Koller Gallery
Budapest
Buda Castle, Tancsics Mihaly utca 5
+36 13569208
WEB
Amerigo Tot e Eva Fischer
dal 5/12/2012 al 30/12/2012
tutti i giorni 10-18

Segnalato da

Elisabetta Castiglioni


approfondimenti

Amerigo Tot
Eva Fischer



 
calendario eventi  :: 




5/12/2012

Amerigo Tot e Eva Fischer

Koller Gallery, Budapest

Amore di gioventu'. Esposte opere figurative di cui alcune composte nello studio dell'artista, due ritratti che Amerigo Tot fece a Eva, alcune lettere e poesie dello scultore, pittore e attore magiaro e delle fotografie dall'Istituto Luce.


comunicato stampa

Eva Fischer ha compiuto da poco 92 anni ed il prossimo 6 dicembre si inaugurerà la sua 128 personale presso la Galleria Koller di Budapest, lì dove si trova quella che fu la casa di Amerigo a Buda.

L’esposizione sarà proprio accentrata sul trascorso dei due, da quando Eva arrivò a Roma nel 1946.

Verranno esposti numerosi quadri del periodo, opere pienamente figurative di cui alcune composte proprio nello studio dell’artista Tot in via Margutta, dove il sabato pomeriggio, si riunivano alcuni tra i personaggi della cultura internazionale dell’epoca, da Mafai a Guttuso, a Carlo Levi e Corrado Alvaro, Ungaretti e tanti altri, come Picasso e Dalì.

Saranno presenti anche due ritratti che Amerigo fece ad Eva, alcune lettere e poesie dello scultore, pittore ed attore magiaro e delle fotografie in parte gentilmente concesse dall’Istituto Luce. Tutto per la prima volta in Ungheria.

Amerigo Tot (Fehérvárcsurgó, 27 settembre 1909 – Roma, 13 dicembre 1984) è stato uno scultore, attore e pittore ungherese.

Nacque a Fehérvárcsurgó, Ungheria e si trasferì a Roma, dove visse per il resto della sua vita. Studiò a Budapest con Ferenc Helbing e György Leszkovszky dal 1926 al 1928 e con László Moholy-Nagy al Bauhaus in Germania fino al 1933. Come i nazisti andarono al potere, si trasferì a Roma e lavorò nella scultura di monumenti alla memoria con uno stipendio della Roman Hungarian Academy, di cui fu anche consigliere. Combatté nella resistenza italiana dal 1943.

Ricevette il primo riconoscimento per il suo lavoro con il fregio della Stazione di Roma Termini. Iniziò a lavorare su opere astratte negli anni cinquanta. Ritornò poi in Ungheria nel 1968 e nel 1969 per eseguire lavori tradizionali, tra cui una scultura della Madonna nella sua città natale. Il Museo Amerigo Tot di Budapest è dedicato a lui.

Negli anni sessanta e settanta fece occasionali comparse in qualche film. È forse meglio conosciuto all'audience internazionale per l'agghiacciante ruolo della guardia del corpo e boia di Michael Corleone ne “Il padrino - Parte II”. È apparso anche in “a moglie più bella” (1970) ed in “Pulp” (1972). Nel 1969, il noto regista magiaro Zoltán Huszárik gli ha dedicato un cortometraggio biografico, “Amerigo Tot”.
http://it.wikipedia.org/wiki/Amerigo_Tot

Eva Fischer è nata a Daruvar (Ex Jugoslavia), nel 1920.
Il padre Leopoldo, Rabbino Capo ed eccellente talmudista venne deportato dai nazisti. Sono più di trenta i familiari di Eva scomparsi nei lager.

Negli anni precedenti la guerra, Eva Fischer si diplomò all’Accademia di Belle Arti di Lione e fece ritorno a Belgrado in tempo per subire i vandalici bombardamenti nazisti sulla città (1941) senza dichiarazione di guerra. Ebbe così inizio un periodo travagliato fatto di fughe e costellato da privazioni e duri sacrifici.

Insieme alla madre e al fratello minore, Eva venne internata nel campo di Vallegrande (Isola di Curzola) sotto amministrazione italiana che non conobbe (Eva è lieta di dirlo) ferocia alla pari di quella nazista. Per una malattia materna ebbe un permesso d’assisterla insieme al fratello, nell’ospedale di Spalato dove ancora ottenne un permesso di trasferirsi a Bologna. Era il 1943 ed Eva Fischer si nascose con i suoi in città, sotto il falso nome di Venturi. Ricorda spesso quel tempo infausto ove però la mano dei buoni non si sottraeva al pericolo di dare aiuto e solidarietà ai perseguitati.
Fu determinante allora l’aiuto di Wanda Varotti, Massimo Massei ed altri ancora del Partito d’Azione (Eva è membro ad honorem dell'Associazione Nazionale Partigiani).

A guerra finita Eva Fischer scelse Roma come sua città d’adozione: intenso è l’amore che ella porta a questa città. Entrò immediatamente a far parte del gruppo di artisti di Via Margutta coi quali contrasse indelebili amicizie. Di quel periodo sono gli incontri con Mafai e Guttuso, Tot, Campigli, Fazzini, Carlo Levi, Capogrossi, Corrado Alvaro e tanti di quella generazione di artisti che avevano maturato idee luminose entro il buio della dittatura.

Intensa fu l’amicizia con De Chirico, Mirko, Sandro Penna e Franco Ferrara allora già brillante direttore d’orchestra; venne così il tempo di lunghe e notturne passeggiate romane anche con Jacopo Recupero, Cagli, Avenali, Giuseppe Berto e Alfonso Gatto nonché Maurice Druon, non ancora ministro della cultura francese, che andava scrivendo le pagine de “Le grandi famiglie”.

Fu in quel tempo che Dalì vide e s’innamorò dei mercati di Eva mentre lo stesso Ehrenburg scrisse sulle “umili e orgogliose biciclette”.

Con Picasso s’incontrarono nella bella casa di Luchino Visconti parlando a lungo d’arte contemporanea e del sussulto intimo che porta alla creatività. Picasso la esortò a progredire nella luce misteriosa delle barche e delle architetture meridionali.
Venne così il tempo di Parigi dove Eva abitò a lungo a Saint Germain des Près e cercò di Marc Chagall divenendone amica devota e profonda ammiratrice. Egli le raccontava di sogni colorati nonché del fascino dei racconti biblici.

Zadkine ospitò generosamente Eva ammirandone il coraggio d’una ricerca intensa e costruttiva e il fascino d’una cultura mitteleuropea tutt’altro che trascurabile. In quell’epoca Eva Fischer realizzò “paesaggi romani” con le loro trasparenze e lontananze come se il tempo si fosse in qualche modo fermato sulle rovine della Città Eterna.

Dunque venne la volta di Madrid. Qui la pittura di Eva Fischer – finalmente esposta nei musei – fu al centro di dibattiti nell’Atelier di Juana Mordò fra l’artista marguttiana e i pittori spagnoli ancora in lotta contro il franchismo. Eva portò loro la testimonianza di un’arte rinata in un mondo libero fatta di tentativi nuovi, magri discutibili ma al cospetto di tutti gli sguardi e tutti i giudizi.

Negli ultimi anni Cinquanta, si stabilì a Roma, nel popolare quartiere di Trastevere. Sotto di lei viveva il compositore Ennio Morricone. Naque così un profondo legame umano-artistico. Nel 1990 Ennio le dedicò il CD "A Eva Fischer pittore".
Negli anni Sessanta Eva Fischer fu a Londra dove espose nella più esclusiva Galleria della City, quella Lefevre che aveva concesso l’ultima “personale” al pittore italiano Modigliani. La Galleria Lefevre ospitò i quadri di Eva per i “suoi colori mediterranei e l‘italianità” delle sue tele.

Il mondo della Fischer è fatto di brevi migrazioni ovunque il suo estro l’ha chiamata: da Israele ove dipinse mirabili tele di Gerusalemme e Hebron (molto note sono le vetrate del Museo israelitico di Roma) fino agli U.S.A. dove contò numerosi collezionisti ed estimatori, fra i quali gli attori Humphrey Bogart (fu la moglie Laureen Bacall a donargli la prima opera) e Henry Fonda.

Oggi che l’arte di Eva Fischer è conosciuta nel mondo, ella parla di sé con assoluta modestia, tipica di una donna coraggiosa ed intelligente, dallo sguardo pulito e profondo, nonostante gli affronti degli uomini in quei tempi disumani. Ella non condanna costoro con rabbia e vendetta ma sì con questa mostra di quadri malinconici e grigi, con sguardi di uomini stupiti prima ancora che smarriti e di bambini immobili nel gelo dei vagoni appiccicati a treni senza ritorno.
Nel 2008 il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, le ha conferito l'onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica.
www.evafischer.com

Ufficio stampa di Eva Fischer: Artmann
06 3225044 - e.castiglioni@artmann.it
www.artmann.it

Inaugurazione: 6 dicembre 2012

Koller Gallery
Buda Castle, Tancsics Mihaly utca 5 , Budapest
Orari di apertura: tutti i giorni dalle 10 alle 18
Ingresso libero

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