Art Fusion Gallery Miami District
Miami
1 N.E. 40 Th Street
(001) 3055735730 FAX (001) 3055735769

Paolo Anselmo
dal 30/11/2012 al 29/12/2012
WEB
Segnalato da

Arianna Sartori



 
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30/11/2012

Paolo Anselmo

Art Fusion Gallery Miami District, Miami

Salute To Art Basel Miami 2012. Sculture in ceramica. "L'arte d'oggi esalta la miseria economica del fare per uscire dalla miseria cerebrale del sentire" (P. Daverio).


comunicato stampa

L'inizio del XXI secolo verrà un giorno ricordato come “Gli anni della miseria” a conclusione del trentennio inventato da un attore americano diventato presidente, il quale trentennio passerà probabilmente alla storia come “ciclo del trash”. 11.09.2001 si celebra la miseria del gesto umano con il crimine delle Torri Gemelle a New York. La Biennale veneziana allora curata da Harald Zseemann è eccellente perché riesce già nel mese di giugno a prevedere il disastro di settembre. Poi la Biennale si adatta e le edizioni 2003/5/7 celebrano la miseria del gesto intellettuale, che sarebbe poi il pensiero vuoto quando viene tradotto in azione inutile. In fine Wall Street nel 2008 celebra la miseria della finanza e la distribuisce su tutto il globo terrestre.

Sicché la Biennale di Venezia edizione 2009 celebra, nel vuoto di pensiero totale, con l'automatismo geniale tipico degli imbecilli etimologici, il vuoto definitivo d'un mondo chic che non sa più che cosa dire al mondo check. E il mondo choc? Il mondo choc, che sarebbe quello dell'arte che continua imperterrita ad affermare la propria vitalità, sta scoprendo una sua strada nuova. Dalla miseria politica come da quella finanziaria si esce dando potere all'immaginazione, da quella intellettuale dando potere all'intelligenza. Dalla miseria artistica si esce dando tutto il potere alla fantasia. Un esperimento degno d'attenzione è in corso qui, a Savona, dove la fantasia artistica prende oggi due strade altrettanto radicali.

La prima consiste in una rifondazione dei termini utilizzati: se a Venezia la mostra curata dallo svedese di Francoforte si trova a premiare come migliore artista il tedesco che ha progettato il bar, lo si capisce in quanto per i popoli germanici e scandinavi il vero luogo della creatività è sempre stata la birreria. In Italia la questione è diversa: qui sul mediterraneo le arti plastiche si sono da sempre articolate in architettura, scultura e pittura, dai dibattiti socratici fino alle diatribe rinascimentali. Rifondare il linguaggio vuol dire oggi ridare senso semantico a questi termini. Ovviamente provando strade diverse dal marmo, dal bronzo o dalle pareti affrescate. Questa rifondazione passa quindi attraverso l'indagine su materiali differenti capaci di portare nell'attualità i generi di sempre. Il che consente di intuire l'altra strada che prende l'arte nel suo risorgere…

L'arte d'oggi esalta la miseria economica del fare per uscire dalla miseria cerebrale del sentire. I creativi attuali della ricerca sono oggettivamente miserabili nel senso più autentico del termine: non hanno mezzi per grandi studi, per materiali costosi, per trasporti impegnativi, per allestimenti faraonici. Tutta roba quest'ultima dell'epoca appena conclusa nel vortice della catastrofe. La scultura di Paolo Anselmo si sviluppa nel più arcaico dei materiali, la terracotta, quella che ha bisogno di poco per diventar eterna, fuoco e colore. Ma è pure questa terracotta un materiale che ha approfittato fino in fondo delle innovazioni tecnologiche d'un secolo appena concluso, generoso di scoperte al tal punto d'avere consentito la crescita fisica degli oggetti, la plasticità delle crete, la follia dei colori e delle invetriature.

E lui la follia la sposa senza esitazione, generando mostri e mostriciattoli, esseri marini esistenti solo in fondo alla coscienza ancora non indagata, piccole ipotesi diaboliche che si sprigionano per forza propria.

Philippe Daverio

Paolo Anselmo e la felicità inquieta

Paolo Anselmo

Autodidatta, inizia la sua avventura nel mondo della ceramica nel 1996 all'interno dell'albergo Villa Chiara di Albissola Marina esercitandosi nella sala riunioni trasformata in laboratorio. Nello stesso anno apre la sua prima galleria, sempre in Albissola, presentando anche opere permanenti per l'allestimento del nuovo Hotel Garden, oggi punto di incontro per numerosi artisti. Nel 1998 si trasferisce in Provenza a Biot dove espone le sue opere nell'Hotel Gallery des Arcades e sempre a Biot lavora a “La Poterie Provençale” di René Augé-Laribé. Rimane così in Francia fino al 2001; poi con la nascita della figlia ritorna ad Albissola dove apre il suo primo Atelier. Paolo Anselmo lavora in tutte le botteghe di Albissola per poter cuocere le sue opere fino a che nel 2007 finalmente compra un forno. Philippe Daverio scopre Paolo Anselmo a Milano nel 2003 ad una personale storica nella Galleria di Jean Blanchaert, che oggi è diventato il suo gallerista e il Prof. Daverio un amico critico del suo lavoro.

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