa di San Lorenzo a Padula, Salerno. Nel 2009 espone 80 opere al Palazzo della Ragione di Mantova. Nel 2010 con la Fondazione De Chirico espone in tre prestigiosi Musei e Università Statunitensi, come la N.Y. University e il Museo di scultura di Santa Monica L.A. e tiene una personale alla Fondazione Mudima a Milano.
Docente presso il Centro Europeo di Toscolano e nelle Università dell’immagine di Milano e New York, Rapetti è stato invitato a numerose conferenze e workshop: ricordiamo la sua relazione tenuta alla fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano, e l'insegnamento in occasione di Master dell’Università Cattolica di Milano.
Dal 2004 entra a far parte del gruppo internazionale “Signes et Traces”, fondato da Riccardo Licata; fra i premi, ricordiamo l'“Etoile” per la pittura della Provincia di Roma. La sua opera sempre più coinvolge e suscita interessi e dibattiti, da Duccio Trombadori a Gianluca Ranzi, da Luciano Caprile a Maurizio Vanni, la critica più attenta ha saputo leggere in Alfredo Rapetti quella tensione costante ad una ricerca tesa fra Oriente e Occidente, fra preghiera e mantra, poesia e prosa; "naturale" punto di arrivo, o meglio di nuova partenza, è nel 2007 l'invito ad esporre alla 52° Biennale di Venezia, nel Padiglione della Repubblica Araba Siriana, in occasione della mostra "Sulle vie di Damasco" curata da Duccio Trombadori, e nel 2011 alla 54° Biennale di Venezia, “ Padiglione Italia” curata da Vittorio Sgarbi. Sempre nel 2011 è invitato ad esporre alla 1° Edizione della Biennale di Brescia curata da Silvia Landi nelle sale del Museo del Piccolo Miglio.
Inaugurazione martedì 27 novembre 2012 ore 18. Sarà presente l’artista
Studio Guastalla Arte Moderna e Contemporanea
Via Senato, 24 Milano
Orari: 10-13 / 15-19 escluso lunedì e festivi
Chiusi dal 23 dicembre al 1 gennaio
Ingresso libero