1/9 unosunove arte contemporanea
Raffaella Crispino
Bruna Esposito
Fabio Mauri
Valerio Rocco Orlando
Eugenio Tibaldi
Raffaele Gavarro
Lavori di artisti italiani impegnati in una ricerca di senso che comporta un coinvolgimento nella realta' di carattere etico. "Quello che chiediamo all'opera d'arte e' una presenza che testimoni quanto non e' piu', o forse non e' ancora, visibile" (R. Gavarro).
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a cura di Raffaele Gavarro
Raffaella Crispino
Bruna Esposito
Fabio Mauri
Valerio Rocco Orlando
Eugenio Tibaldi
In più di un’occasione il filosofo francese Jean-Luc Nancy ha affermato che l’aspetto rilevante
di molte opere di oggi si trova “nella ricerca, nel desiderio o nella volontà di senso”*.
Ho sempre pensato che questa dichiarazione contenesse molte delle riflessioni che hanno
portato alla realizzazione di tante opere degli ultimi decenni, dove è costante e forte “un
desiderio infinito di senso”. Non risolvibile. Non appagabile, evidentemente, anche se non sono
mai stato dell’idea che questa ricerca fosse o dovesse essere sganciata da quella di senso
sulla e nella realtà, intesa nella complessa totalità di tempo e spazio in cui di volta in volta
agiamo. E questa credo sia anche l’idea di Nancy. L’arte cambia perché il mondo, la realtà
cambia. Semplicemente. Forse anche viceversa, in modi che però non sono senz’altro
ascrivibili alla logica di causa-effetto che domina la narrazione (divulgativa) del mondo. Ma è
esattamente questo che chiediamo all’opera d’arte, una volta che questa è conclusa e
completata al mondo, e cioè che si incontrino quel senso da essa e da noi tanto “ricercato”.
Nessuno e niente scompaia è dunque l’inevitabile richiesta che facciamo oggi all’opera d’arte,
anche quando non la facciamo con questo tono diretto e perentorio. In un tempo, infatti, in cui
la scomparsa è un’opzione di salvezza e di libertà, ma nondimeno testimonia anche la
negatività della perdita, quello che chiediamo all’opera d’arte è una presenza che testimoni
quanto non è più, o forse non è ancora, visibile.
Nessuno e niente scompaia, parte e prende forma da un’opera “politica” di Fabio Mauri (Roma
1926 – 2009), Vomitare sulla Grecia del 1972, che è il primo “multiplo politico” di una serie di
installazioni e azioni artistiche che dureranno fino al 1973 e che saranno raccolte nel libro
d’artista Der Politische Ventilator. Si tratta di un’installazione che esprime una decisa e
propriamente viscerale contestazione al regime fascista dei Colonnelli che governò la Grecia
dal 1967 al 1974. È forse uno dei lavori politici di Mauri meno conosciuti e tra i più caratterizzati
dagli eventi del tempo in cui fu realizzato. Oggi torna a noi con una forza d’attualità
sorprendente e paradossale, in un modo che è proprio di quelle opere il cui stare
profondamente nella realtà include un desiderio di senso, appunto, che le dispiega sulla realtà
e naturalmente in tempi differenti.
Da questo lavoro di Fabio Mauri la mostra si è sviluppata attraverso relazioni e riflessioni di
continuità con artisti e opere che hanno del tutto intenzionalmente creato un percorso della e
nell’arte italiana. Un filo che messo nelle mani di Bruna Esposito (Roma, 1960) è passato in
quelle di Raffaella Crispino (Napoli, 1979), Valerio Rocco Orlando (Milano, 1978) ed Eugenio
Tibaldi (Cuneo, 1977), scelti tra gli artisti italiani attualmente più impegnati nella ricerca di
senso che inevitabilmente comporta un coinvolgimento nella realtà che assume un carattere
etico.
Raffaele Gavarro
*Una di queste occasioni è rintracciabile nel trascritto della conferenza “Il vestigio dell’arte” che
Jean-Luc Nancy tenne nel 1994 alla Galerie Nationale du Jeu de Paume. È possibile leggere il
testo della conferenza, insieme ad altre non meno interessanti riflessioni, in “Le Muse”, Edizioni
Diabasis, 2006.
Inaugurazione Giovedì 13 dicembre 2012 ore 19.00
1/9 unosunove arte contemporanea
Via degli Specchi, 20 00186 Roma
orari di apertura:
Martedì – Venerdì dalle 11.00 alle 19.00
Sabato dalle 15.00 alle 19.00 (o su appuntamento)
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Nessuno e niente scompaia
curated by Raffaele Gavarro
Raffaella Crispino
Bruna Esposito
Fabio Mauri
Valerio Rocco Orlando
Eugenio Tibaldi
On more than one occasion, the French philosopher Jean-Luc Nancy stated that the important
aspect of many of today’s works of art is found "in the search, the desire or the will of finding
meaning."*
I have always thought that this statement contained many of the considerations that led to the
creation of many art works of the last decades, where "an infinite desire of sense" is constant
and strong. Not solvable. Not satisfying, obviously, even if I have never thought that this search
is or should be decoupled from that of the sense of and in reality, understood in the complex
totality of time and space in which we from time to time act. And this, I think, is also Nancy’s
idea. Art changes because the world, the reality changes. Simply. Perhaps even vice versa,
though in ways that are not certainly attributable to the logic of cause and effect that
dominates the narrative of the world. But that's exactly what we want from a work of art, once
it is completed and delivered to the world, and that is that it meets this sense so much
“desired” by the work of art itself and by us.
Nessuno e niente scompaia (No one and nothing disappears) is hence the inevitable request
that we today ask the work of art, even when we do not do this in a direct and peremptory
tone. In a time, in fact, where disappearance is an option of salvation and freedom, but
nevertheless also testifies the negativity of the loss, what we ask from the work of art is a
presence that witnesses what is no longer, or perhaps is not yet, visible.
Nessuno e niente scompaia, is departing from and takes its form from a "political" work by
Fabio Mauri (Rome, 1926 - 2009), Vomitare sulla Grecia from 1972, which is the first "multiplo
politico" (“political multiple”) of a series of installations and artistic actions that will last until
1973 and will be collected in the artist book Der Politische Ventilator. It is an installation that
expresses a decisive and properly visceral challenge to the fascist regime of the colonels who
ruled Greece from 1967 to 1974. It may be one of Mauri’s least known political works but one
of the most marked by the events of the time in which it was made. Today this returns to us
with a surprising and paradoxical topical strength, in the very way of those works whose
staying deeply into reality includes a desire for meaning, in fact, that unfolds it on reality and
naturally at different times.
From this work by Fabio Mauri, the exhibition has been developed through relationships and
reflections of continuity with artists and works that quite intentionally have created a path of
and in Italian art. A thread placed in the hands of Bruna Esposito (Rome, 1960) is passed into
those of Raffaella Crispino (Naples, 1979), Valerio Rocco Orlando (Milan, 1978) and Eugenio
Tibaldi (Cuneo, 1977), selected among the Italian artists currently most committed to the
search for meaning that inevitably brings an involvement in the reality that assumes an ethical
character.
Raffaele Gavarro
*One of these occasions is to be found in the transcript of the conference "The relic art" that
Jean-Luc Nancy held in 1994 at the Galerie Nationale du Jeu de Paume. You can read the text
of the conference, along with other and no less interesting reflections, in "The Muse", published
by Diabasis, 2006.
Opening Thursday, December 13th 2012 at 7pm
1/9 unosunove arte contemporanea
Via degli Specchi, 20 00186 Roma
opening hours:
Tuesday – Friday from 11am to 7pm
Saturday from 3pm to 7pm (or by appointment)